È accusato di aver maltrattato e picchiato la compagna dopo averla trovata in casa con un altro uomo. Ma il giudice dubita della parola della donna e assolve l'imputato: «Una sola ecchimosi al braccio - si legge nella sentenza - poteva derivare da mille ragioni e anche da un semplice e involontario strattonamento».
La storia
Alla sbarra era finito un 28enne residente in un paese dell'hinterland di Casarano, nel Salento. Il giovane era accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate.
La vicenda, dopo le indagini dei carabinieri, coordinate dal pubblico ministero Rosaria Petrolo, è finita dinanzi al gup del Tribunale di Lecce Francesca Mariano. Che, all'esito del dibattimento, ha assolto l'imputato perché il fatto non sussiste. Numerose, per il giudice, le discrepanze emerse durante le dichiarazioni della presunta vittima dei maltrattamenti. Le aggressioni, si legge nella sentenza, restano nell'alveo dell'assoluta genericità. Inoltre, l'unico a confermare le aggressioni, limitatamente alla settimana precedente la denuncia, sarebbe stato il nuovo compagno della donna. Il giudice parla anche di «reazione poco garbata del marito nell'unico evento che pare essere stato ricordato», cioè quando l'uomo trovò la donna in compagnia del nuovo compagno. Una reazione che «probabilmente fu sopra le righe» ma che «si spiega nel contesto di degrado in cui i fatti maturavano».
Le motivazioni dell'assoluzione
Mancano, per il giudice, anche spiegazioni convincenti sulle mancate denunce. La donna, inoltre, si sarebbe rifiutata di raggiungere l'appartamento protetto che le era stato messo a disposizione dal Centro antiviolenza per mettersi al riparo. E avrebbe affidato il figlio ai genitori, andando a vivere con il nuovo compagno, «mostrando nei fatti che quel figlio che era decisivo per evitare una denuncia, non lo era per una convivenza nuova, facendone a meno». Tutti elementi, questi, che hanno indotto il giudice «a dubitare fortemente della parola della persona offesa» e a ritenere che «la denuncia sia stata cagionata da un moto nervoso verso il precedente marito che era un chiaro ostacolo alla nuova relazione». Anche il reato di lesioni, chiude il giudice, «suscita dubbi sul piano probatorio, in quanto una sola ecchimosi al braccio poteva derivare da mille ragioni ed anche da un semplice involontario strattonamento, e comunque è ben lungi dall'integrare una forma di aggressione fisica». Da qui la decisione di assolvere l'imputato perché il fatto non sussiste. L'uomo è stato difeso dalle avvocate Valeria Carolì e Ada Alibrando, la donna dall'avvocato Walter Gravante.
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