Guerra in Medio Oriente, arrivano le torri “made in Puglia”: più sicurezza e assistenza nei corridoi umanitari

Guerra in Medio Oriente, arrivano le torri “made in Puglia”: più sicurezza e assistenza nei corridoi umanitari
Guerra in Medio Oriente, arrivano le torri “made in Puglia”: più sicurezza e assistenza nei corridoi umanitari
di Pierpaolo SPADA
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Lunedì 23 Ottobre 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:32

C’è uno sforzo corale dietro la determinazione degli assetti per la pace e la sicurezza nelle zone di guerra. Basti pensare a uno degli snodi più cruciali in questa fase del conflitto tra Hamas e Israele, il valico di Rafah: alcune delle più sofisticate tecnologie di controllo presenti sull’area sono state fabbricate in Italia e più precisamente in Puglia. Stiamo parlando delle torri telescopiche che presidiano l’intera area del valico. Sono denominate Contower e le ha prodotte Ri spa, azienda con sede centrale a Trepuzzi (nel Nord Salento), amministrata dalla famiglia Tafuro, con 130 dipendenti in Italia e all’estero, e attiva da cinquant’anni nei settori difesa e civile. 

Stabilimenti e sedi sono presenti in quasi tutte le zone di conflitto disseminate sul globo, come anche in quelle oggetto di calamità naturali: dal Kosovo al Libano e a Gibuti, da Haiti all’Afghanistan.

La società salentina opera in joint venture e in sinergia con i governi e le istituzioni locali e gli organismi internazionali. A Rafah l’installazione delle prime 10 torri è avvenuta un anno fa a seguito della sottoscrizione di un contratto tra Ri spa ed Egitto che prevede la fornitura di complessive 100 unità. Tra il 2005 e il 2006 sotto il controllo della missione dell’Unione europea di assistenza alle frontiere, il valico fu costruito dopo il trattato di pace tra Israele ed Egitto del 1979 e da quarant’anni è considerato strategico. 

I dettagli

Oggi è controllato dal governo egiziano e rappresenta attualmente l’unico passaggio di confine con la Striscia di Gaza che non conduca in territorio israeliano: un varco esclusivo nei 12 chilometri di confine tra l’Egitto e la Striscia di Gaza, nella regione del Sinai. Chiuso da dieci giorni, dopo la mediazione del presidente statunitense Joe Biden, l’Egitto ha accettato di riaprirlo parzialmente per consentire - come è avvenuto con enormi difficoltà, tra bombe e minacce - l’ingresso a Gaza dei primi aiuti umanitari, ovvero dei primi venti camion. Da diversi giorni - riferiscono le fonti sul campo - davanti al valico stazionano circa 100 camion con 3mila tonnellate di merce, tra medicinali, cibo e acqua. Le Contower presidiano l’area soprattutto in funzione anti-terroristica. Si presentano come dei container e come tali sono agevolmente trasportabili su ogni tipo di mezzo. Una volta messi a terra, senza necessità di fondamenta, possono essere elevate su più livelli a seconda dell’esigenza. Nella scheda di progetto, la torre telescopica è descritta di altezza variabile da 2 a 8 metri e del peso di 14 tonnellate: completamente blindata e resistente agli urti sismici, può resistere a raffiche di vento fino a 120 km/h. E può essere collocata su ogni tipologia di superficie (asfalto, cemento, rocce, ghiaie, limi, sabbie e argille) e resa integralmente operativa in appena 30 minuti. 

La struttura si compone di una cabina armata superiore, 2 estensioni telescopiche, un container base, una rete di protezione contro i missili anticarro e centrale di alimentazione elettrica. Al suo interno possono operare delle unità militari fisiche, ma la gestione delle tecnologie di cui la torre è dotata può anche avvenire da remoto: parliamo di armi, di software per il controllo del traffico aereo a scopi di sicurezza, di un faro per la sicurezza delle operazioni navali, di sistemi che garantiscono comunicazioni sicure in condizioni estreme nonché di sistemi per la sorveglianza, ovvero l’osservazione intelligente. Un progetto brevettato a livello mondiale, registrato in Israele come in Usa.

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