Risparmi record nel Salento: accantonati oltre 12 miliardi

Risparmi record nel Salento: accantonati oltre 12 miliardi
di Pierpaolo SPADA
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Domenica 27 Ottobre 2019, 08:51
I salentini risparmiano sempre di più? A guardar bene i numeri, sembra proprio di sì. Negli ultimi 8 anni, l'incremento è pari al 25,2 per cento. È quanto emerge dal rapporto su depositi bancari e postali dei residenti della provincia di Lecce elaborato dall'Osservatorio economico di Davide Stasi, in vista della Giornata del risparmio in programma il prossimo 31 ottobre.
Tra conti correnti, libretti di risparmio, buoni fruttiferi o certificati di risparmio, l'ammontare dei depositi si attesta a 12 miliardi e 132 milioni di euro. Nel 2011, lo stesso indice si fermava a quota 9 miliardi 693 milioni di euro. Questo vuol dire che, a cavallo della crisi, i risparmi sono aumentati di 2 miliardi 438 milioni di euro. Una crescita costante, avanzata - nello stesso arco temporale - di pari passo con la raccolta bancaria e con quella postale.
Un vero e proprio tesoretto il cui valore nel tempo è enormemente cresciuto se si considera che nel 1998 i depositi pesavano non più di 3 miliardi 630 milioni di euro. In 20 l'aumento i risparmi sono aumentati, quindi, nel 77,4 per cento.
«Nella composizione del portafoglio delle attività finanziarie dei salentini aumenta la quota dei depositi bancari, con una crescita sempre più sostenuta. Crescono anche le riserve assicurative - fa notare Davide Stasi, direttore dell'Osservatorio economico -, mentre diminuiscono nel portafoglio le azioni e i titoli obbligazionari, che rappresentano una quota sempre più ridotta. Non si ferma, dunque, la corsa alla liquidità dei salentini e la ricchezza finanziaria complessiva delle famiglie non è ancora tornata ai livelli pre-crisi». Sono tutti soldi fermi. Liquidità, com'è definita nel rapporto economico. Solo nelle filiali e negli sportelli degli istituti bancari, sono custoditi 6 miliardi 438 milioni (contro i 6 miliardi 235 milioni dell'anno prima).Certo, se questa ricchezza depositata appartenga a pochi o molti degli abitanti di questo territorio non è possibile dirlo. Quel che è certo è che testimonia un andamento che si è affermato ormai come una tendenza, la tendenza al risparmio, appunto. Il dettaglio che l'Osservatorio consente di apprezzare attiene alla ripartizione geografica dei risparmi dove, cioè, sono depositati.
Da tale analisi emerge come negli sportelli del capoluogo, Lecce, i depositi ammontino a 2 miliardi 45 milioni di euro. E «nell'ultimo anno, lo stock è salito del 5 per cento (al 31 dicembre 2017 i depositi erano di 1 miliardo 949 milioni)».
Il comune della provincia di Lecce in cui la corsa al risparmio è più sostenuta non è tra i più abitati e nemmeno tra i più estesi. Martano: qui i depositi sono aumentati del 30,5% (84 milioni a 110 milioni). Segue un'altra piccola realtà territoriale, Ugento, con un aumento del 21,8% (da 61 milioni a 74). Alla posizione successiva troviamo, invece, Maglie, in cui l'aumento si attesta intorno al 9%: da 293 a 320 milioni di euro nell'ultimo anno.

L'indice del risparmio non è proporzionale all'ampiezza dei Comuni. Il dato emerge con sempre più chiarezza man mano che si scorre la graduatoria. Dopo Martano, Ugento e Maglie, c'è, infatti, Squinzano, con l'8,8% (da 65 milioni a 71). E, poi, ancora: Nardò, con il 7,5% (da 222 milioni a 239); Taviano, con il 7,5% (da 93 milioni a 99,9); Veglie, con il 5,5% (da 87 milioni a 92); Casarano, con il 4,3% (da 197 milioni a 206); Copertino, con l'1,5% (da 167 milioni a 169,8); Tricase, con l'1,4% (da 173,8 milioni a 176,2); Leverano, con l'1% (da 172,5 milioni a 174,2); Campi, con lo 0,7% (da 80,8 milioni a 81,4); Galatone, con lo 0,6% (da 79 milioni a 79,6) e Gallipoli, con lo 0,1 % (da 193,5 milioni a 193,6). A Galatina (293 milioni) e a Monteroni depositi stabili. A Taurisano, invece, l'indice è in calo del 9,5 per cento.
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