Litoranea Torre Specchia-San Foca: 14 chilometri di cantiere tra corsie strette e rischi per auto e moto

Litoranea Torre Specchia-San Foca: 14 chilometri di cantiere tra corsie strette e rischi per auto e moto
di Paola ANCORA
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Mercoledì 20 Luglio 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:50

Litoranea ridotta a cantiere, nonostante siano trascorsi tre anni. Con la segnaletica orizzontale confusa, ancora gialla, poco visibile. La pista ciclabile interrotta all’altezza della Poesia e la carreggiata che, in alcuni punti, non è transitabile in doppio senso di marcia. Il progetto per la riqualificazione e la messa in sicurezza di 14 chilometri di litoranea, da Torre Specchia a Torre dell’Orso, si è fermato qui. Nonostante l’estate, il via vai dei vacanzieri, la necessità di garantire a chi si muove arterie e servizi sicuri e accessibili. Tre anni sono trascorsi senza che il Comune di Melendugno riuscisse a completare un progetto finanziato dalla Regione e che, finora, ha causato più problemi e proteste che lo sperato snellimento del traffico per trasformare la litoranea in una “strada parco” a senso unico e dedicata principalmente a pedoni e ciclisti, come avrebbe voluto il Piano paesaggistico territoriale tematico pugliese. 

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Corsie troppo strette: appena 3,25 metri

Solo il tratto da Torre Specchia a San Foca - dove domenica sera una coppia ha perso tragicamente la vita in un incidente in moto - si può dire concluso e transitabile in sicurezza: la strada è a senso unico, la corsia larga a norma di legge, la pista ciclabile terminata e interamente percorribile fino all’uscita dalla marina, in direzione Roca. Appena varcati i “confini” di San Foca, meglio tenere gli occhi aperti, specie di notte, quando la visibilità è ridotta e la segnaletica orizzontale ancora di cantiere e confusa non aiuta a orientarsi. 
Al primo curvone per raggiungere Roca – sito archeologico visitato ogni anno da migliaia di turisti - la carreggiata intera misura 5 metri e 47 centimetri, il punto più largo di questo tratto di litoranea interessato dai lavori.

All’altezza del Regina Pacis, da anni abbandonato, in un punto la carreggiata si restringe, pur mantenendo le due corsie, e misura 4 metri e 65 centimetri, ben al di sotto dei limiti minimi indicati dal Codice della Strada per un’arteria cosiddetta “di scorrimento”. Per ragioni di sicurezza strade simili devono essere ampie sei metri e mezzo, ossia 3,25 metri a corsia. Non a caso, in quel punto, non passano mai due auto contemporaneamente in direzione opposta. Si è fatto posto alla pista ciclabile, “erodendo” spazio utile alle auto, ma senza stabilire il senso unico come inizialmente previsto.  Qualche mese fa, infatti, il Comune installò - fra gli altri - un segnale di divieto che impediva di raggiungere Torre dell’Orso da Roca. Ci fu una pioggia di proteste, l’intervento della Municipale di Melendugno – che evidenziava la difficoltà di gestione del traffico - e il segnale sparì. Ma non i problemi legati a un progetto ancora non concluso e che nel pieno dell’estate consegna all’insicurezza 14 chilometri di litoranea trafficata. 

Pista ciclabile nel mirino dei residenti

A Roca i residenti non hanno mai smesso di protestare per quella pista ciclabile che passa davanti alle porte d’ingresso delle loro abitazioni senza una banchina che, anche quando c’è, è disseminata di pali o ben più stretta dei 50 centimetri previsti dalle norme. Tuttavia nel centro abitato la carreggiata si riallarga: all’incrocio con via Apostolo Zeno misura cinque metri che diventano cinque metri e 11 centimetri vicino alla chiesetta della Madonna di Roca, proprio di fronte alla Grotta della Poesia. Qui scompare la pista ciclabile e non c’è traccia di marciapiede: turisti e ragazzi delle colonie, infatti, percorrono quel pericoloso tratto camminando radenti alla recinzione di legno, accanto alla quale ci sono ancora i delineatori lamellari di corsia tipici dei cantieri. Anche qui, la segnaletica orizzontale continua a essere confusa, intuire quale sia la corsia da seguire – specie di sera – è complicato. L’asfalto è rattoppato in più punti e, proseguendo la passeggiata lungo la strada che porta a Torre dell’Orso, la pista ciclabile riprende la sua corsa e si restringe man mano. All’ingresso della marina che ospita una delle baie più belle del Salento è larga 1,65 metri. Impossibile percorrerla nel doppio senso di marcia in questo punto: si deve scendere dalla bici e andare a piedi.  Certo, i lavori vanno completati. Oltre alla ciclabile, andranno realizzati i quattro parcheggi previsti, la viabilità alternativa, andranno abbellite con essenze arboree la strada e la pista per ciclisti. Ma perché, dopo tre anni di lavori, si è lasciata a cantiere una litoranea fra le più trafficate del Salento? Perché, in nome della tanto invocata sicurezza, non si è riusciti a concludere l’intervento in tempo utile o a procrastinarlo a settembre? 
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