Svolta nelle ricerche: ritrovata a Trepuzzi l'auto dell'ergastolano in fuga

Svolta nelle ricerche: ritrovata a Trepuzzi l'auto dell'ergastolano in fuga
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Sabato 21 Novembre 2015, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 10 Novembre, 20:11

L'auto della fuga è stata ritrovata a Trepuzzi: prima svolta nelle ricerche dell'ergastolano Fabio Perrone evaso venerdì scorso dall'ospedale Vito Fazzi di Lecce. La Toyota Yaris - rapinata alla donna fuori dall'ospedale - si trovava in via Campania, alla periferia della stessa cittadina di Perrone. A segnalare il ritrovamento è stata la Polizia municipale di Trepuzzi.

Fabio Perrone, l'ergastolano evaso il 6 novembre scorso dall'ospedale di Lecce, aveva forse già progettato di evadere dal carcere salentino di Borgo San Nicola, dov'era detenuto. È quanto emerge da un'informativa inviata alla Procura di Lecce nel giugno scorso.

La circostanza è stata confermata dal procuratore di Lecce, Cataldo Motta.

Nel rapporto investigativo veniva segnalato - già a marzo - un possibile piano di fuga del detenuto in occasione dell'udienza fissata per il 23 giugno scorso, al termine della quale Perrone è stato condannato all'ergastolo col rito abbreviato per il delitto del montenegrino Fatmin Makovic e del tentato omicidio del figlio 16enne. L'informativa venne subito comunicata al Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria e ai responsabili locali. Il giorno del processo vennero intensificati i controlli e le misure di sicurezza, ma non accadde nulla.

Intanto le ricerche continuano, ma non c'è traccia dell'evaso. Sono giorni di lavoro febbrile da parte delle forze dell’ordine, impegnate con centinaia di uomini sul campo.

Negli uffici si susseguono le riunioni operative per fare il punto della situazione e aggiornare le ipotesi sul posto in cui potrebbe essersi nascosto. Ma non è facile: Perrone non è uno sprovveduto, e se è vero che la fuga non era premeditata, è altrettanto vero che un personaggio del suo spessore criminale può contare su una serie di appoggi che già nelle prime ore potrebbero avergli consentito di trovare un nascondiglio sicuro nel Salento. O di fuggire all’estero, che è l’ipotesi che più preocupa gli inquirenti.

Intanto più passa il tempo e più si diffonde una vera e propria psicosi, soprattutto nei luoghi che in questi giorni sono maggiormente battuti dalle forze di polizia. C’è il timore, da parte di tanti, che si scateni una vera e propria caccia all’uomo, e che le scene viste venerdì mattina in ospedale possano ripetersi, magari in mezzo alla strada. Particolare preoccupazioni vengono manifestate a Trepuzzi, paese natale dell’ergastolano.

Negli ultimi giorni le strade si sono riempite di poliziotti e carabinieri, numerosi i posti di blocco.

Anche la fascia costiera a est di Lecce viene battuta dagli investigatori. In particolare Casalabate, marina divisa tra i comuni di Trepuzzi e Squinzano, dove Perrone un anno e mezzo fa si nascose dopo l’omicidio del montenegrino Fatmir Makovic.

Altissima l’attenzione delle forze dell'ordine anche nei pressi del campo rom “Panareo”, tra Lecce e Campi Salentina, dove vivono i parenti di Makovic.

Sul caso stanno lavorando polizia, carabinieri, finanzieri e agenti penitenziari. Tutti coordinati dal questore di Lecce Pierluigi D’Angelo. A condurre le indagini la Squadra mobile di Lecce. Ma lo stato di allerta è alto su tutto il territorio nazionale.

Non viene esclusa nemmeno l’ipotesi che possa essere già fuggito oltre l’Adriatico. Lo ha detto il procuratore Cataldo Motta, sabato scorso. In Albania, ad esempio, dove Perrone potrebbe contare sull’appoggio di personaggi che negli ultimi anni hanno tenuto i contatti con i clan della Sacra corona unita.

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