Al Dea i medici del pronto soccorso replicano a Palese: «Fracella resti o ci dimettiamo»

Al Dea i medici del pronto soccorso replicano a Palese: «Fracella resti o ci dimettiamo»
di Andrea TAFURO
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Lunedì 4 Luglio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 19:48

«Siamo pronti alle dimissioni collettive. Il primario Silvano Fracella non si tocca». È la dura presa di posizione dei medici del pronto soccorso del “Dea-Fazzi” di Lecce in risposta alle esternazioni dell’assessore regionale alla sanità Rocco Palese, che nei giorni scorsi aveva criticato l’attività del primario leccese, invitandolo all’aspettativa o alla pensione per «avere nella Asl di Lecce qualche problema in meno, vista la profonda frattura fra i medici dei vari reparti».

LA PROTESTA

L’alzata di scudi dei camici bianchi a difesa del primario Fracella e del loro operato, messo nuovamente sotto pressione dall’elevato carico di lavoro dovuto ai malori da alte temperature estive, cronicità e recrudescenza del Covid, è stata quindi messa nero su bianco in un comunicato. «Tutti i medici del Pronto soccorso di Lecce si stringono solidali con il proprio primario, vittima di un ingeneroso, quanto brutale attacco. Le difficoltà e l’ormai prossima implosione dei pronto soccorso – spiegano i medici della prima linea - sono il frutto avvelenato di tanti errori commessi dai decisori da anni, con delle responsabilità che però restano orfane. Non così per le responsabilità dei Medici e del suo Primario che sempre più frequentemente rispondono in prima persona del proprio operato in sede civile e penale, anche quando queste rinviano a gravi insufficienze e deficit organizzativi e di sistema». 
Premessa che sfocia poi nell’affondo diretto a Palese. «La pressione politica non ha mai determinato danni fisici o ricadute medico-legali. Ma è questo tipo di pressione politica che genera risposte scomposte, come quelle registrate da parte dell’assessore regionale alla Sanità, dove si oltrepassa il limite e l’obiettività dei fatti».

I sanitari rappresentano, dal loro punto di vista, l’effettivo quadro della sanità pugliese. «Il sistema gestionale sanitario dalla Regione alle Aziende – spiegano - così come strutturato, mal tollera le espressioni di richiamo ai problemi oggettivi e gravi di un servizio così fondamentale come il sistema di emergenza-urgenza, formulate, peraltro, sempre in modo corretto ed istituzionale. Pur poggiando su dati fattuali: difficilmente si può garantire una presa in carico dei pazienti e standard assistenziali propri di un Paese civile. Sottolineare queste difficoltà non va bene. Mentre va bene spremere fino all’osso medici, infermieri ed oss che devono fronteggiare carichi di lavoro più che triplicati, in larga parte impropri e senza nessuna gratificazione, ad esempio, dai mancati incarichi, alla pressoché impossibilità di racimolare qualche giorno di ferie?». 

LA DENUNCIA


Difficoltà, sempre a detta dei medici, che è resa più critica dallo stato emergenziale della rete assistenziale. «Quando c’è un’emergenza, questa si affronta e gestisce con gli strumenti propri di un’emergenza. Ma pare che nel pronto soccorso di Lecce all’emergenza si debba sopperire con le scarse risorse disponibili. E che saranno sempre più al lumicino. Perché in tanti, come successo negli ultimi anni, lasceranno per salvarsi. La sanità di guerra non l’accettiamo più. Onore e tanto affetto – concludono nella nota i professionisti - al dottore Fracella di cui abbiamo sempre apprezzato le capacità professionali e le peculiarità umane, suo malgrado ferito inopinatamente dopo tanti anni spesi per il buon nome ed il buon funzionamento dell’ospedalità leccese». 
Incassata la solidarietà dei colleghi, il primario del pronto soccorso del Dea-Fazzi di Lecce, ha così commentato: «Se la soluzione ai problemi dei cittadini sono io, sono pronto a fare un passo indietro. Certo è che le questioni serie si affrontano diversamente e nelle sedi opportune». «Sabato scorso – prosegue Fracella - in un tavolo tecnico in direzione di presidio, con i dottori Leo, Rollo e Pulito, abbiamo gettato le basi per migliorare la gestione del reparto. In attesa di nuove risorse, ci auguriamo rivenienti dagli specializzandi o dai medici di medicina generale, l’obiettivo immediato è far curare i pazienti che stazionano quotidianamente in astanteria, quindi in attesa di posto in reparto, dai medici di competenza in extralocazione, così da liberare ben 5 medici di pronto soccorso, per gestire meglio le urgenze nell’arco delle 24 ore».

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