Fra poche ore il Senato voterà sulla fiducia al governo Conte. Per capire bene la posta in gioco bisogna partire da un paletto: vince chi prende più voti. In parole semplici se i "sì" alla fiducia sarranno più dei "no", anche per la differenza di un solo voto, il governo sarà salvo. In caso contrario Giuseppe Conte dovrà salire sul Colle e dimettersi. I voti di astensione, prefigurati da Italia Viva, non contano.
Secondo paletto: non è vero che il governo ha bisogno della maggioranza assoluta che a Palazzo Madama è di 161 voti.
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I voti
Fissato lo scenario generale, in concreto che cosa può succedere oggi? Secondo gli addetti ai pallottolieri, sia di maggioranza che di opposizione, al momento Conte può contare fra 153 e 155 voti mentre le opposizioni possono contare su 145/148 consensi. Le astensioni di Italia Viva dovrebbero essere 16 perché due senatori del gruppo dovrebbero votare a favore del governo.
Impossibile essere più precisi perché alcuni senatori hanno dichiarato esplicitamente che decideranno il da farsi solo all'ultimo minuto e non è ancora chiaro quanti dei sei senatori a vita parteciperanno al voto. E' assai improbabile ad esempio che l'ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, oggi sia a Palazzo Madama così come l'architetto Renzo Piano che sarebbe all'estero.
La gran parte degli osservatori comunque prevede che il governo supererà la prova sul piano numerico. Diverso il discorso sul piano politico. L'uscita dalla maggioranza di Italia Viva renderà assai precaria la vita del governo nelle commissioni parlamentari dove si formano le leggi. Il Senato rischia di diventare un Vietnam per Conte a meno che non emerga un nuovo equilibrio politico con un nuovo accordo con i renziani oppure con un'altra forza politica.