I genitori di Pamela, top gun d'Italia: «Quando nostra figlia vola è sempre un batticuore»

I genitori di Pamela Sabato
I genitori di Pamela Sabato
di Katia PERRONE
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Domenica 10 Novembre 2019, 17:51 - Ultimo aggiornamento: 17:58

Papà artigiano, salentino, legato alle tradizioni, dallo sguardo dolce che si illumina quando parla delle figlie. Mamma tedesca, determinata, affascinata dalle divise, e che da giovane sognava di fare la poliziotta. Una famiglia unita e semplice, ma che in casa ha impartito regole ben precise: il rispetto, l'educazione e il dovere vengono prima di tutto. Gli insegnamenti ricevuti da papà Pino e mamma Mari, Pamela Elena Sabato, 37enne originaria di Squinzano, li ha fatti propri.

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L'educazione rigida, come sottolinea orgogliosamente mamma Mari, e la passione ne hanno fatto di una bellissima giovane donna del Sud un preparato ufficiale, e sprezzante del pericolo, pilota dell'elicottero da combattimento, l'AH 129 Mangusta. «Non avrebbe potuto intraprendere strada differente racconta orgogliosa mamma Mari e io l'ho sempre spronata. Ho sempre creduto in lei e sono orgogliosa tutte le volte che la vedo indossare una divisa, simbolo di tutte quelle donne capaci e che nelle Forze Armate sanno farsi valere». L'ha sempre incoraggiata Mari Sukin, che nelle capacità della figlia maggiore ha sempre riposto grande fiducia. «In lei ho sempre creduto e so che è una donna capace, ma non nascondo che quando Pamela è in missione all'estero, per tre mesi di fila, io sono sempre con il cuore in gola e la tv accesa». E il ricordo corre subito a 16 anni fa, l'anno della strage di Nassiriya.
 

 
«Quella mattina ricordo che ero in un supermercato quando ho sentito il cellulare squillare racconta mamma Mari e ho sentito la voce di Pamela che mi diceva che stava bene e non le era successo nulla. In quel momento non capivo perché mi chiamasse». La paura che assale tutti i genitori e le famiglie che hanno i congiunti impegnati nelle missioni di pace. «Io invece ripeto sempre una cosa a mia figlia interrompe Pino Sabato Pamela stai tranquilla tanto con il Signore abbiamo già parlato. È un modo per smorzare la tensione e non pensare alla distanza che ci separa, alla nipotina che lascia a Rimini insieme a suo marito, e alle difficoltà che, da donna e da pilota, potrebbe incontrare in missione».
 

Questa passione che il Maggiore Sabato ha voluto assecondare, intraprendendo la strada che l'ha portata, unica Top Gun in Italia, a pilotare un elicottero da combattimento, papà Pino all'inizio non la condivideva. «In realtà da ragazzina io ho sempre pensato che avrebbe dovuto fare altro, la vedevo esile, con un viso dolce anche se è sempre stata molto determinata. Poi l'ho ritrovata donna, decisa, forte e consapevole dei suoi ruoli: quello di mamma di una figlia che le assomiglia tanto, e quello da ufficiale con la passione per il volo». E la passione per il volo il maggiore Pamela Elena Sabato forse lo ha scoperto in tenera età, e forse inconsapevolmente. «Lo ricordo ancora racconta la mamma il nostro primo viaggio in aereo, partite da Brindisi dirette in Germania. Pamela aveva appena 11 mesi, sedeva sulle mie gambe quando prese la mano delle hostess che la portarono in cabina, dal comandante. Non lo so se la passione è nata proprio allora, ma sono certa che per ognuno di noi c'è un disegno per la vita, e quello di Pamela è questo: volare ed essere pronta a combattere per difendere il suo Paese». È un ufficiale determinato, e diversamente non potrebbe essere, il maggiore Pamela Sabato. «Lo è sempre stata raccontano orgogliosi i suoi genitori quando ha deciso di fare il concorso in Accademia e intraprendere la carriera militare. Ha sempre saputo cosa voleva fare e cosa doveva fare. Lo sapeva anche quando ha organizzato senza dirci niente il nostro matrimonio nel 2003. Ci ha convinto con uno stratagemma ad acquistare degli abiti da cerimonia e quando gli abbiamo chiesto il motivo ha risposto che dovevamo andare ad un matrimonio. Il nostro. Eravamo in undici. Insieme alla sorella, alla quale è molto legata, aveva pensato a tutto. Nel giro di poche ore ci siamo ritrovati in comune davanti al sindaco del nostro paese con la fascia tricolore. E lei in divisa di gala era bellissima».

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