Lecce, la perizia sull'incidente mortale: «Tragedia evitabile sulla tangenziale Est»

L'incidente in cui perse la vita Alessandra Musolino
L'incidente in cui perse la vita Alessandra Musolino
di Roberta GRASSI
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Mercoledì 18 Gennaio 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 09:00

Nessun obbligo, per il Comune di Lecce e quindi probabilmente nessuna violazione. Ma con misure di sicurezza dagli standard più elevati, come ad esempio gli attenuatori d’urto, forse il bilancio sarebbe stato meno grave. 
Lo si evince dalla consulenza tecnica disposta dal pm Luigi Mastroniani nell’ambito dell’inchiesta sull’incidente stradale avvenuto sulla tangenziale Est in cui perse la vita la maestra 28enne, Alessandra Musolino. L’incidente avvenne il 4 giugno scorso, all’altezza dello svincolo “Motorizzazione - Torre Chianca”, in direzione Maglie. L’auto fu trafitta dal guardrail. L’unico indagato è il dirigente comunale del settore Traffico, l’ingegnere Giovanni Puce (è assistito dall’avvocato Ivana Quarta), quale responsabile della sicurezza di quel tratto di strada. Come è noto infatti la tangenziale Est è sottoposta alla competenza del Comune di Lecce, la Ovest è gestita dall’Anas. 

La perizia

L’incarico di analizzare ogni dettaglio tecnico è stato affidato all’ingegnere Antonio Caricato, ingegnere meccanico che ha depositato la consulenza nei giorni scorsi. 
«Vista la non singolarità del caso sul tratto stradale in argomento - si legge - sarebbe opportuno per l’incolumità degli utenti l’adeguamento delle opere protettive con l’installazione di attenuatori d’urto a protezione delle cuspidi in corrispondenza degli svincoli». Non è un obbligo di legge, considerato che il progetto della tangenziale est è stato approvato prima del 2004 e quindi dell’emanazione del decreto che ha «reso obbligatorio per le nuove progettazioni l’impiago degli attenuatori». 
Quanto alle condizioni della strada, è stato rilevato che non vi sono difformità nelle misure di larghezza.

Unico vulnus, l’assenza di «cartello di preavviso in corrispondenza degli svincoli, situazione non conforme a quanto previsto dal codice della strada». All’esperto è stato anche chiesto di ricostruire la dinamica dell’incidente. È stato rilevato che la conducente procedeva a una velocità inferiore ai limiti imposti su quel tratto. Due le ipotesi: l’urto del guard rail a seguito di un errore nella scelta dello svincolo che sarebbe in questo caso «giustificabile - è riportato - con l’assenza di cartello di preavviso», o un malore o distrazione. 

L'incidente fu autonomo

Un incidente autonomo, la ragazza peraltro non aveva assunto droghe ed alcol e, dunque l’inchiesta punta a chiarire la regolarità di quel guardrail che sfondo il parabrezza della Renault Modus guidata dalla ragazza e ne provocò il decesso. Interessati a chiarire se ci siano responsabili o meno in quella tragedia sono anche i genitori e le due sorelle della vittima, nonché il fidanzato con cui conviveva.
Secondo il consulente della Procura, tra l’altro: «La perdita dell’aderenza, dovuta alla dinamica, è stata anche incentivata dalla presenza di pietrisco nella zona di manovra, non di comune traiettoria al traffico stradale». Insomma, c’è un elenco di accorgimenti che potrebbero migliorare la situazione della tangenziale est. Sulla base delle norme più recenti. È vero che: «L’attuale quadro normativo non prevede alcun obbligo di intervento sulle protezioni esistenti, né la loro sostituzione con barriere rispondenti ai nuovi standard frattanto definiti», è riportato. 

Prescritta l'eliminazione dei rischi

Ma è anche vero che è stato prescritto di «eliminare per quanto possibile i terminali esposti al traffico» e viene specificato che, «gli attenuatori d’urto hanno lo scopo di ridurre, quando necessario, la severità dell’urto di un’autovettura contro gli ostacoli, compreso l’inizio delle barriere». Si aggiunge inoltre che: «Il Comune non ha programmato prima del 3 agosto 2022 alcuna attività riguardo l’adeguamento dell’arteria». 
Il consulente è convinto poi che l’eliminazione dei terminali esposti al traffico: «avrebbe creato le condizioni per prevenire o quantomeno ridimensionare notevolmente gli effetti dell’impatto del veicolo coinvolto nel sinistro». 
Ora spetterà al pm decidere se chiudere le indagini e se esercitare l’azione penale, o chiedere l’archiviazione del caso, considerata la correttezza formale della gestione comunale, pur nella consapevolezza che con un investimento economico superiore, per quanto non dovuto, vi sarebbero stati migliori standard di sicurezza.

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