Affronterà un processo con rito ordinario il gestore di un maneggio accusato di aver abusato di due ragazzine minorenni.
Il gup di Lecce, Silvia Saracino, ha infatti rigettato tanto la richiesta di abbreviato condizionato a una nuova perizia, quanto l’istanza formulata dalla difesa dell’imputato di trasferirsi nel paese del Brindisino di cui è originario, sempre agli arresti domiciliari. E ha rinviato a giudizio l’imputato, un uomo di 65 anni condotto prima in carcere e ora ai domiciliari con braccialetto elettronico con l’accusa di pedofilia, ossia violenza sessuale su due giovani allieve, una tredicenne e una quattordicenne.
Gli abusi
I fatti si sarebbero verificati nel Salento, dove si trova il centro di equitazione. Si riferiscono a un periodo compreso tra il 2018 e il maggio del 2021. I famigliari delle due adolescenti si sono costituiti parte civile nel processo, con gli avvocati Vito Epifani, Anna Maria Ciardo e Pasquale Morleo. L’imputato è assistito dall’avvocato Francesca Conte.
A far emergere la vicenda era stata la più piccola delle due bambine.
In aula a marzo
Il 65enne ha sempre dichiarato di non aver abusato delle due ragazze e si è anche sottoposto a una perizia andrologica. Potrà ribadire la propria posizione a processo e non è escluso che, inanzi al collegio giudicante che si occuperà del caso a partire dal 6 marzo prossimo, possa decidere di invocare il rito abbreviato secco, puntando sullo sconto di un terzo della pena in caso di condanna. Sull’altro fronte, il pm Luigi Mastroniani che ha coordinato le indagini non ha mai avuto alcun dubbio sulla genuinità e sull’attendibilità della versione fornita dalle ragazzine, al momento dell’ascolto. Un racconto che è stato ritenuto coerente tanto da supportare una richiesta di rinvio a giudizio che ieri è stata accolta.