La mamma di Noemi: «Chieda perdono a Gesù e a mia figlia
A me ora serve solo avere giustizia»

La mamma di Noemi: «Chieda perdono a Gesù e a mia figlia A me ora serve solo avere giustizia»
di Valeria BLANCO
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Giovedì 31 Maggio 2018, 06:35 - Ultimo aggiornamento: 26 Settembre, 19:08
«Ha chiesto scusa, ma non è pentito. Non deve chiedere scusa, deve chiedere perdono a Gesù e a mia figlia. A me non serve che mi chieda perdono, mi serve solo giustizia e spero di poterla avere perché la mia Noemi possa riposare in pace». Non ha più lacrime per piangere Imma Rizzo, la madre di Noemi Durini che ieri in aula, per la prima volta dopo l’omicidio, ha guardato in faccia il presunto assassino della figlia.
«Entrare in quell’aula - racconta - è stata dura, ma quando ho visto il fidanzato di Noemi non ho provato niente. Non mi ha fatto nessun effetto». La mancanza di evidenti segni di ravvedimento, che poi sarebbe alla base del rigetto da parte del giudice Aristodemo Ingusci della messa alla prova richiesta dagli avvocati, brucia forte ai genitori della vittima. Un po’ come se Noemi fosse stata uccisa un’altra volta. «Ho guardato il ragazzo - prosegue la madre - e l’ho visto sereno come sempre. Una persona normale spera che ci sia pentimento, ma lui non si è pentito. È una persona di indole cattiva come tutta la sua famiglia. Non ho mai visto persone così cattive in tutta la mia vita, e di questo dovranno rendere conto alla loro coscienza».
Il riferimento è alla frase pronunciata ieri da Rocchetta Marzo, la madre dell’imputato, che all’uscita del tribunale ha urlato ai giornalisti: «Siamo orgogliosi. Siamo vivi». Una frase riferita al contenuto delle dichiarazioni rese in udienza dal figlio, il quale ha ribadito la prima versione fornita agli investigatori la sera del ritrovamento del cadavere di Noemi, secondo cui avrebbe dovuto uccidere la fidanzata che insisteva, invece, per ammazzare i genitori di lui, i quali si opponevano alla loro relazione.
In realtà, in udienza il giovane imputato, che ha recentemente compiuto la maggiore età, ha chiesto scusa. «Ma le scuse non bastano. Scusa - ha spiegato proprio fuori dal tribunale Umberto Durini, il padre di Noemi - si chiede se per sbaglio urti qualcuno. In casi come questo si chiede perdono, non si chiede scusa».
E la madre della ragazza non può che essere d’accordo: «Lui deve chiedere perdono a Gesù e a Noemi per quello che ha fatto. A me - dice Imma Rizzo - non serve che mi chieda perdono. A me serve giustizia perché mia figlia possa riposare in pace».
 
La giustizia è l’unica ragione per cui Umberto Durini e Imma Rizzo continuano a tenere duro, nonostante un dolore lacerante che non si rimargina. «Deve pagare per quello che ha fatto. Deve pagare - dice papà Umberto - tutta la famiglia, suo padre e sua madre che lo hanno aiutato. Ma fin quando sarà in aula davanti a loro non dirà mai quello che è veramente accaduto, chi c’era con lui, chi lo ha aiutato».
I genitori della ragazzina uccisa e poi sepolta sotto un cumulo di pietre non credono che il suo fidanzato, all’epoca dei fatti 17enne, possa aver fatto tutto da solo. La procura per i Minori di Lecce ha però chiuso il fascicolo ritenendo Lucio l’unico colpevole nella vicenda, così come la Procura ordinaria che, dopo aver indagato i genitori di Lucio per favoreggiamento (si ipotizzava che avessero aiutato il ragazzo ad occultare il cadavere) e un meccanico di Patù (uomo su cui dopo aver ritrattato la confessione il fidanzatino aveva addossato la responsabilità del delitto) ha proceduto con l’archiviazione delle loro posizioni.
La preoccupazione della madre, ora, è che il presunto omicida possa avere un trattamento troppo indulgente. «Bisogna cambiare le leggi - chiede - perché chi ha commesso cose così gravi non può rimanere impunito perché era minorenne. Anche mia figlia era minorenne, anche lei va tutelata». Infine, un ultimo pensiero a Noemi che non c’è più, ma è sempre presente negli occhi e nel cuore della mamma: «Gliela facciamo giustizia a mia figlia, gliela facciano. Lei è sempre con me. Lo sa».
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