Salento, schiaffi e spintoni ai bambini: a processo due maestre d’asilo. Una terza patteggia 1 anno e 4 mesi

Avrebbero rivolto spintoni, strattoni, schiaffi sulle braccia e in viso ai bambini – di 3 e 4 anni - trascinati fino a cadere o urtare, e costretti a rimanere con il capo riverso sul banco

Salento, schiaffi e spintoni ai bambini: a processo due maestre d’asilo. Una terza patteggia 1 anno e 4 mesi
di Andrea TAFURO
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Venerdì 14 Aprile 2023, 06:59 - Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 09:43

Due rinvii a giudizio e un patteggiamento (con pena di 1 anno e 4 mesi), per le tre maestre d’asilo in passato in servizio nella scuola dell’infanzia “Montessori” di Capurso, nel Barese, accusate di violenze a scuola sui piccoli alunni, da venticinque famiglie. Il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Bari, Antonella Cafagna, ha mandato a processo il prossimo 7 dicembre, davanti al giudice monocratico di Bari, Ambrogio Marrone, la maestra salentina 57enne (M.L, le sue iniziali, di Ugento) e M.L, 67enne di Rutigliano. Accolta dal gup invece la richiesta di patteggiamento dell’insegnante 50enne originaria di Taranto ma residente a Monza, B.N., le sue iniziali: la pena concordate è di 1 anno e 4 mesi. Citati dalle parti come responsabili civili, il Ministero dell’Istruzione non si è costituito a giudizio, mentre il comune di Capurso è stato estromesso poiché la scuola è risultata essere statale. Sono 25 le parti civili.

Le indagini dei carabinieri e i filmati delle telecamere

 
I fatti finiti sotto la lente della magistratura, fanno riferimento alle indagini effettuate dai carabinieri durante l’anno scolastico 2017/2018, che accertarono che le maestre durante le lezioni in classe avrebbero reso «abitualmente dolorose e mortificanti le relazioni con i bambini loro affidati», assumendo «comportamenti violenti e vessatori nei confronti di una pluralità di minori affidati alla propria cura e educazione». In particolare le maestre avrebbero rivolto spintoni, strattoni, schiaffi sulle braccia e in viso ai bambini – di 3 e 4 anni - trascinati fino a cadere o urtare, e costretti a rimanere con il capo riverso sul banco o in un angolo dell’aula con il volto verso il muro e le mani dietro la schiena, in stato di sottomissione.

Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, gli alunni, tutti al primo anno di scuola, erano costretti a trascorrere buona parte della mattinata in classe seduti con la testa appoggiata sul banco e quando provavano a sollevare il capo, le maestre glielo sbattevano nuovamente con forza sul banco. Inoltre, le maestre avrebbero minacciato i bambini di legarli con la corda, di dar loro le botte, di portarli in caserma dai carabinieri dove un cane avrebbe dato loro un morso. Violenze e mortificazioni, nonché epiteti poco carini: «Monelli, cattivi, scostumati, maleducati, monellaccio di strada, rimbambiti, pappamolli». 

Le maestre: scelte educative


Atteggiamenti giustificati dalle maestre come “scelte educative”, finiti nella rete degli inquirenti baresi, che nel dicembre 2017, quando già alcuni bambini avevano cambiato scuola, convocarono e ascoltarono i genitori dei piccoli e successivamente, a marzo 2018, in accordo con il pubblico ministero Marcello Barbanente, decisero di installare microcamere per intercettazioni ambientali che sono proseguite fino a maggio 2018. Molti genitori nel frattempo avevano ritirato i bambini e la classe era passata da 27 a 13 alunni. Per l’accusa, le maestre avrebbero offeso il decoro e la dignità personale dei bambini, causando loro uno stato di sofferenza psichica e morale tale da pregiudicare la vita relazionale. Nel pool di avvocati che difendono le famiglie dei minori compaiono i legali Vincenzo Lanzillotti, Maria Greco, Vito Pilolla.

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