Uliveti, terra dei fuochi. L'allarme di Coldiretti: «Incendi cresciuti del 24%»

Uliveti, terra dei fuochi. L'allarme di Coldiretti: «Incendi cresciuti del 24%»
di Erasmo MARINAZZO
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Lunedì 24 Agosto 2020, 08:42 - Ultimo aggiornamento: 08:49

Hanno toccato quota 1.050 il numero degli incendi di ulivi scoppiati nel Salento a partire da giugno. Il 70 per cento, in altre parole, di tutti gli interventi dei vigili del fuoco del comando provinciale di Lecce e della Protezione civile. Un dato che descrive un fenomeno dilagante che nella sola zona di Ugento ha visto un incremento del 24 per cento rispetto all'anno scorso quando la sistematicità dei roghi degli uliveti affetti dalla xylella fastidiosa era stata oggetto di una interrogazione parlamentare. In tutto 118 gli interventi nei mesi di luglio ed agosto a Ugento e nelle zone limitrofe.

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I dati sono quelli di Coldiretti Puglia ed includono anche l'incendio scoppiato nella notte fra venerdì e sabato scorsi nelle campagne fra Acquarica del Capo e Torre Mozza e quello di mercoledì notte lungo la strada statale 101 Lecce-Gallipoli. E i roghi non si fermano: sabato notte un altro incendio ha devastato l'uliveto alla periferia di Trepuzzi, in contrada Case Bianche, sulla strada per Surbo.

Il Salento sta diventando una terra dei fuochi con gli uliveti essiccati dal batterio? Come accadeva in Campania fra Napoli e Caserta per distruggere i rifiuti solidi urbani? Coldiretti tiene alta l'attenzione: «È andato in fumo l'ennesimo campo di 300 ulivi a Ugento, dove sono stati necessari oltre 1.000 litri di acqua per spegnere ogni singolo ulivo divenuto una torcia di fuoco», l'accusa del presidente regionale Savino Muraglia. «Va il nostro plauso ai volontari della Protezione civile che stanno intervenendo tempestivamente da settimane, così come i vigili del fuoco sull'intera provincia di Lecce con 1500 incendi da giugno ad oggi. Il 70 per cento degli incendi interessa gli ulivi, una strage che si ripete lasciando paesaggi lunari nel Salento dove le fiamme si moltiplicano riducendo in torce gigantesche gli ulivi colpiti dall'infezione. Anche a causa dell'abbandono forzato in cui versano campi pieni di sterpaglie e infestanti. Con evidenti problemi di sicurezza».

Un danno, ricorda Muraglia non solo all'economia ed al paesaggio ma anche al patrimonio culturale. Con ripercussioni su tutta l'economia: l'agricoltura e il turismo, fino agli investimenti dell'indotto commerciale e artigianale legato all'agroalimentare ed alla ricettività.

Al danno si aggiunge la beffa. La pensa così il presidente provinciale di Coldiretti che inquadra il fenomeno dei roghi degli uliveti nello stato di abbandono in cui gli stessi si trovano da anni: «Sono troppi gli ettari di uliveto ormai improduttivi da anni, a causa dei ritardi negli espianti e reimpianti che hanno aggravato una situazione già critica, con la burocrazia che arreca più danni della xylella. Le lungaggini e gli intoppi regionali per liberare le risorse della sottomisura 5.2 del Psr Puglia hanno prodotto ritardi biblici negli espianti, tanto che molti agricoltori saranno costretti e reimpiantare se tutto va bene nel marzo 2021. A questo si aggiungono i vincoli paesaggistici, per cui a nulla sono serviti i nostri continui appelli, che ancora ostacolano la rigenerazione del Salento, gli espianti e i reimpianti anche di altre colture che libererebbero finalmente il Salento dalla condanna di una monocoltivazione».

Cantele infine ricorda che a distanza di sei anni dalla scoperta del primo ulivo infetto, gli agricoltori siano rimasti lasciati soli.
E gli incendi? A breve la sezione di polizia giudiziaria dei vigili del fuoco presenterà una informativa in Procura.

E si indagherà per stabilire se ed in quali casi si possa parlare di incendi accidentali. E se ed in quali casi di incendi volontari.

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