“Vola che ti passa”: nel Salento un corso per battere la paura dell'alta quota

“Vola che ti passa”: nel Salento un corso per battere la paura dell'alta quota
di Azzurra DE RAZZA
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Venerdì 15 Aprile 2016, 21:31 - Ultimo aggiornamento: 16 Aprile, 12:49

C’è chi sogna di volare e chi, invece, di immaginarsi sospeso nei cieli proprio non ne vuole sapere, nemmeno in sogno. Eppure volere e volare possono conciliarsi, anche per gli aerofobi più incalliti.
Dalla sinergia tra la scuola di volo Air Salento e il centro di psicologia e neuropsicologia Nova Mentis di Galatina, nasce “Volo Sereno”, una sorta di progetto di riabilitazione sociale per chi ha paura di volare. Si tratta, più semplicemente, di un programma in dieci appuntamenti, grazie al quale si dovrebbe perdere la paura di volare, attraverso una particolare tecnica terapeutica, come quella cognitivo-comportamentale di gruppo, che prevede anche, per esempio, psicoeducazione all’ansia, e l’apprendimento di nozioni base sul funzionamento dei sistemi di sicurezza di aeromezzi. Nulla di aleatorio, si tratta, piuttosto, di un metodo scientifico, novità per la Puglia.
E’ molto simile, nell’impostazione metodologica ma differente nella sua complessità, a quello che è già stato sperimentato con successo da una nota compagnia aerea spagnola low cost operante negli aeroporti italiani. Secondo i dati raccolti, infatti, il 99,2% dei pazienti che ha seguito il percorso terapeutico è riuscito a vincere le proprie paure. Il progetto “Volo Sereno” mira a replicare l’efficacia di quel trattamento cognitivo comportamentale.

Che l'aereo sia il mezzo di trasporto più sicuro lo dicono i numeri, la statistica. Eppure il 55% dei cittadini europei ha questo problema con l’alta quota e con i condizionamenti annessi, fosse anche solo rinunciare a viaggi di lavoro o a raggiungere parenti lontani.
Il nuovo programma di desensibilizzazione alla paura di volare è stato presentato ieri presso l’avio superficie Corte De’ Droso di Melpignano, base operativa di Air Salento, scuola di volo VDS autorizzata dall’Aereo Club d’Italia, dove, tra l’altro, si terrà il cosiddetto “battesimo del volo” previsto, per i partecipanti, alla fine del progetto, cioè dopo i dieci incontri, otto dei quali di terapia di gruppo, diluiti in otto settimane.
Durante l’incontro di ieri è stato presentato il Biofeedback, una tecnica terapeutica che utilizza una strumentazione elettronica e computerizzata che, attraverso l’uso di segnali visivi e/o acustici, valuta se l’andamento di eventi fisiologici come, ad esempio, il grado di contrazione dei muscoli, la frequenza cardiaca o la temperatura periferica, siano patologici o meno, supportando il terapeuta ad impostare il giusto trattamento, ma può aiutare, poi, anche, la persona a controllarli, servendosi dei segnali visivi e/o acustici che gli vengono presentati. In pratica, nel caso della paura di volare, il biofeedback consente di allenarsi ad essere rilassati anche in presenza di stimoli quali il rumore di un aereo o anche l'immagine in movimento di un aereo in volo.
Insomma, superare la paura si può. E provare a guardare serenamente oltre le nuvole.
 

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