A processo con l’accusa di omicidio stradale aggravato Rezerat Turku, il 44enne conducente dell’auto, finito ai domiciliari per l’incidente in cui perse la vita, il 7 settembre dello scorso anno, Aldo Gjoka, il 29enne albanese ma residente a Lecce.
La prima udienza è fissata per il prossimo 12 aprile davanti alla giudice Giovanna Piazzalunga a seguito di un giudizio immediato chiesto dal pm Giorgia Villa incaricata del caso. Turku è difeso dall’avvocato Nicola Di Bello, che si avvarrà della consulenza dell’ingegnere Antonio Vernaleone. I familiari di Aldino sono assistiti dall’avvocato Stefano Carlà e potranno costituirsi parte civile.
Le indagini
Le indagini sono state portate avanti dai carabinieri e dagli agenti di Polizia locale di Melendugno coordinati dalla procura leccese.
Sulla dinamica dello scontro mortale avvenuto nella marina di Torre Specchia, lungo la provinciale adriatica San Cataldo-Otranto, secondo i rilievi delle forze dell’ordine, la Jaguar condotta dal 44enne viaggiava a circa 120 km/h (ben oltre il limite di 50 fissato per quel tratto di strada), e dopo aver superato una curva all’altezza di via Plutone, avrebbe invaso la corsia opposta andando a sbattere proprio contro la moto Yamaha 690Mtm guidata dallo sfortunato motociclista che venne sbalzato dalla sella e proiettato a circa 20 metri di distanza. In seguito allo scontro l’auto finì contro il guardrail, mentre la moto e il centauro andarono ad impattare contro un muretto perimetrale di una proprietà privata, abbattendolo.
Per terra i segni della tragedia: vetri in frantumi, pezzi di lamiera contorti e un palo dell’illuminazione pubblica divelto. Il mezzo a due ruote completamente distrutto nella parte anteriore, nell’impatto prese anche fuoco. Lo sfortunato Aldino invece morì sul colpo. A nulla purtroppo servirono i ripetuti tentativi di rianimarlo dei sanitari del 118 giunti sul posto dalla vicina postazione di San Foca. Il cuore del ragazzo, nato a Tirana ma residente a Lecce da tanti anni con un impiego in un consorzio di onoranze funebri, aveva già smesso di battere: troppo gravi le ferite riportate nell’incidente.
Una tragedia che gettò nel dolore la famiglia e i tantissimi amici con cui Aldino aveva stretto un forte legame, fatto emergere anche nell’ultimo saluto riservatogli nel giorno dei funerali. La dinamica dello scontro è passata anche al vaglio dei periti nominati dalla procura leccese e dalle parti coinvolte. A processo saranno analizzati i dati raccolti sui 2 mezzi coinvolti (posti sotto sequestro) e rilevazioni planimetriche utili anche nella fase dibattimentale in Tribunale a far luce sull’incidente mortale.
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