Indagine sul pronto soccorso, il primario Fracella: «Si farà chiarezza»

Indagine sul pronto soccorso, il primario Fracella: «Si farà chiarezza»
di Andrea TAFURO
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Giovedì 7 Luglio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 9 Luglio, 07:11

«Sono felice che della questione Pronto soccorso si stia occupando anche la Procura di Lecce, così finalmente si farà chiarezza sulle criticità e sulle difficoltà che stiamo affrontando noi operatori sanitari e al tempo stesso stanno vivendo i pazienti che arrivano in ambulanza». Sul caos al pronto soccorso del “Dea-Fazzi” di Lecce, su cui gli inquirenti leccesi guidati dal procuratore Leonardo Leone de Castris hanno aperto un’indagine conoscitiva per verificare l’esistenza di eventuali reati da contestare, interviene per dire la sua il primario dell’unità di emergenza e urgenza, Silvano Fracella, assente in questi giorni dall’ospedale del capoluogo per malattia.

Il primario

«Sono 38 anni che faccio il medico e da 15 sono primario del pronto soccorso – afferma Fracella –, conosco molto bene la situazione e da diverso tempo ne denuncio criticità e sofferenze, che in questa fase si stanno solo acuendo per il fattore caldo e l’impennata dei casi Covid che stanno obbligando medici e operatori sanitari a turni di lavoro continuativi e massacranti. Con rischi anche per la qualità della prestazione assistenziale». 
L’analisi del primario si fa più dettagliata. «In questo quadro, più volte portato a conoscenza della direzione generale della Asl e al reparto Nas dei carabinieri - prosegue Fracella - si aggiunge l’inadeguatezza numerica del personale che deve comunque far fronte alle emergenze e la carenza di posti letto nei reparti ospedalieri con pazienti nell’astanteria del pronto soccorso in attesa di ricovero, cosicché si crea l’effetto imbuto sul sistema con ambulanze ferme all’esterno per diverse ore, con pazienti a bordo, senza la possibilità di essere sbarellati». Ma non solo. Sassolini nella scarpa che Fracella toglie passo dopo passo. «Continuo a non capire le dichiarazioni dell’assessore Rocco Palese (che lo aveva invitato ad andare in pensione per "ridurre qualche problema nell’Asl Lecce", ndc) ma non voglio scendere in polemica.

Già tanto è stato detto – sottolinea il primario – e a parlare sono anche le reazioni e gli attestati di stima che mi sono pervenuti da colleghi e altre realtà sociali. Sui pronto soccorso si dovrebbe intervenire organicamente a livello regionale, a meno che i vertici regionali non ritengano che il problema siano solo i primari. Per quanto riguarda Lecce ho sempre fatto il massimo con serietà e professionalità – attacca Fracella - portando alla luce anche le difficoltà per provare a risolvere nell’interesse di tutti. Forse questo mio modo di fare ha dato fastidio, ma non potevo far finta di nulla, come ora non accetto di passare per capro espiatorio. Ben venga quindi l’interessamento della Procura, affinché si possa fare luce sulle reali carenze e responsabilità». Clima difficile nell’Asl leccese, reso ancora più rovente, dalle numerose polemiche e reazioni che continuano ad arrivare da più parti. Il coordinamento provinciale di Fratelli d’Italia, guidato dal consigliere regionale Antonio Gabellone e dai consiglieri comunali di Lecce, Saverio Congedo e Roberto Giordano Anguilla, si è ritrovato ieri pomeriggio davanti al presidio ospedaliero leccese per un sit-in di protesta. 

I sindacati



Tra i sindacati leccesi invece la voce che si aggiunge è quella di Fabio Orsini, responsabile Fp Cisl. «Bisogna intervenire per la tutela del personale sanitario che vive da anni una situazione di grave disagio. La polemica che ha coinvolto Palese e Fracella non serviva – aggiunge Orsini - e non aiuta a migliorare una criticità che a Lecce appare più di natura organizzativa. Tuttavia, la responsabilità sulle carenze dei pronto soccorso non è di chi lavora ma è da ricercarsi nella programmazione sbagliata sulle specializzazioni a livello ministeriale». Situazione emergenziale che riguarda il sistema sanitario regionale e i diversi nosocomi pubblici pugliesi, come confermato dal segretario regionale della Cgil Fp sanità, Antonio Mazzarella. «Le criticità sono ataviche e i medici pugliesi sono allo stremo delle forze. L’ultima disposizione regionale indirizzata alle Asl per spostare dottori tra reparti – evidenzia Mazzarella – non ha cambiato nulla, anzi ha peggiorato la questione, perché se prima la carenza riguardava solo i pronto soccorso, ora interesserà più reparti. La coperta del personale è sempre corta e non bastano soluzioni tampone per invertire la rotta. La Regione Puglia convochi un tavolo tecnico in cui redigere insieme un piano strutturale per il futuro della sanità pubblica altrimenti si favorirà solo il privato e nel prossimo anno saremo ancora a lamentare le stesse criticità di oggi». Chiosa finale di Mazzarella rivolta al caso leccese. «Piena solidarietà a Fracella. Non siamo d’accordo con Palese, anzi, auspichiamo che sempre più medici trovino la forza e il coraggio di dire ciò che non funziona nella sanità per poterla migliorare».

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