Incidenti nei cantieri: quali le regioni con più casi? Puglia al quarto posto

Incidenti nei cantieri: quali le regioni con più casi? Puglia al quarto posto
di Ciro SANARICA
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Giovedì 11 Aprile 2024, 08:19 - Ultimo aggiornamento: 16:32

Persone, non numeri. Sul lavoro si continua a morire, frequentemente, troppo: questo è l’unico dato certo. Ma i freddi numeri possono indurre ad un’ulteriore sensibilizzazione, possono stimolare nuove e più approfondite riflessioni, con la speranza che il tutto porti a regole e, soprattutto al loro rispetto, ovvero a farle rispettare. La Puglia continua a non sottrarsi alla macabra conta delle “morti bianche”.

Puglia quarta nel 2024

Il 2024 è iniziato nel peggiore dei modi.

I recenti dati diffusi dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering, relativi al primo bimestre del nuovo anno, avevano parlato di sei casi mortali registrati per la Puglia. Si tratta del 6,6% dei casi riscontrati sull’intero territorio nazionale, su cui, in due mesi, si era già toccata quota 119. Il dato relativo all’indice di incidenza sugli occupati era pari a 4,6. L’indice si riferisce al numero di decessi in base agli occupati annuali (1.292.646 in questo caso). In base ad esso la Puglia si collocava al quarto posto nella scomoda classifica, preceduta dalla Valle D’Aosta (un caso mortale ma che rapportato ai soli 56.814 occupati annuali fa schizzare l’indice al 17,6); dal Trentino Alto Adige (7 casi mortali ovvero indice pari al 13,8) e dalla Calabria (quattro casi mortali e indice pari a 7,4). Si viaggia sulla falsariga di quanto accaduto nel 2023. Lo scorso anno, l’indice di incidenza dei morti sul lavoro fu di 48,9. Un dato che collocò il “Tacco d’Italia” al quarto posto alle spalle di Abruzzo, Umbria e Basilicata e dinanzi a Molise, Campania, Calabria e Sicilia (anche chi è poco ferrato in geografia può capire che il Meridione è tristemente protagonista).

Le morti bianche anche "in itinere"

La Puglia è stata quindi inquadrata tra le regioni in fascia “arancione” per il bimestre gennaio-febbraio 2024, ovvero con un’incidenza, rispetto alla media nazionale, compresa tra lo zero ed il 25%. I dati erano stimati escludendo i casi “in itinere” (altrimenti per la Puglia si dovrebbe parlare di sette vittime). Un aspetto molto importante, perché con questa definizione si indicano gli incidenti fatali avvenuti considerando anche il tragitto casa – lavoro. Ed è proprio in base a questa considerazione che, aggiornando i numeri a ieri, si può parlare già di sedici “morti bianche” per la Puglia. Impossibile non legare al concetto di morte sul lavoro, quella avvenuta durante il tragitto. Pur non considerando le morti “in itinere”, il numero di pugliesi deceduti mentre svolgevano attività lavorativa, ha già superato le dieci unità, con i due episodi, quasi simultanei, che hanno ucciso due concittadini a 800 km di distanza l’uno dall’altro. San Marzano di San Giuseppe piange, in queste ore, Mario Pisano deceduto nella strage della centrale Bargi, nel bolognese, e Angelo Cotugno che ha perso la vita sul cantiere della Regionale 8 che collega Taranto ad Avetrana.

Lo scorso anno sono stati accusati ben 78 eventi nel territorio regionale, avvenuti sul luogo dove era praticata attività lavorativa, a cui aggiungere 16 vittime registrate “in itinere”. Ma è giusto sottolineare alcuni aspetti che aggravano la situazione e per certi versi la rendono ancor più grottesca. Le statistiche diffuse è impossibile che sia fedeli alla realtà, per quanto riguarda le vittime e (ancor più) per quanto concerne gli incidenti. Saranno sempre numeri in difetto rispetto al vero. Gli enti non potranno inserire nei propri report, decessi di persone non ufficialmente occupate. Tradotto significa che il lavoratore “a nero” sarà una vera e propria “vittima fantasma” per la quale non sarà aperto alcun fascicolo.

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