I resti di un relitto tra i reperti sul percorso di Tap

I resti di un relitto tra i reperti sul percorso di Tap
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Sabato 28 Settembre 2019, 18:52 - Ultimo aggiornamento: 19:47
Sarebbe costituito da resti di un relitto il giacimento archeologico trovato sul percorso del gasdotto Tap, l'impianto che collegherà il Salento all'Adzerbaijan. Desta ovviamente curiosità la notizia riportata dalla Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto, Maria Piccarreta, nel corso di un convegno sulla Magna Grecia a Taranto. Nella parte conclusiva dell'incontro, trasmesso in streaming e i cui contenuti sono stati ascoltati da tantissimi utenti sul web, Piccarreta ha infatti fatto riferimento «ad un progetto nuovo, che si riferisce ai lavori nell'ambito della sorveglianza dei lavori del gasdotto nelle acque italiane, confinanti con quelle albanesi», ha detto Piccarreta, riferendosi all'impianto Tap.
Tutto sarebbe partita dalla ricognizione effettuata per rilevare eventuali ordigni. 

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«È stato individuato un giacimento di reperti archeologici», ha detto Piccarreta, che ha subito specificato che «la società si è mostrata subito disponibile per l'approfondimento dei reperti». In questo modo sarà più semplice risalire in breve tempo al periodo storico dei resti del relitto reperti. «Abbiamo proceduto, almeno in parte, al recupero di questi reperti», aveva detto la soprintendente, precisando che il ritrovamento è avvenuto ad oltre 750 metri di profondità, utilizzando tra l'altro sistemi di tecnologia avanzatissimi.
 



Ieri intanto è stata diffusa una nota da Tap, con cui ovviamente viene data conferma alla notizia: Nel corso dei sondaggi funzionali alla posa della tubazione nel tratto sottomarino del gasdotto, Tap ha individuato elementi di significativo interesse archeologico dispersi sul fondo marino nella Zona Economica Esclusiva Italiana al centro del Mare Adriatico, ad una profondità di circa 780 metri.
Di concerto con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Provincie di Brindisi, Lecce e Taranto, Tap - prosegue ancora la nota - ha fornito il proprio supporto nel recupero dei reperti interessati mettendo a disposizione tecnologie d'avanguardia solitamente utilizzate nell'ambito della pratica subacquea industriale tipica del settore oil & gas. Tutte le operazioni avvengono sotto la direzione scientifica di funzionari e tecnici della Soprintendenza e la supervisione tecnica di archeologi professionisti del team Tap con pluriennale esperienza nel campo degli interventi in ambiente sommerso.
La stessa società, d'altra parte, ha più volte spiegato in passato che il gasdotto attraversa alcuni tra i più antichi paesi nel mondo e perciò ricchi dal punto di vista storico e culturale ed ha dunque la possibilità di incrociare nel suo cammino un'ampia gamma di siti e manufatti archeologici. La società ha condotto studi sul patrimonio culturale come parte integrante e a supporto della Valutazione di Impatto Sociale e Ambientale nei tre paesi e studi in supporto alla fase di costruzione per evitare interferenze con siti archeologici già documentati.
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