Cinque ore senza luce
Per circa 5 ore l’ospedale di Gallipoli è rimasto senza luce, per un intervento previsto da Enel su una cabina elettrica interna, e così i gruppi elettrogeni entrati in funzione hanno alimentato i reparti, garantendo l’attività e il funzionamento di sole 3 “montalettighe”, una per ogni torre dell’ospedale.
I disagi dei pazienti
Uno stop elettrico tuttavia attenzionato dalla direzione medica di presidio e seguito dai tecnici, per ridurre al minimo i disagi all’utenza. Intanto però alcuni disagi sono stati lamentati dai pazienti, e dai loro familiari, nel corpo A dell’edificio, dove convivono il pronto soccorso nel piano interrato, anestesia e rianimazione al primo livello, mentre al quinto piano c’è il reparto di oncologia. Di fatto, le necessità mediche delle due unità di emergenza-urgenza, avrebbero reso complicato se non impossibile, per diversi pazienti in cura e con difficoltà motorie, prendere l’unico ascensore attivo per spostarsi nei reparti di competenza, in particolare oncologia.
Problema che si sarebbe presentato anche per le dimissioni, con i pazienti impossibilitati a muoversi autonomamente che avrebbero atteso con figli al seguito per diverse ore prima di poter utilizzare il montalettighe libero per scendere al piano terra. I disagi per pazienti e familiari sono durati circa 5 ore, dalle 12 sino alle 17, quando gradualmente l’energia elettrica è stata ripristinata all’interno dell’ospedale consentendo così il funzionamento a pieno regime di ascensori e servizi per l’utenza.
La direzione dell'ospedale
«Comprendiamo le difficoltà per i pazienti - hanno fatto sapere dalla direzione tecnica e sanitaria del presidio - che possono essere sorte in seguito alle misure d’emergenza messe in atto per fronteggiare il distacco dell’energia elettrica in ospedale. Tuttavia l’intervento programmato da Enel non si poteva spostare in orario notturno come in altre circostanze, ma l’utilizzo dei gruppi elettrogeni e il monitoraggio costante dell’attività ha consentito il pieno funzionamento dei reparti e di ridurre al minimo i disagi per l’utenza».