La bacchettata del vescovo: «Aiuti ai poveri, ma a Lecce chi ha molto divide poco»

La bacchettata del vescovo: «Aiuti ai poveri, ma a Lecce chi ha molto divide poco»
di Paola COLACI
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 23 Dicembre 2015, 09:22
«I bisogni sono tanti ed è bello sapere che c’è gente che ha poco e sa dividere il poco. Quelli che hanno molto, invece, non sanno dividere nulla e sono incapaci a dare». A pochi giorni dal Natale il monito dell’arcivescovo di Lecce, Domenico D’Ambrosio, risuona come una stilettata nella sala consiliare di Palazzo dei Celestini dove ieri è stato invitato dal presidente della Provincia, Antonio Gabellone, per festeggiare il Natale. Parole, quelle dell’arcivescovo, che puntano a smuovere le coscienze di «coloro che stanno in alto e che sono talmente lontani da non accorgersi più delle emergenze. Quelle le viviamo noi e per fortuna sappiamo distribuire il poco che abbiamo».

L’arcivescovo si rivolge ai potenti. E lo fa nella sede della Provincia gremita di ex dipendenti ormai in pensione e di impiegati radunatisi per il tradizionale scambio degli auguri natalizi. E lì, a Palazzo dei Celestini, che D’Ambrosio traccia uno spartiacque. E separa i “loro” - quelli che stanno in alto e ormai sono avulsi dalla realtà e incapaci a comprendere e vivere appieno il vero significato della solidarietà - dal “noi” che per il numero uno della Curia di Lecce sono soprattutto i cittadini meno abbienti e i volontari. Coloro che «vivono appieno la comunità» e ogni giorno «si rimboccano le maniche» dandosi da fare nei due empori della solidarietà attivi in città.

Il primo è quello aperto alla Comunità Emmanuel, sulla strada per Novoli, il secondo opera nella chiesa di San Luigi. E D’Amborsio annuncia con orgoglio: «Ora anche il parroco della Cattedrale vuole aprire un punto ristoro lungo Vico dei Sotterranei». Tre punti d’accoglienza, dunque. Perché a Lecce e nel resto del Salento di emergenze ormai se ne contano sin troppe e la solidarietà non sembra bastare mai.

«Sono tanti i sentimenti che vivo venendo qui e incontrandovi», esordisce D’Ambrosio rivolgendosi ai dipendenti della Provincia ma anche al presidente Antonio Gabellone, al viceprefetto Beatrice Mariano e al difensore civico emerito Giacinto Urso. «Qui le voci del territorio risuonano tutte quante, sono voci che fanno emergere le urgenze, i bisogni, le necessità ma anche le distrazioni – prosegue D’Amborsio - Qui c’è tutto questo. Ma noi oggi ci incontriamo per dirci parole di amicizia e di solidarietà in nome della condivisione degli impegni e delle responsabilità che ci accomunano. Pensavo: come sarà il nostro Natale? Sarà un Natale difficile per tantissime famiglie, come testimoniano i due Empori della solidarietà. E per questo mi sento di fare un elogio grande alla nostra comunità. Nonostante per la carità che facciamo siamo stati privati del grosso aiuto dei fondi europei, distribuiamo ancora senza difficoltà. Anzi, anche di più grazie alla generosità di questa popolazione che è unica. La sera nel punto ristoro alle spalle della Chiesa del Sacro Cuore ci sono almeno 150 volontari. E’ bello sapere che c’è questa gente che ha poco e sa dividere il poco, mentre chi ha molto non sa dare. Questo significa sentirsi veramente cittadini e vivere una comunità».

A raccogliere il suo messaggio è il presidente Gabellone: «Stiamo vivendo un momento molto difficile. Mi chiedo a volte perché continuare in questa situazione di nebulosità. Mi domando quali siano le motivazioni per rimanere e come contribuire a riorganizzare il territorio salentino perché, dopo la riforma delle Province, siamo ancora in un momento di vuoto. Però, questa è anche la scommessa, l’occasione che può servire al nostro territorio per riorganizzarsi. Ciò che mi fa sperare nel ripartire nel modo giusto è la tendenza che abbiamo a mettere da parte i localismi e a partecipare insieme, superando gli egoismi, per diventare finalmente competitivi». E poi c’è l’input propositivo anche da parte della prefettura. «Il lavoro da fare è tanto, come ha detto il presidente, ma noi abbiamo voglia di lavorare insieme. Con questa metodologia si può continuare e andare avanti», chiosa il viceprefetto Mariano.