Salvemini: «Mi ricandido, Delli Noci vice. Ora liste forti»
Poi la stoccata al centrodestra: “senza progetto”
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Salvemini: «Mi ricandido, Delli Noci vice. Ora liste forti» Poi la stoccata al centrodestra: “senza progetto” Guarda la conferenza stampa
di Francesca SOZZO
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Sabato 26 Gennaio 2019, 10:48 - Ultimo aggiornamento: 22:29

 «Comunico la mia disponibilità a candidarmi sindaco della città, alla testa di una coalizione progressista, civica e moderata». Carlo Salvemini scioglie la riserva dopo venti giorni di riflessione dal 7 gennaio scorso quando protocollò le dimissioni da sindaco della città. Scenderà in campo per la colazione del centrosinistra allargata ai movimenti civici in ticket con Alessandro Delli Noci: «Possiamo lavorare per allargare la coalizione sulla base di due necessarie premesse: il riconoscimento del valore dell’esperienza del governo cittadino uscente; e la scelta, che annuncio fin da ora, di avere al mio fianco, come vicesindaco, Alessandro Delli Noci, se al termine della campagna elettorale se i leccesi ci accorderanno la loro fiducia». Venti giorni di riflessione che sono serviti a far decantare emozioni, guardare la città a mente fredda, mettere un punto e ripartire dal lavoro lasciato in sospeso. Salvemini riparte dunque dai progetti «che ci auguriamo non si fermino nel periodo commissariale» e «dalla consapevolezza di avere sulle proprie spalle una esperienza e un patrimonio di conoscenze accresciuto, dalla determinazione a continuare nel solco di un progetto di città che per noi è chiaro e strategicamente delineato». 

 


Riparte Salvemini mettendosi a disposizione di una coalizione che ha definito «progressista, civica e moderata» le cui forze avranno - ha garantito - «tutte la stessa dignità». E se alla coalizione si lavorerà nelle prossime settimane per delinearla meglio nei confini e negli spazi, la necessità è quella di mettersi subito al lavoro per consolidare il consenso: «Il mio invito - ha dichiarato Salvemini - a ciascuna forza politica o civica della coalizione è dunque a concentrare gli sforzi nei prossimi mesi nella costruzione di liste e candidature robuste, credibili. Per cercare nella fiducia dei cittadini la propria forza, evitando di concentrare troppe energie nella ricerca della visibilità mediatica o social-mediale. Rendersi riconoscibili, lavorare per il consenso, significa soprattutto incrociare sguardi, scambiare parole, mettersi al fianco delle persone». «Cittadini tra i cittadini» ha ricordato Salvemini, proprio come 18 mesi quando in campagna elettorale ha camminato in lungo e in largo nei quartieri della città scambiando sorrisi e ascoltando le esigenze dei cittadini. «Da oggi quindi mi metto al servizio di una coalizione unitaria composta da forze progressiste, civiche e moderate che condividono un obiettivo comune e che hanno tutte la stessa dignità.  Da oggi non ci sarà più un “noi” e un “loro” tra quelle che nel 2017 erano due coalizioni distinte -ha chiarito - Da oggi invito i protagonisti di queste esperienze a mescolarsi, contaminarsi, riconoscersi e viversi come una unica comunità politica. Un insieme di persone che rispondono ad una sola idea: consentire ai leccesi di continuare a guardare al futuro». Un insieme di persone che dovrà fare a meno del movimento Andare Oltre e del consigliere Massimo Fragola con cui il rapporto non è più recuperabile: «Credo siamo ormai ad una risoluzione consensuale», ha commentato Salvemini.
 


Ma la conferenza stampa di ieri è servita anche a mandare qualche messaggio nel campo degli avversari che non hanno lesinato accuse - nascosti anche dietro i leoni da tastiera sui social - alla volta del suo vice Alessandro Delli Noci: «In queste settimane, come ampiamente previsto, si sono scatenate contro Alessandro ricostruzioni ingenerose, tentativi di attribuirgli intenzioni parricide, lavoro su terzi poli con l’immancabile “regia barese” - ha ricordato Salvemini - Puntualmente però si scopre che qui non c’è nessun Macbeth che va in scena. La “narrazione” politica a cui fare riferimento è un’altra: Una narrazione ispirata a valori di lealtà, collaborazione e reciproca fiducia, come è sempre stato tra noi, fin dal primo giorno e come continuerà ad essere».
Voci, insinuazioni che lasciano il tempo che trovano considerando le difficoltà che il centrodestra, secondo Salvemini, sta dimostrando di avere: «Facciamo in modo che la campagna elettorale non sia contro qualcuno, come accaduto in questo spazio l’8 gennaio mattina.  Quel giorno un luogo istituzionale come l’Open Space è stato utilizzato per brindare con champagne e pasticciotti allo scioglimento del Consiglio comunale.  I giorni trascorsi da quella mattina dimostrano che chi ha creato le condizioni per l’interruzione anticipata della consiliatura - ritirando la fiducia alla maggioranza e costringendo la città al commissariamento e al voto anticipato - lo ha fatto in assenza di un progetto alternativo - sottolinea Salvemini -  L’urgenza, evidentemente, era togliere il potere da mani che da troppo tempo non erano le loro». Già, il potere «inteso come sostantivo: sinonimo di potenza, di dominio. Quello che non hanno compreso è che noi, nelle nostre mani, quel potere non lo abbiamo mai avuto - ha voluto ribadire Salvemini - Noi infatti il potere lo abbiamo sempre interpretato come un verbo servile: potere decidere, potere cambiare, potere trasformare, potere migliorare». 
«Servono toni civili» ha poi aggiunto il candidato sindaco invitando tutti a restare nel merito delle questioni «che saremo chiamati a dibattere. Servono toni civili per restituire alla partecipazione politica il suo compito più autentico: costruire insieme orizzonti di futuro. Oggi si apre un nuovo capitolo. Scriviamolo tutti insieme».

 

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