Mortalità nel Salento: già raggiunta la soglia della prima ondata. La media: 2 morti al giorno nelle ultime due settimane

Mortalità nel Salento: già raggiunta la soglia della prima ondata. La media: 2 morti al giorno nelle ultime due settimane
di Maddalena MONGIò
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Sabato 5 Dicembre 2020, 07:52 - Ultimo aggiornamento: 08:10

Curva dei contagi in discesa, ma il numero dei morti ha già eguagliato quello della prima ondata e in 14 giorni è raddoppiato con una media di due decessi al giorno. In una settimana infatti i morti sono stati 19: da 42 a 61.
Sono gli aspetti che risaltano nel report della settimana a cavallo tra fine novembre e i primi di dicembre curato da Fabrizio Quarta, direttore dell'unità di Epidemiologia e Statistica della Asl di Lecce. Ma intanto si fa caldo il fronte dei pazienti no-Covid con il Tribunale per i Diritti del Malato di Casarano che lamenta una grave carenza di medici nel reparto di Ortopedia dell'ospedale Ferrari e la soppressione del servizio di Odontoiatria per i disabili a Gallipoli.


Con ordine. Il rapporto tra positivi e tamponi eseguiti scende in una settimana di 3 punti percentuali: era al 13,44 per cento a fine novembre, ieri si è attestato al 10,44 per cento. Dall'inizio della pandemia sono stati effettuati 88.676 tamponi su casi sospetti e di questi sono risultati positivi 5.143, poi c'è il capitolo che riguarda i test ripetuti che ammontano a 46.280 per accertare l'avvenuta negatività.


Ma il numero di morti, esiguo in termini assoluti, ha pareggiato - come detto - quello della prima ondata: dal 29 febbraio al 31 luglio sono deceduti in 62, dal primo agosto e sino a ieri erano 61, a cui vanno aggiunti i due decessi registrati ieri dal Bollettino giornaliero della Regione Puglia.

In più in 14 giorni i morti sono passati da 31 (il 20 novembre) a 61 (il 4 dicembre) segnando una media giornaliera di 2 morti al giorno.


Il più alto numero di contagi a Lecce (255), Taurisano (109), Tricase (69). Sul lato della speranza va detto che in questi primi giorni di dicembre l'infezione pare abbia mollato un po' la presa, almeno sul fronte ospedaliero. Il pronto soccorso del Fazzi di Lecce ieri aveva in attesa di ricovero 8 degenti, contro le punte di 28 dei qualche giorno fa. Il numero dei pazienti è in calo progressivo: 142 il 20 di novembre, 136 il 27, 134 il 4 dicembre. Questo anche perché contestualmente cresce il numero dei guariti: 107 il 20 novembre, 165 il 27, 219 il 4 dicembre. Chiaramente sul maggior numero di dimessi incide anche l'esperienza maturata dai medici che oggi hanno più conoscenze nel trattare una malattia che quando si è presentata era sconosciuta.


Rimane il nodo del personale. Continua a esserci necessità di anestesisti, infettivologi, pneumologi, specialisti di medicina interna. Per gli anestesisti la soluzione dovrebbe essere vicina, compatibilmente con i tempi della burocrazia, perché ormai il concorso si è concluso mercoledì scorso con la prova orale sostenuta da 65 candidati (fra già specializzati e specializzandi), ma per infettivologi sono andati deserti due bandi e anche gli altri specialisti sono merce rara. C'è una lievissima flessione anche del tasso di incidenza provinciale del Covid ogni mille abitanti essendo passato dal 2,9 dell'ultima di novembre al 2,8 dei primi di dicembre.
In calo anche il numero di comuni con un'incidenza superiore alla media provinciale: nel report di ieri se ne contano 33 e soprattutto con dati in netto miglioramento. Non è un caso, insomma, se la Puglia è passata dalla zona arancione a quella gialla, circostanza che l'assessore regionale alle Politiche della salute, Pier Luigi Lopalco, non avrebbe voluto si verificasse nel timore che possa essere un segnale del liberi tutti che in estate non ha portato bene e ora se ne pagano i prezzi.


E poi c'è il no-Covid troppo spesso trascurato. La responsabile del TDM di Casarano, Cristina Lezzi, e la coordinatrice dell'assemblea territoriale di Casarano, Ilaria De Rocco, hanno scritto ai vertici Asl denunciando carenze di personale e taglio del servizio di odontoiatria ai disabili. Per quanto riguarda Ortopedia segnalano che: «A questo TDM continuano a pervenire segnalazioni circa la difficoltà di prenotazione per una visita ortopedica, anche in intramoenia, di fruire agevolmente dei servizi ambulatoriali e degli interventi programmati del reparto di Ortopedia. Detta disfunzione non è certamente da attribuirsi ai medici o al personale del reparto che lavora sotto organico e con abnegazione. Il personale medico è ridotto a cinque unità, di cui due in malattia per tutto il mese di novembre, due impegnati in sala operatoria, uno per le visite ambulatoriali e per la tenuta del reparto. Non avendo il dono dell'ubiquità, se l'ambulatorio assorbe quell'unità medica per tutto il tempo della mattinata, si capisce che il reparto rimane scoperto».

Dal TDM affermano che il Covid ha aggravato i problemi. «Non è possibile si legge nella missiva che per accedere alle prestazioni sanitarie il cittadino debba caricarsi di oneri organizzativi e logistici insopportabili, che sono di pertinenza dell'Azienda e del Servizio Sanitario Regionale. Occorre, pertanto, tornare a curarsi con le giuste precauzioni, così come necessario in tempi di emergenza Covid». E per l'odontoiatria ai disabili fanno un appello: «A seguito del pensionamento del responsabile del servizio, avvenuto circa tre mesi fa, l'ambulatorio che ha sempre servito un'ampia utenza del Basso Salento non funziona più con conseguente notevole disagio delle famiglie interessate. Si fa presente che gli utenti di questo servizio sono persone fragili spesso con disabilità anche gravi, che devono essere accompagnati da genitori o parenti avanti con gli anni per i quali risulta alquanto disagevole spostarsi alla ricerca delle cure necessarie. Pertanto è essenziale che i pazienti e i familiari non siano lasciati soli, come purtroppo sta accadendo, affinché non diventino malati invisibili e senza alcuna voce in capitolo».

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