Elly Schlein dalla Puglia: «Candidati sindaco a Lecce e Bari? Spazio ai territori»

Elly Schlein dalla Puglia: «Candidati sindaco a Lecce e Bari? Spazio ai territori»
di Francesco G. GIOFFREDI
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Sabato 2 Settembre 2023, 07:33

La sfilza di aggettivi, tanto per cominciare. Prima di tutto: «militante». L'«estate militante» del presidio paziente, ostinato dei temi, delle piazze, delle spiagge, il refrain del Pd a guida Elly Schlein. Come è andata? È andata, la fase non è semplice. Ora s'affaccia l'autunno, si volta pagina, provando a entrare nel merito, nei temi, nelle spine che tormentano il Paese, ma pure lo stesso partito. E poi, altro aggettivo: «Chiaro». Ecco: «agenda chiara» che «parla di salute, lavoro, casa, clima, conversione ecologica». Un partito altra bandierina sulla mappa degli aggettivi «combattivo». C'è pure il tambureggiare di appellativi per il governo: «scellerata» è la riforma dell'autonomia differenziata «che divide ulteriormente il Paese», «peggiore» è la destra italiana, «sordo» il governo Meloni che «se la prende con le fasce marginalizzate». L'attacco è ad alzo zero e a tutto tondo. È la prima volta di Elly Schlein in Puglia da segretaria nazionale del Pd, e il culmine della due giorni è a Torre Suda, profondo Salento, festa regionale dell'Unità, una specie di antica liturgia rispolverata per corazzarsi di forza, coraggio, identità. Da qualche parte bisognerà pur ricominciare, tra gazebo per panini, oltre 100 volontari, giovani (chi si rivede), dibattiti e militanti intimiditi.

Schlein in Puglia

La Puglia è materia incandescente e scivolosa per Schlein, il legame è tutto da coltivare ancora: c'è la leadership muscolare di Michele Emiliano, c'è un partito infarcito di maggiorenti che al congresso hanno sostenuto Stefano Bonaccini e che si stanno sintonizzando col cambio di guida, c'è un equilibrio di coalizione sempre un po' pericolante perché molto ampio, ci sono scelte divisive da prendere, ci sono ambizioni di terzo mandato che alla segreteria nazionale Pd non piacciono tanto. Schlein, prima di salire sul palco accanto alla torre (parlerà per circa un'ora) si ferma per qualche domanda, e sulla Puglia palleggia sulla difensiva: «Le elezioni comunali di Bari e Lecce? Ascolteremo i territori, abbiamo tanti ottimi amministratori e amministratrici, abbiamo squadre solide, un partito che si è ricompattato attorno a un'agenda chiara». E poi le alleanze, terreno insidioso in Puglia: «Non credo a schemi preconfezionati. Ogni territorio ha una sua specificità, il Pd non ha alcuna presunzione di autosufficienza, è disponibile a lavorare su progetti concreti per le comunità, cercando di tenere insieme alcuni assi fondamentali: per esempio il lavoro di qualità e la giustizia sociale. Lavoreremo con chiunque voglia costruire genuinamente un'alternativa a queste destre basata su questione sociale, climatica e lavoro e sviluppo». Porte aperte, più o meno. E il Sud? L'assist dal palco è di Domenico De Santis, segretario regionale Pd, che chiede di spostare l'asse (anche del partito) al Mezzogiorno: «Sono d'accordo - dice Schlein - se non c'è riscatto del Sud non c'è riscatto dell'Italia, ci vuole un pensiero meridionalista».
La prima linea ai piedi del palco è a ranghi completi: Emiliano e poi Antonio Decaro, Loredana Capone, Claudio Stefanazzi, Marco Lacarra, Stefano Minerva, Carlo Salvemini, Luciano Marrocco, Donato Metallo, e via a cascata. Baci e abbracci e photo opportunity, è una festa, e per profonde divisioni e collisioni di ambizioni c'è e ci sarà modo da dopodomani. Accanto al palco, ai piedi della torre, brilla una grande "U" rossa luminosa: quasi un monito, "unità". Lo ricorda la stessa Schlein, appena s'avvicina al microfono: «Noi democratici lo siamo per davvero, e dobbiamo tenere cara quella "U", ci vogliono unità e compattezza attorno al progetto che vogliamo costruire per il Paese».
Il «progetto» è innervato da alcune parole d'ordine, la più ricorrente è «lavoro», forse il cardine dell'estate militante, e mai «lavoro povero»: «Portiamo avanti le nostre battaglie a partire da quella sul salario minimo con le altre opposizioni per dire che lavoro e povertà non devono stare nella stessa frase, che sotto i 9 euro è sfruttamento». «Per la prossima manovra le priorità sono chiare: aiutare lavoratrici, lavoratori e famiglie a recuperare potere d'acquisto e poi la sanità pubblica, universalistica, perché questo governo in un anno ha già invertito la rotta» alla quale «non si può destinare meno del 7,5% del Pil». La catena di temi è quella: il Pnrr, il diritto alla casa, i migranti («sbagliato non cambiare la Bossi-Fini»), la povertà «che non è colpa individuale, ma problema sociale». Come pungola dal palco De Santis, «dobbiamo tornare a guardare la povertà negli occhi». Bella sfida, non semplice. E fuori dalle luminarie della festa c'è pur sempre un elettorato di centrosinistra smarrito e confuso.
Qualche strada, riconosce Schlein, è già indicata in Puglia: «Complimenti a questa Regione che ha dimostrato di saper usare i fondi europei per fare sviluppo». Ma parole al miele scivolano pure per Decaro e Salvemini, ringraziati per «l'ottimo lavoro» e calorosamente salutati prima di affrontare il palco. E spunta il ricordo di Guglielmo Minervini, «in tanti abbiamo imparato da lui». Il Pd è (ancora) da ricostruire. Ma almeno in Puglia, spiega, c'è «un partito combattivo che già in agosto ha cominciato a raccogliere le firme su alcune battaglie importanti, anche per sbloccare i fondi Fsc» e giù sferzate a Raffaele Fitto («da lui sta arrivando una fregatura»).
Qui e lì non mancano colpi di fioretto ad alleati e correnti e aree interne al Pd: «La nostra partita è nei progetti concreti da condividere con le altre opposizioni» e non quella di discutere tra noi «per strapparci qualche zero virgola» di consensi, «dobbiamo andare a recuperare quel 50% che non vota».

E ancora: «Il Pd è fieramente uno dei pochi partiti non personali nel Paese. Siamo una vera comunità. Il nostro destino non è legato a chi lo guida». È un sms, anche, a tutti i colonnelli pugliesi. Ma per prendere a sassate la grande "U" al neon rosso, simbolo di unità, qui ci sarà sempre tempo.

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