Salento, ​motoGp sulla litoranea: cittadini in pericolo e ciclopedonale al palo

Salento, motoGp sulla litoranea: cittadini in pericolo e ciclopedonale al palo
di Elio PAIANO
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Giovedì 9 Marzo 2023, 07:23

"Motociclisti di tutta Italia, venite nel Salento, dove è possibile fare quello che altrove è vietato": è l'allarme lanciato da Vincenzo Tondi della Mura, costituzionalista e docente di Unisalento, con una lettera aperta a Quotidiano, per denunciare il tremendo e pericolosissimo fenomeno delle corse clandestine sulla litoranea Otranto Leuca.

«Cosa succede nel Salento se un tratto di strada pubblica è sistematicamente usata come circuito motociclistico in spregio a ogni divieto stradale e con grave pericolo della circolazione, sicurezza e incolumità pubblica? Nulla, assolutamente nulla! Tutto è possibile in questa terra del Bengodi, dove le forze dell'ordine lasciano stare ciò che si rifiutano di controllare» spiega Tondi della Mura.

La strada

La strada in questione è la litoranea che va da Otranto a Porto Badisco e da qui a Castro, considerata da tutti una delle strade costiere più belle d'Italia, una strada parco. Eppure, come denunciano tanti cittadini e turisti e come descrive Tondi della Mura «in realtà è da percorrere a proprio rischio e pericolo. Quei 30 km di curve, rettilinei, salite e discese ogni domenica si trasformano in un maledetto circuito motociclistico, dove orde di centauri organizzati godono della potenza dei propri motori, volando all'impazzata, invadendo l'opposta corsia, impennandosi nelle accelerate e ripetendo in continuazione quel percorso, senza curarsi delle violazioni che nel resto d'Italia imporrebbero quantomeno il ritiro della patente».

Nel corso degli anni si sono levate le proteste degli operatori turistici, per fatti anche gravissimi, come un incidente mortale che coinvolse un centauro ed una famigliola che procedeva piano per entrare in un agriturismo a Porto Badisco. Ma, in effetti, nulla è successo. Lo sottolinea Tondi della Mura: «All'ingresso di Santa Cesarea nella quiete di una piazzola scaldata da un sole già primaverile verso le 10 di mattina c'era una pattuglia di carabinieri "in splendida solitudine", indifferente al caos e ai pericoli in atto a qualche chilometro di distanza.

Alle mie rimostranze, è stato risposto in modo infastidito. Autovelox, controlli, vincoli? Non è competenza loro?». Insomma, si chiede il professore: «C'è qualche autorità che ha la dignità pubblica di porre fine a questo strame del codice della strada prima che ci scappi il morto?».

La soluzione

Una soluzione, da Otranto a Porto Badisco è stata già trovata. Infatti, è stato finanziato con oltre 3 milioni e 500mila euro, dal ministero delle infrastrutture, il maxi progetto presentato dal Comune di Otranto per la creazione del percorso ciclopedonale che legherà l'area portuale alla marina di Porto Badisco passando per il faro della Palascìa. Insomma, la strada sarà a corsia unica, in un solo senso di marcia e diventerà impossibile utilizzarla per le corse clandestine. Ma l'analogo progetto presentato dalla Provincia di Lecce e dai comuni costieri, "Realizzazione di un sistema stradale per la fruizione ciclopedonale della costa Otranto-Santa Maria di Leuca", per un investimento complessivo di 22 milioni di euro, nell'ambito del Cis-Contratto Istituzionale di sviluppo "Brindisi-Lecce-Costa Adriatica" non riesce a decollare. «Abbiamo un problema pratico quasi insormontabile - spiega Alberto Antonio Capraro, vicesindaco di Castro - non abbiamo la viabilità secondaria che ci permetta di fare della litoranea una strada a senso unico. Per noi sarebbe impossibile ed è un vero peccato, perché promuoviamo la mobilità sostenibile, con ottimi riscontri». Stesso problema pratico a Santa Cesarea Terme. Bene, allora i motociclisti, superato Porto Badisco, potranno continuare a fare le loro gare clandestine per parecchio tempo ancora.

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