Una stima di 170mila euro per la copia in bronzo della statua di Sant’Oronzo. E ci sono le prime disponibilità di banche e imprese del territorio pronte a farsi carico delle spese e a finanziare il progetto. Ma la strada da seguire dovrà essere quella dell’Art Bonus. Contatti che si sono moltiplicati negli ultimi giorni e che potrebbero concretizzarsi a stretto giro d’intesa, ovviamente, con il Comune di Lecce.
Il progetto del "clone"
Emergono nuovi dettagli dietro al progetto di realizzazione del clone della statua del patrono della città da collocare in cima alla colonna di piazza di Sant’Oronzo. Come annunciato qualche giorno fa dal sindaco Carlo Salvemini, l’iter che porterà alla riproduzione fedele dell’originale restaurato e custodito a Palazzo di Città in attesa di una nuova collocazione «è in fase avanzata». Dopo le prime anticipazioni sulla tecnica di lavorazione indicata dall’Università del Salento - fusione in bronzo a cera “persa” per garantire massima precisione e circa un anno di lavoro dall’ok definitivo, come precisato da Raffaele Casciaro direttore del Dipartimento Beni culturali - adesso trapelano i primi dettagli sui costi dell’operazione. Inclusivi di realizzazione e ricollocamento. Circa 170mila euro. È la cifra stimata per avere “chiavi in mano” la copia di Sant’Oronzo che andrà a sostituire l’originale di cui la colonna è sprovvista da ormai 4 anni. Una cifra non da poco soprattutto per Palazzo Carafa alle prese con grossi problemi di bilancio. Per questo il Comune ha avviato alcune interlocuzioni mirate alla ricerca di sponsor per finanziare il progetto.
I finanziatori
L’amministrazione avrebbe già raccolto le prime disponibilità - istituti bancari e imprese del territorio - che sarebbero ben disposte a contribuire economicamente alla realizzazione dell’opera per permettere alla città di riavere il simbolo di Sant’Oronzo in piazza.
Lecce e l'Art Bonus
Nel caso del capoluogo salentino, l’Art Bonus consentirebbe a imprese e banche locali di finanziare la copia della statua avendo una spesa meno “impattante” sui propri conti. Un incentivo non da poco e che potrebbe attirare nuovi finanziatori. In realtà, l’ipotesi di usufruire dell’Art Bonus era stata annunciata proprio dal sindaco Carlo Salvemini alcuni mesi fa. «Ciascun cittadino potrà contribuire a questa impresa, avendo la possibilità di legare il proprio nome a quest’opera» aveva dichiarato. Ma da quel momento si è persa ogni traccia.
La palla passa nuovamente al Comune per riproporre l’Art Bonus. Venendo incontro alle richieste dei mecenati e alle sollecitazioni dei tanti leccesi che chiedono di fare in fretta per riportare Sant’Oronzo (o quantomeno la sua copia) nel “salotto” della città.