Balneari, gli operatori delusi: «Così non ci sentiamo tutelati»

Balneari, gli operatori delusi: «Così non ci sentiamo tutelati»
di Giuseppe MARTELLA
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Venerdì 21 Aprile 2023, 05:00

In Lussemburgo, alla lettura della sentenza, era presente l’avvocato Nicolò Maiellaro, vicepresidente nazionale di Base Balneare, sindacato che anche in Puglia riunisce diverse imprese del settore balneare. «Una giornata importante – ricorda – soprattutto perché lascia aperti diversi spiragli rispetto a una questione molto complessa. Un plauso va fatto e merito va riconosciuto al Tar Lecce che ha impugnato le decisioni in seduta plenaria del Consiglio di Stato». Da Maiellaro parte l’invito al governo: «È necessario addivenire nel più breve tempo possibile a una mappatura certa del demanio marittimo, ma anche fluviale e dei laghi. L’esecutivo convochi al più presto i tavoli tecnici e dia un numero certo, portando a conclusione un conteggio reale delle aree demaniali sul territorio». 

Le reazioni


Convinto che si debba ripartire da una mappatura certificata ed esatta è anche Alfredo Prete, titolare dello stabilimento Lido York, struttura storica della marina leccese di San Cataldo, ed ex presidente della Camera di Commercio di Lecce. «Mappare le zone date a concessione risulta fondamentale in questo momento storico dopo che la sentenza della Corte di Giustizia Europea, che non attendevamo di certo a nostro favore, ha lasciato spazio alla discrezionalità dello Stato Membro che può esprimersi sulla scarsità della risorsa a disposizione. Non è un’azione molto complicata, si dispone già dei dati nel Sid, il Portale del Mare per la Pianificazione del Demanio e dello Spazio Marittimo, si tratterebbe di chiudere il cerchio». Prete continua: «Restando all’esperienza di Lecce, Il Piano Comunale delle Coste approvato ha confermato, agendo anche in ottemperanza di quelli che sono i dettami della legge regionale, le 17 concessioni esistenti alle quali ne aggiunte 20 nuove. Segno evidente che la quota disponibile di demanio marittimo non è così scarsa». Ribadito che il pericolo è quello che si possa aprire una lunga stagione di ricorsi, Prete conclude: «In un quadro di incertezza noi operatori continueremo a fare impresa, il mio stabilimento è aperto dalla metà di marzo perché credo da sempre nella destagionalizzazione, è fondamentale che il governo lavori a una norma essenziale e chiara che risulti applicabile, inoppugnabile e inattaccabile». 
A tirare le orecchie all’esecutivo guidato da Giorgia Meloni arrivano le considerazioni di Giuseppe Laghezza, titolare di Lido Bizzarro, aperto dal 1966 a Torre Canne di Fasano. «Non ho ancora avuto modo di leggere la sentenza, ma avverto una certa delusione per un governo che ha sempre sbandierato l’idea di tutelarci ma che, al momento decisivo, ha tirato i remi in barca e ha tradito le nostre aspettative». Per Laghezza il rischio serio è quello di arrivare a ingolfare i tribunali con una serie di ricorsi che avranno tempi biblici per la loro soluzione: «Quello di Lido Bizzarro rischia di divenire un caso di scuola. Oltre la concessione demaniale, per la quale abbiamo versato tutti i contributi sino al 2033, termine sino al quale siamo stati autorizzati, abbiamo un ristorante e un bar edificati da mio padre a metà tra il demanio e la nostra proprietà privata. Cosa accadrà – la chiosa - se con la gara dovessimo perdere la concessione, potrei mantenere la licenza dei due locali o sarei espropriato dei miei terreni? Un groviglio difficile da districare, questo come tanti altri».
Per Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari Confindustria, «la sentenza della Corte di Giustizia del Lussemburgo ha confermato quanto Assobalneari Italia sta predicando in tutte le lingue da mesi e cioè che per la corretta applicazione della Direttiva Bolkestein si debba avere contezza di quante siano le concessioni assegnate e di quante aree libere siano ancora disponibili.

Sostanzialmente si tratta del Principio della mappatura che deve stabilire a livello nazionale la scarsità della risorsa, contestando i principi contenuti nelle sentenze gemelle del Consiglio di Stato che davano per limitata a priori la risorsa del bene spiaggia. Questa sarà una prerogativa dello Stato membro che dovrà stabilire i criteri per eseguirla ».

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