Gioco d'azzardo, sequestrati beni per 15 milioni all'organizzazione con base nel Sud Salento. C'era anche un castello

Gioco d'azzardo, sequestrati beni per 15 milioni all'organizzazione con base nel Sud Salento. C'era anche un castello
3 Minuti di Lettura
Martedì 8 Maggio 2018, 12:07 - Ultimo aggiornamento: 17:59
Gli uomini del Nucleo Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza di Lecce hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro patrimoniale emesso dal Tribunale di Lecce nei confronti di cinque componenti di un’associazione con base in Racale, dedita all’esercizio del gioco d’azzardo attraverso l’alterazione di slot machine ed apparecchiature da intrattenimento. 
 

L’esecuzione delle misure ablative è intervenuta a compendio di un’ampia indagine delegata dallo locale direzione Distrettuale Antimafia che aveva già portato nel  2015 all’esecuzione di 27 ordinanze di custodia cautelare ed al sequestro preventivo di beni riconducibili agli indagati per un valore pari ad 12 milioni di euro.

Le investigazioni, che hanno interessato un ampio arco temporale (dal '96 al 2016), hanno evidenziato come agli odierni destinatari del provvedimento  fossero riconducibili una moltitudine di società e ditte individuali intestate a prestanome, attraverso le quali distribuivano e mettevano in esercizio in locali pubblici dislocati sull’intero territorio nazionale, “videopoker”, “slot machine” e “totem”, riproducenti il gioco d’azzardo.

Le indagini consentivano inoltre di riscontrare come alcuni componenti dell’organizzazione, avvalendosi del “metodo mafioso”, turbassero la libertà di impresa e di concorrenza a tal fine tenendo condotte intimidatorie nei confronti degli esercenti le attività commerciali ove tali congegni erano collocati.

(Nel video il colonnello Bruno Salsano)

Gli accertamenti svolti dagli investigatori del Drappello Misure di Prevenzione del GICO di Lecce, finalizzati alla individuazione ed alla successiva aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati dal gruppo criminale, facevano inoltre emergere, oltre alla intestazione fittizia di numerosi cespiti a vari prestanome anche l’esistenza di 2 trust fittizi, di cui uno utilizzato per segregare il patrimonio delle suddette società allo scopo di eludere la normativa antimafia in tema di confisca dei beni.

Sulla scorta di dette emergenze investigative, certamente indicative di una abitualità nelle condotte delittuose, il GICO del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Lecce ha quindi eseguito, su delega della locale Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Lecce, approfonditi accertamenti nei confronti dei componenti del citato sodalizio, volti a verificare l’esistenza dei presupposti legislativi per l’applicazione delle misure di prevenzione personali e patrimoniali, ai sensi della vigente legislazione antimafia.

Veniva avviata pertanto una complessa attività investigativa che permetteva di raccogliere numerosi elementi attestanti l’elevata pericolosità sociale degli investigati, la loro propensione a delinquere nonché la loro refrattarietà ad adeguarsi alle regole che presiedono l’ordinato e quieto vivere sociale.
Nel contempo venivano eseguiti approfonditi accertamenti patrimoniali e finanziari, che permettevano di riscontrare l’esistenza di una netta sperequazione tra le elevatissime disponibilità economico – patrimoniali e la ben più modesta posizione reddituale da ciascuno dichiarata.

In particolare sono stati sottoposti a vincolo reale società attive nel settore del commercio all’ingrosso di videogames ed apparecchi da intrattenimento, nel settore della compravendita immobiliare, nella gestione di attività turistico alloggiative e nel commercio all’ingrosso di alimentari, nonché immobili di pregio (tra cui una struttura alberghiera ed un castello) e terreni agricoli ubicati nei comuni di Ugento, Racale, Taviano, Gallipoli Melissano, autovetture e disponibilità finanziarie, per un valore complessivamente stimato dei beni posti sotto sequestro quantificato in 15 milioni di euro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA