Maglie e cappotti invenduti nei negozi: «Finora troppo il caldo. Spostiamo i saldi invernali»

Maglie e cappotti invenduti nei negozi: «Finora troppo il caldo. Spostiamo i saldi invernali»
di ​Matteo BOTTAZZO
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Domenica 5 Novembre 2023, 11:34 - Ultimo aggiornamento: 6 Novembre, 11:06

Lo shopping per rimpinguare l’armadio invernale non decolla. E così i negozi rimangono vuoti e i pos con le loro tastiere spente, in attesa del contatto con la carta di credito del cliente che tarda ad arrivare. I motivi? Diversi ma prima di tutto il clima, che ancora oggi permette, nelle ore più calde della giornata di andare in giro a maniche corte.


Così da parte della Fismo la Federazione dei negozi di abbigliamento Confesercenti, in una lettera inviata al presidente della Conferenza Stato-Regioni Massimiliano Fedriga, parte la richiesta di spostare i saldi invernali alla prima settimana di febbraio. «Le condizioni climatiche anomale, con temperature medie più alte del normale, si sono protratte per tutto settembre e ottobre, condizionando negativamente il lancio delle collezioni invernali», spiega Benny Campobasso, presidente nazionale Fismo Confesercenti. 

Il viaggio nelle vie dello shopping


Una condizione che è facilmente riscontrabile anche tra le vie dello shopping della città di Lecce. «Non è un momento felice per noi, ora che sono andati via anche i turisti, in particolare durante la settimana c’è veramente pochissimo movimento - racconta Marica Maggio, commessa in un negozio per bambini -. Non c’è il cambio di stagione, ancora non è avvenuto, complice questo clima che ancora per il momento non sembra essere destinato a cambiare». 
Il problema non è però legato solo al cambiamento climatico, che sta allungando sempre di più la bella stagione, rendendo praticamente inutilizzabili i capi pesanti, ma c’è anche il problema del commercio on line.


«Oramai è diventato frustrante per noi - racconta Stefano Prete, responsabile di un outlet di scarpe in piazza Mazzini-. Le persone entrano qui per cercare un paio di scarpe, per provarle e poi se le vanno a comprare on line. Lo stesso capita anche con l’abbigliamento, siamo diventati oramai degli spazi prova per poi comprare in rete. A questo punto meglio essere dei dispenser di Amazon, come tanti se ne vedono in giro: è mortificante, per la nostra professione. La gente entra, sa quello che vuole, lo prova poi esce e magari lo compra appena fuori dal nostro negozio on line».
Sul tema del posticipo dei saldi c’è la consapevolezza che potrebbe essere una soluzione, ma anche l’idea che sarebbe un palliativo che non risolverebbe il problema. «È sicuramente una proposta che mi sento di sposare, perché potrebbe allungare il periodo delle buone entrate, visto che in tanti la tredicesima la ricevono a ridosso delle feste e finiscono per spenderla poi a gennaio o febbraio, ma serve maggiore tutela per la nostra categoria - sottolinea Patrizia Indino, commessa in un negozio di abbigliamento per donna-.

Servono degli sgravi fiscali per provare a combattere quella che è a tutti gli effetti una concorrenza sleale che riceviamo dal web e dalle grandi catene». 


La speranza di migliorare il bilancio per l’anno 2023 è legata agli acquisti per il prossimo Natale: «Speriamo che il mese di dicembre vada meglio – auspica Tommaso De Cruto, titolare di un negozio di abbigliamento-. Certo è che le nostre attività non possono essere legate esclusivamente ai saldi o alle festività comandate, ma abbiamo bisogno anche di vendere lontano da questi periodi dell’anno».
Intanto i commercianti attendono con ansia che le temperature inizino ad abbassarsi finalmente: «Con questo caldo i clienti - raccontano - neanche lo provano un cappotto o un maglione. Magari si va in negozio per acquistare qualcosa di carino per un evento vicino nel tempo, allora ci si butta ancora sull’abbigliamento estivo. E la collezione autunno-inverno fa la muffa».
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