Scontro tra auto e moto: un 44enne a processo per la morte di Aldino. Il pm ha chiesto il giudizio immediato, accusa di omicidio stradale aggravato

Scontro tra auto e moto: un 44enne a processo per la morte di Aldino. Il pm ha chiesto il giudizio immediato, accusa di omicidio stradale aggravato
di Andrea TAFURO
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Sabato 24 Febbraio 2024, 20:04

A processo con l’accusa di omicidio stradale aggravato Rezerat Turku, il 44enne conducente dell’auto, finito ai domiciliari per l’incidente in cui perse la vita, il 7 settembre dello scorso anno, Aldo Gjoka, il 29enne albanese ma residente a Lecce
La prima udienza è fissata per il prossimo 12 aprile davanti alla giudice Giovanna Piazzalunga a seguito di un giudizio immediato chiesto dal pm Giorgia Villa incaricata del caso. Turku è difeso dall’avvocato Nicola Di Bello, che si avvarrà della consulenza dell’ingegnere Antonio Vernaleone. I familiari di Aldino sono assistiti dall’avvocato Stefano Carlà e potranno costituirsi parte civile.

Le indagini

Le indagini sono state portate avanti dai carabinieri e dagli agenti di Polizia locale di Melendugno coordinati dalla procura leccese.

Il conducente dell’auto, in più fasi, avrebbe dichiarato di non ricordare nulla dell’impatto, precisando anche che sarebbe svenuto non appena è scoppiato l’airbag della sua Jaguar, e si sarebbe risvegliato solo in ospedale dopo l’intervento dei sanitari del 118. Tuttavia, Turku davanti al giudice avrebbe comunque ammesso di aver assunto sostanze stupefacenti ma di averlo fatto nei giorni precedenti al 7 settembre.

Sulla dinamica dello scontro mortale avvenuto nella marina di Torre Specchia, lungo la provinciale adriatica San Cataldo-Otranto, secondo i rilievi delle forze dell’ordine, la Jaguar condotta dal 44enne viaggiava a circa 120 km/h (ben oltre il limite di 50 fissato per quel tratto di strada), e dopo aver superato una curva all’altezza di via Plutone, avrebbe invaso la corsia opposta andando a sbattere proprio contro la moto Yamaha 690Mtm guidata dallo sfortunato motociclista che venne sbalzato dalla sella e proiettato a circa 20 metri di distanza. In seguito allo scontro l’auto finì contro il guardrail, mentre la moto e il centauro andarono ad impattare contro un muretto perimetrale di una proprietà privata, abbattendolo. 


Per terra i segni della tragedia: vetri in frantumi, pezzi di lamiera contorti e un palo dell’illuminazione pubblica divelto. Il mezzo a due ruote completamente distrutto nella parte anteriore, nell’impatto prese anche fuoco. Lo sfortunato Aldino invece morì sul colpo. A nulla purtroppo servirono i ripetuti tentativi di rianimarlo dei sanitari del 118 giunti sul posto dalla vicina postazione di San Foca. Il cuore del ragazzo, nato a Tirana ma residente a Lecce da tanti anni con un impiego in un consorzio di onoranze funebri, aveva già smesso di battere: troppo gravi le ferite riportate nell’incidente. 
Una tragedia che gettò nel dolore la famiglia e i tantissimi amici con cui Aldino aveva stretto un forte legame, fatto emergere anche nell’ultimo saluto riservatogli nel giorno dei funerali. La dinamica dello scontro è passata anche al vaglio dei periti nominati dalla procura leccese e dalle parti coinvolte. A processo saranno analizzati i dati raccolti sui 2 mezzi coinvolti (posti sotto sequestro) e rilevazioni planimetriche utili anche nella fase dibattimentale in Tribunale a far luce sull’incidente mortale.

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