In Puglia più offerte di lavoro nei prossimi tre mesi, ma aumenta anche la precarietà. E un posto su due resta vacante

Il report di Unioncamere

In Puglia più offerte di lavoro nei prossimi tre mesi, ma aumenta anche la precarietà. E un posto su due resta vacante
di Pierpaolo SPADA
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Mercoledì 20 Dicembre 2023, 05:00

Dopo un 2022 in calo rispetto all’anno precedente, torna ad aumentare l’offerta di lavoro in Puglia, ma anche la precarietà e la difficoltà di reperire il personale richiesto. Un addetto su due, adesso, è diventato praticamente introvabile: quasi una rarità in agricoltura e mondo della ristorazione. Lo rivela il report mensile elaborato dal sistema Excelsior di Unioncamere, che offre anche una proiezione del fabbisogno delle imprese fino al prossimo mese di febbraio 2024. 
La rilevazione è stata condotta tra il 17 ottobre e il 3 novembre attraverso la realizzazione di interviste a un campione di 113mila aziende in tutto il Paese. Partiamo dal dato complessivo mensile. A dicembre sono stimate in Puglia 17.230 assunzioni delle 87.700 previste al Sud e nelle Isole: 600 in più rispetto a un anno fa. Le entrate previste entro febbraio, invece, sono 2.480 rispetto allo stesso trimestre 2022, ovvero 60.490. Il settore dei servizi (che include anche il turismo) è sempre più propositivo mentre l’industria esprime una riduzione dell’offerta per 300 unità su base mensile e 860 su base trimestrale. 

La provincia di Bari è nella top ten italiana di dicembre, al 7° posto.

In Puglia, è seguita da Lecce, Foggia, Taranto e Brindisi che esprime il peggior tasso di entrata in regione. Quello pugliese è uguale a quello medio nazionale, pari al 2,6 per cento. A dicembre le nuove assunzioni in Puglia si concentreranno per il 74% nel settore dei servizi e per il 70% nelle imprese con meno di 50 dipendenti. Sono soprattutto i servizi di alloggio e ristorazione e servizi turistici (3.590) a richiedere nuovo personale, seguiti da commercio, servizi alle persone, costruzioni e servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone. Mentre su base trimestrale è il commercio a esprimere il maggior fabbisogno (10.160 assunzioni stimate), sopra i servizi turistici (9.400) e i servizi alle persone. 

Allarme precarietà

La precarietà resta un fattore qualificante dell’offerta di lavoro in Puglia, perché solo nel 23% dei casi le nuove entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 77% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita). Un anno fa lo stesso indice si fermava 75 per cento. Costruzioni e industria sono i settori che offrono maggiore stabilità contrattuale, il turismo il maggior grado di precarietà con l’85% dei contratti a termine. E, conseguentemente almeno in parte, anche uno tra i maggiori tassi di difficoltà di reperimento del personale. 
In media, in Puglia risulta difficile trovare le figure professionali richieste quanto nel resto del Paese: il tasso è del 48,5 per cento e soprattutto per carenza di candidati. La difficoltà di reperire “addetti alla ristorazione” in questa regione è, però, maggiore rispetto alla media nazionale: siamo al 73,7% contro il 61,3. Ma è altrettanto vero che in Italia è mediamente assai più difficile che in Puglia scovare “operai specializzati e conduttori di impianti e macchine”: in questo caso, siamo a 59,4% contro il 46,7 pugliese. Come in Italia anche in Puglia le tre figure più richieste a dicembre sono gli “esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione”, gli “addetti alle vendite” e gli “addetti non qualificati nei servizi di pulizia”. Tre figure professionali che arrivano a concentrare il 65% delle entrate complessive previste. Ma quelle più difficili da individuare corrispondono agli “esercenti ed addetti nelle attività di ristorazione”, ai “fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica” e, più delle prime due categorie, agli “agricoltori e operai agricoli specializzati”: se ne trovano solo meno di 2 su 10. 
Certamente, i giovani non sono in cima alla lista dei desideri delle imprese. In Puglia come nel resto del Paese poco più di un posto su 3 sarà riservato agli under 29, quasi tutti concentrati nelle aree direzione e servizi generali, in area amministrativa e nelle aree commerciali e della vendita. Assai più bassa (16%) è invece la quota di posti di lavoro che, fra quelli proposti, a dicembre sarà riservata a personale immigrato. Per una quota pari al 70% delle entrate, è richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore. 
Ma chi pensa che in Puglia il problema sia reperire personale altamente istruito sbaglia, perché le imprese cercano in questa fase tutt’altro che lavoratori laureati. Questa categoria sarà interessata solo in misura pari al 13% (quasi un punto percentuale in meno rispetto al resto del Paese). Gran parte dei nuovi posti di lavoro sono infatti appannaggio di chi abbia diploma o qualifica professionale, un altro terzo è dedicato ai titolari di diploma di scuola media superiore mentre il restante 24% ai possessori di titolo della scuola d’obbligo. Un quadro che dice molto dell’economia regionale e della strada che dovrà compiere. 

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