Avvocati, corsa al bonus da 600 euro: a Lecce, Brindisi e Taranto più del 60% ha già presentato richiesta

Avvocati, corsa al bonus da 600 euro: a Lecce, Brindisi e Taranto più del 60% ha già presentato richiesta
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Martedì 7 Aprile 2020, 11:59 - Ultimo aggiornamento: 12:02
Anche in Puglia la corsa al bonus ha riguardato più della metà degli avvocati. Nel Salento a presentare la domanda per il reddito di ultima istanza, fino al 4 aprile scorso, è stato circa il 60 per cento del totale degli iscritti, cioè secondo una prima stima circa 2.800 professionisti su un totale di poco meno di 5mila iscritti all'Ordine e alla Cassa forense tra Lecce e provincia. Nell'intero distretto che comprende anche i professionisti delle province di Brindisi e Taranto i numeri parlano di 5.615 domande pervenute di cui la quasi totalità - cioè 5.481 domande - avanzata da avvocati che nel 2018 hanno denunciato redditi inferiori ai 35mila euro.
Le restanti 134 domande sono arrivate invece da professionisti che nello stesso anno, hanno dichiarato un reddito compreso tra i 35mila e i 50mila euro ma che hanno subìto danni economici a causa del coronavirus. Gli avvocati così come tutti i professionisti italiani hanno diritto a un bonus da 600 euro: un contributo una tantum per il mese di marzo, ma che potrebbe essere prorogato per aprile e, come sperano i professionisti, anche aumentato fino a 800 euro. Un sussidio che si somma alle altre forme di sostegno già garantite dalla Cassa forense, che come prima misura ha predisposto la sospensione dei versamenti contributivi fino al 30 settembre.
Per l'Ordine, però, il bonus non basta certo a colmare i danni subìti dalla categoria a causa dell'emergenza sanitaria in corso. «Si tratta ha commentato il presidente dell'Ordine degli avvocati di Lecce, Antonio De Mauro di un aiuto minimo concesso dal Governo, ai limiti della sussistenza. Soprattutto perché si inserisce in un contesto di difficoltà generale della professione forense. A soffrire di più, naturalmente, sono i professionisti più giovani, perché magari non hanno una clientela consolidata nel tempo, ma si tratta comunque di una sofferenza diffusa».

Anche per Brindisi, la percentuale di avvocati che ha presentato domanda è di circa il 60 per cento. L'attività giudiziaria, come molte altre, è pressoché paralizzata. Il Tribunale è aperto, ma gli studi sono di fatto chiusi (essendo impossibile in queste condizioni ricevere i clienti, se non per questioni realmente urgenti).
Si celebrano unicamente le udienze di convalida e gli interrogatori di garanzia, i processi per direttissima, per il penale. Al civile si trattano solo indifferibili questioni in materia di volontaria giurisdizione e famiglia. Non sono state abbandonate le persone che hanno bisogno di tutele, insomma. E vengono affrontate, come previsto dalle norme urgenti imposte, anche le faccende relative agli alimenti per i coniugi o i minori, specie quando si tratta di denaro necessario al sostentamento.
Le altre udienze sono state rinviate. Lo stop è stato ieri prorogato all'11 maggio. Dopo di allora si dovrà ricominciare, ma probabilmente rinunciando alle stesse abitudini di sempre. Ai sovraffollamenti delle aule che, specie nel civile, hanno contraddistinto una stagione ormai non più replicabile.
Il rischio di accumulo dei procedimenti giudiziari è concreto. Ma la riduzione al minimo delle attività degli uffici non potrà che incidere anche sul lavoro degli avvocati. Non tutti sono favorevoli alla celebrazione di udienze in via telematica, si pongono problemi di genuinità della prova e al penale delle modalità con cui si dovrà procedere con arringhe e affini. Viene considerato il rischio che alcuni passaggi del dibattimento, al penale, possano essere saltati o sminuiti dalle modalità da remoto. Al civile, dove il processo telematico funziona ormai da tempo, sembrerebbe essere più semplice. Le associazioni di avvocati, l'ordine forense presieduto da Claudio Consales, insieme ad esponenti della magistratura (e ai dirigenti degli uffici) stanno pensando a realizzare protocolli con cui si stabilirà come regolarsi in futuro.

A Taranto gli avvocati che hanno presentato la domanda per accedere al bonus sono poco più di 1900, su una platea di aventi diritto un po' più ampia. «Un numero che è salito e potrebbe continuare ad aumentare in ragione della interpretazione estensiva del provvedimento. Che porta ad includere tra i potenziali beneficiari anche chi è diventato avvocato lo scorso anno o in quello in corso».
La radiografia dell'emergenza Covid-19 vissuta sulla propria pelle dai legali jonici emerge nitida dalle parole di Donato Salinari, delegato della Cassa professionale per l'Ordine degli avvocati di Taranto. Quei numeri raccontano una categoria in difficoltà consegnando una crisi delle toghe che va chiaramente oltre il blocco dell'attività per la tragedia coronavirus. Ecco perché il provvedimento del Governo, allargato ai professionisti, inevitabilmente, ha innescato una corsa a quel sostegno.
In riva allo Jonio, complessivamente, la misura è rivolta ad una platea di oltre diecimila professionisti iscritti ad ordini e collegi, in larga parte rappresentati dal Cup, il comitato unitario delle professioni.

La norma introdotta con il decreto Cura Italia fissa come steccato per accedere al contributo di 600 euro un reddito entro i 35.000 euro, avendo come punto di riferimento l'ultima dichiarazione. Ma il limite sale sino a 50.000 euro se l'interessato è in grado di provare una contrazione del 33% del volume d'affari nel primo trimestre del 2020, rispetto agli introiti dello stesso periodo dello scorso anno. In quel range, secondo un calcolo che va calibrato sulle specificità di ogni singola categoria, rientra un buon 70% dei professionisti tarantini. A questo va aggiunto che alcune categorie, come i consulenti del lavoro, su richiesta delle aziende per le quali lavorano, stanno evitando di presentare fatture in questo momento. Da un lato perché non intendono aggravare le difficoltà nelle quali si dibattono le imprese, dall'altro perché hanno la certezza che resteranno insolute. Ecco perché tantissimi professionisti tarantini hanno chiesto di aggrapparsi a quella piccola ciambella di salvataggio lanciata dal Governo.
Per gli avvocati la cassa forense ha predisposto sul proprio sito l'accesso ad un modulo da inviare telematicamente. Il primo giorno per completare la procedura ci sono volute ore. Le domande saranno vagliate e liquidate in pochi giorni. Ma per i togati la cassa professionale ha messo in campo anche altri strumenti per affrontare l'emergenza Covid-19
«Si è disposta - spiega ancora l'avvocato Salinari - la sospensione degli adempimenti previdenziali sino al 31 dicembre. Potranno essere saldati in due rate annuali, con scadenza al 31 marzo 2021 e al 31 marzo 2022, senza sanzioni o interessi. Ma sarà possibile accedere anche ad una dilazione in 72 mesi, senza sanzioni e con l'applicazione di un tasso dell'1,50%. Inoltre - continua l'avvocato tarantino - è previsto l'utilizzo di un fondo straordinario di dieci milioni di euro per iniziative a sostegno della professione, oltre a due bandi per accedere a contributi per il rimborso del 50% del canone di locazione dello studio professionale. In più abbiamo stipulato una convenzione per l'accesso degli iscritti al credito agevolato con la Bnl. Sul piano medico - conclude - si è adottata l'estensione della nostra polizza sanitaria al fine di usufruire di videoconsulti psicologi e di igiene e profilassi, in caso di sintomi riconducibili all'epidemia in corso, ed è stata introdotta una card gratuita per beneficiare di sconto in caso di utilizzo di strutture sanitarie convenzionate».

Le domande possono essere presentate entro il 30 aprile presso l'ente di previdenza sociale degli avvocati tramite il sito www.cassaforense.it.
E a livello nazionale, fino al 4 aprile scorso, sono state circa 375mila le domande per il bonus arrivate alle casse di previdenza dei professionisti italiani iscritti ai vari Albi: si tratta di ingegneri, architetti, geometri, psicologi, commercialisti e ancora veterinari, giornalisti, ragionieri, biologi, farmacisti e notai. A livello nazionale la platea più numerosa pari a circa 120mila iscritti è proprio quella degli avvocati.

Altri aiuti agli avvocati, relativamente alle coperture sanitarie, arrivano dalla Cassa forense: intanto sul sito dell'ente, alla sezione Polizze è offerta l'attivazione gratuita della Card Vis-Valore in Sanità, della durata di un anno, che permette di accedere a visite e strutture mediche con prezzi più convenienti. Per i professionisti risultati positivi al Covid-19 è stata prevista una diaria di 75 euro al giorno per ogni giorno di ricovero ospedaliero (per 30 giorni al massimo); per i positivi al Covid che trascorrono la quarantena in casa, una diaria giornaliera di 50 euro (per 15 giorni al massimo) e infine un'indennità di ricovero pari complessivamente a 1.500 euro nel caso in cui l'assicurato sia stato in terapia intensiva.
 
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