Dimensionamento scolastico, presidi critici

Dimensionamento scolastico, presidi critici
di Maurizio TARANTINO
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Domenica 31 Dicembre 2023, 05:00

Fa discutere il nuovo dimensionamento scolastico pugliese approvato dalla Giunta regionale nelle scorse ore. Roberto Romito, presidente regionale dell’Associazione associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola, parla di «annacquamenti e rinvii» operati «segretamente», quando invece si sarebbe potuto intervenire in maniera più efficace e concreta. Tutto parte dalla Legge di Bilancio dello scorso anno che aveva puntato ad eliminare le cosiddette “reggenze” cioè quelle scuole che non raggiungendo i 600 alunni dovevano essere guidate da un preside o avere un direttore dei servizi generali e amministrativi “prestato” da un altro istituto, con uno sdoppiamento delle funzioni molto gravoso. «Gli uffici dirigenziali scolastici che coincidono con altrettante scuole intese come unità amministrative composte da più plessi ed edifici fisici, sono 627 - sottolinea Romito - con 571 dirigenti in servizio che se le dividono: numero che dovrà scendere a 569 per l’anno 2024-2025. Non vuol dire che si dovranno licenziare due dirigenti (571 meno 569) perché nel frattempo matureranno la pensione almeno 20 di loro a cui potrebbero aggiungersi anche altri che si dovessero avvalere di diverse forme di pensionamento. Quindi ci sarà da assumere, o sarà possibile far rientrare in Puglia dirigenti che da anni stanno in altre regioni, per la maggior parte in quelle più lontane».

Il provvedimento


Il numero di presidenze scolastiche da ridurre quindi è di 58, cioè 627 meno 569. «La Regione Puglia però ha puntato sin da luglio ad una operazione di accorpamento centrata esclusivamente nel primo ciclo di istruzione (infanzia, elementari e medie) - prosegue Romito -, senza intervenire affatto nel secondo (scuole superiori), anche per le fortissime opposizioni politiche tendenti a lasciare invariate le cose come stavano, manifestatesi in importanti e decisive sedi locali. Si sono particolarmente distinti in questo immobilismo il comune e la città metropolitana di Bari, sul cui territorio insiste quasi il 40% di tutta la scuola pugliese». La conseguenza più immediata è stata la nascita di molte nuove scuole con elevato numero di alunni, da circa 1.450 a 1.750 in almeno 16 situazioni territoriali, la metà delle quali in provincia di Bari: istituti difficili da gestire perché, per legge, quelle con 1.200 alunni hanno lo stesso numero di collaboratori scolastici di quelle con 1.750. «La Regione Puglia ha deliberato 44 accorpamenti di scuole - continua il presidente Anp -, 42 nel primo e solo 2 nel secondo ciclo di istruzione (uno nella città di Taranto ed uno in quella di Foggia). Ne mancherebbero 14 per arrivare a 58. Grazie al Milleproroghe si è potuto intervenire per recuperare un massimo del 2,5% di accorpamenti sul totale del numero di scuole cioè appunto 14.

Il decreto prevede che queste scuole “salvate” dovranno però essere identificate, entro il 1° marzo, da parte della Regione stessa perché su di esse non potranno essere effettuate nuove assunzioni né trasferimenti di dirigenti da fuori regione».

I tagli


Il taglio più corposo è avvenuto nella provincia di Bari che perderà 14 autonomie, seguita da Taranto con 7, Lecce, Foggia e Barletta Andria Trani 6 ciascuna, mentre Brindisi ne taglierà 5. Così però rimarrà sospesa per un altro anno ancora la sorte di alcune decine di uffici dirigenziali. «Nel 2025-2026 - conclude Romito - si dovrà provvedere a ripristinare i numeri previsti da legge e decreto: e pensiamo che l’unico modo per uscire dall’impasse delle paventate mega scuole sia solo quello di pensare seriamente e costruttivamente alla razionalizzazione nel secondo ciclo di istruzione, senza più “santuari” intoccabili».
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