Otranto, il parco marino atteso da oltre 15 anni

I faraglioni
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Venerdì 17 Gennaio 2020, 08:50 - Ultimo aggiornamento: 09:56

Elio PAIANO
Il Ministero dell'ambiente non si decide a dare risposte e i Comuni si rifiutano di deliberare alla cieca. Il risultato è che l'Area marina protetta di Otranto rimane al palo, assistendo inerme al finanziamento delle altre Amp italiane. Così Pierpaolo Cariddi, primo cittadino di Otranto (l'unica amministrazione ad avere deliberato a favore dell'ististuzione dell'importante strumento di tutela paesaggistico) scrive al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio del mare chiedendo un incontro anche alla presenza dell'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale). «Adesso si acceleri sull'iter dell'area marina protetta di Capo d'Otranto»: questo è l'appello lanciato dal Comune di Otranto dopo la notizia dell'istituzione delle quattro nuove aree marine protette.
«Un habitat prezioso e unico ricco di grotte e biodiversità»
Nell'ultimo provvedimento del 2019 in Consiglio dei Ministri - scrive il Ministro Sergio Costa in un suo post su Facebook - abbiamo stanziato oltre due milioni di euro per ben 4 aree marine protette: Capri, di cui vi ho già parlato, Capo Spartivento e Isola San Pietro, in Sardegna, Costa di Maratea in Basilicata. È un passaggio importante perché voglio far crescere le aree marine protette in tutta Italia, e ciò costituirà una eccezionale occasione di sviluppo ecosostenibile. In questo si inserisce la legge Salvamare, che deve essere al più presto approvata al Senato dopo il primo si alla Camera. Il Paese non può più aspettare oltre. Le parole del ministro non possono che essere condivise dal primo cittadino della Città dei martiri, che però chiede al ministero di occuparsi ora anche (e in fretta) della nuova Amp salentina (sarebbe la seconda in provincia di Lecce dopo quella di Porto Cesareo).
«Mi congratulo per l'iniziativa, ma voglio ricordarle - dice Cariddi rivolgendosi al ministro Costa - che l'istituzione dell'Area Marina di Capo d'Otranto è attesa da oltre 15 anni. Si tratta dell'Area di reperimento di Capo d'Otranto e delle grotte Romanelli e Zinzulusa per la quale, sin dal 2005 il Comune di Otranto aveva messo a disposizione quindici chilometri di costa per la sua realizzazione. Come può ben capire, undici anni sono un tempo eccessivo per l'istituzione di un'Amp. Per questo, il 20 novembre scorso, abbiamo protocollato una nota al Ministero dell'Ambiente poiché, dalle riunioni avute con gli sindaci interessati geograficamente dalla istituzione dell'Area Marina, è emersa forte la necessità di conoscere in maniera più dettagliata il progetto e le ricadute sul territorio. E sono stati sempre i primi cittadini a conferirci mandato per fare presenti le loro istanze davanti al ministero. Nel corso dell'ultimo incontro, infatti, alcune municipalità hanno rappresentato dubbi ed incertezze su alcuni argomenti, riguardanti specificamente questioni legate alla zonizzazione e tempistica per la chiusura dell'iter istitutivo. Per questo motivo, si chiede un incontro con il Ministero e Ispra al fine di poter rispondere alle argomentazioni emerse». Perché, appare evidente, senza questi chiarimenti le altre amministrazioni comunali coinvolte non hanno alcuna intenzione di deliberare a favore dell'Amp.
L'area Marina Protetta di Capo d'Otranto, a cui furono poi aggiunte le grotte Zinzulusa e Romanelli, è diventata ora Area Marina Protetta Capo d'Otranto Grotte Zinzulusa e Romanelli- Capo di Leuca. Nonostante i fondi assegnati all'Università del Salento ed all'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, che hanno proseguito i loro studi, si attende l'istituzione. Istituzione che è possibile, come detto, solo con le delibere degli altri comuni, poiché ad oggi solo Otranto ha messo a disposizione ben 15 chilometri di costa. Gli altri Comuni, invece, attendono un'ipotesi di zonizzazione per comprendere se aderire o meno. E senza sciogliere questo nodo, non si può andare avanti.
«Chiediamo che Ispra e Ministero dell'ambiente di rispondersi per mettere poi gli altri Comuni di decidere il da farsi, ossia se vogliono entrare nell'area Marina Protetta oppure no», conclude schietto il sindaco di Otranto.
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