L'impennata continua, il senso di smarrimento anche. I numeri pugliesi dell'epidemia piantano un altro chiodo in cima: ieri 1.884 nuovi casi, mai così tanti in un solo giorno, e ieri la Puglia è stata la quarta regione italiana per incremento assoluto (peggio hanno fatto solo Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna). Cresce però anche il numero di tamponi processati: 10.119, con percentuale di positivi sul totale che si attesta comunque al 18,6%, il rapporto test-nuovi casi più alto d'Italia. Da registrare, sul più triste dei verbali, anche altri 28 decessi.
Numeri che stridono con l'ultima, discussa, decisione del ministero delle Salute: la Puglia da mezzanotte è in zona gialla, perciò nella fascia di rischio più bassa. O almeno così decretano i 21 indicatori-sentinella. Michele Emiliano ha dapprima incassato con toni vagamente trionfalistici la promozione («il nostro sistema sanitario ha retto l'ondata grazie alla programmazione fatta sulla rete ospedaliera»), poi ha corretto parzialmente il tiro («nessuno è autorizzato a darsi alla pazza gioia», «se fosse stato per me e al mio istinto di protezione vi avrei chiusi tutti in casa»), infine ha riavvolto il nastro, cambiato approccio e giocato di nuovo il jolly, lasciando trasparire preoccupazione: Puglia a due colori, arancione per Bat, Foggia e parte di Bari (l'area Murgiana), giallo per Lecce, Brindisi e Taranto.
Il governatore sta mettendo infatti a punto un'ordinanza regionale, «da concordare con il ministro Roberto Speranza», «che deve - assieme al governo - assicurare le coperture per i ristori alle aziende che avranno limitazioni operative a causa della proroga della zona arancione». La mappa dei contagi continua del resto a disegnare un'immaginaria linea di frattura tra nord e sud della Puglia: ieri 629 nuovi positivi in provincia di Bari, 230 nella Bat, 444 in provincia di Foggia, 255 in provincia di Taranto, 182 nel Brindisino, 139 nel Salento, 5 casi di residenza non nota. I decessi sono 10 nel Foggiano, 8 nel Tarantino, 6 nel Barese, 3 in provincia di Lecce e 1 residente fuori regione. Quantomeno, e lo stesso Emiliano ieri l'ha voluto sottolineare, la curva dei ricoveri si addolcisce: quarto giorno consecutivo in calo, ieri 1.796 posti letto occupati, rispetto a martedì sono 115 in meno. Nelle terapie intensive sono 220 i pazienti ricoverati, ieri 23 nuovi ingressi (comunque quarta regione dopo Piemonte, Veneto e Lombardia). La pressione ospedaliera dev'essere in ogni caso ancora raffreddata: 48% e 46% il tasso di occupazione dei posti letto in intensiva e negli altri reparti Covid della Puglia (dati Agenas).
Il livello di saturazione ospedaliera è stato preso in esame, e cerchiato in rosso, anche dal report di ministero di Istituto superiore della sanità e ministero della Salute.
Spiega Emiliano, più in fibrillazione rispetto a solo ventiquattr'ore prima: «Non mi tranquillizza il fatto che il sistema sanitario pugliese non sia più sotto pressione come qualche giorno fa. Non mi tranquillizza che le nostre terapie intensive e i reparti Covid siano disponibili per nuovi ricoveri. La nostra capacità ospedaliera non può essere la motivazione per abbassare la guardia sul controllo dei contagi. Gli operatori sanitari sono stanchi e non possiamo pensare di lasciare solo agli ospedali il compito di fronteggiare la situazione. Anche molti sindaci lamentano la difficoltà delle forze dell'ordine di far rispettare ai cittadini le norme anticovid. La classificazione come zona gialla della Puglia in base agli indicatori e agli algoritmi messi a punto dal Governo potrebbe non offrire sufficienti garanzie per la tenuta di alcuni territori. Ecco perché siamo al lavoro con Pierluigi Lopalco, Vito Montanaro, Lucia Bisceglia, Rossana Lanza per predisporre un'ordinanza da concordare con il ministro Speranza che mantenga in zona arancione le province di Foggia e Bat e parte dell'area Murgiana della Città metropolitana di Bari». Ieri videconferenza con gli enti locali, oggi nuovi step e forse già il provvedimento che renderà bicolore la Puglia.