Lecce, “copia” da 170mila euro per Sant'Oronzo. Art Bonus con banche e imprese

Lecce, “copia” da 170mila euro per Sant'Oronzo. Art Bonus con banche e imprese
di Stefania DE CESARE
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 2 Marzo 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 15:40

Una stima di 170mila euro per la copia in bronzo della statua di Sant’Oronzo. E ci sono le prime disponibilità di banche e imprese del territorio pronte a farsi carico delle spese e a finanziare il progetto. Ma la strada da seguire dovrà essere quella dell’Art Bonus. Contatti che si sono moltiplicati negli ultimi giorni e che potrebbero concretizzarsi a stretto giro d’intesa, ovviamente, con il Comune di Lecce.

Il progetto del "clone"


Emergono nuovi dettagli dietro al progetto di realizzazione del clone della statua del patrono della città da collocare in cima alla colonna di piazza di Sant’Oronzo. Come annunciato qualche giorno fa dal sindaco Carlo Salvemini, l’iter che porterà alla riproduzione fedele dell’originale restaurato e custodito a Palazzo di Città in attesa di una nuova collocazione «è in fase avanzata». Dopo le prime anticipazioni sulla tecnica di lavorazione indicata dall’Università del Salento - fusione in bronzo a cera “persa” per garantire massima precisione e circa un anno di lavoro dall’ok definitivo, come precisato da Raffaele Casciaro direttore del Dipartimento Beni culturali - adesso trapelano i primi dettagli sui costi dell’operazione. Inclusivi di realizzazione e ricollocamento. Circa 170mila euro. È la cifra stimata per avere “chiavi in mano” la copia di Sant’Oronzo che andrà a sostituire l’originale di cui la colonna è sprovvista da ormai 4 anni. Una cifra non da poco soprattutto per Palazzo Carafa alle prese con grossi problemi di bilancio. Per questo il Comune ha avviato alcune interlocuzioni mirate alla ricerca di sponsor per finanziare il progetto.

I finanziatori


L’amministrazione avrebbe già raccolto le prime disponibilità - istituti bancari e imprese del territorio - che sarebbero ben disposte a contribuire economicamente alla realizzazione dell’opera per permettere alla città di riavere il simbolo di Sant’Oronzo in piazza.

Mecenati, dunque, disposti a finanziare l’operazione attraverso l’Art Bonus: è lo strumento (introdotto nel 2014) che offre la possibilità di godere di benefici fiscali a tutti coloro che fanno una donazione a favore di enti pubblici per il recupero dei beni del patrimonio culturale. Nello specifico, la legge prevede «un credito d’imposta per le erogazioni liberali in denaro a sostegno della cultura» da parte di cittadini e aziende. Nel caso delle imprese, la misura consente di recuperare il 65% della somma erogata. Uno strumento, condiviso con il Ministero della Cultura, che ha consentito ad alcuni mecenati-sponsor di contribuire per il recupero di numerosi beni culturali a livello nazionale – Bulgari per le Terme di Caracalla a Roma, Ferragamo per gli Uffizi di Firenze, Unicredit per l’Arena di Verona, Diesel per il ponte di Rialto di Venezia – e a livello regionale come la raccolta per il Teatro Petruzzelli di Bari e per il restauro dell’Abbazia di Cerrate nel Salento. 

Lecce e l'Art Bonus


Nel caso del capoluogo salentino, l’Art Bonus consentirebbe a imprese e banche locali di finanziare la copia della statua avendo una spesa meno “impattante” sui propri conti. Un incentivo non da poco e che potrebbe attirare nuovi finanziatori. In realtà, l’ipotesi di usufruire dell’Art Bonus era stata annunciata proprio dal sindaco Carlo Salvemini alcuni mesi fa. «Ciascun cittadino potrà contribuire a questa impresa, avendo la possibilità di legare il proprio nome a quest’opera» aveva dichiarato. Ma da quel momento si è persa ogni traccia. 
La palla passa nuovamente al Comune per riproporre l’Art Bonus. Venendo incontro alle richieste dei mecenati e alle sollecitazioni dei tanti leccesi che chiedono di fare in fretta per riportare Sant’Oronzo (o quantomeno la sua copia) nel “salotto” della città.

© RIPRODUZIONE RISERVATA