Ecotassa, ultimo atto: i giudici danno ragione ai Comuni. Regione sconfitta: pronti risarcimenti milionari

Ecotassa, ultimo atto: i giudici danno ragione ai Comuni. Regione sconfitta: pronti risarcimenti milionari
3 Minuti di Lettura
Lunedì 13 Gennaio 2020, 12:49 - Ultimo aggiornamento: 17:04
I Comuni della provincia di Lecce hanno diritto a versare l’ecotassa nella misura minima del 20%  indipendentemente dalla percentuale di raccolta differenziata da ciascuno raggiunta. Lo ha stabilito in via definitiva il Consiglio di Stato con sentenza depositata questa mattina, sentenza che ha accolto il ricorso di 92 Comuni della provincia di Lecce, difesi dall’avvocato Luigi Quinto. Il verdetto chiude una lunga battaglia legale, finita anche davanti alla Corte costituzionale, e apre una stagione nuova, sia in tema di tariffe che di impianti, esistenti e da realizzare. 

La vicenda risale al 2014 quando i comuni salentini si sono opposti per la prima volta alla decisione della Regione Puglia di fissare la misura dell’ecotassa a 25 euro per ogni tonnellata di rifiuto conferito in discarica. La tariffa massima prevista dalla legge nazionale per tutti i comuni che non abbiano raggiunto elevate percentuali di raccolta differenziata, dando così avvio alla battaglia legale. I Comuni hanno censurato gli atti regionali per violazione di una legge statale risalente al 1995, legge che ha istituito l’ecotassa e che riconosce, tra i principi fondamentali, una premialità, cioè uno sconto dell’80% del tributo per chi conferisca in discarica solo lo scarto e il “sovvallo” di un particolare trattamento.

Comuni ricicloni, bravi, bravissimi, ma non basta: «Costi ancora alti, tasse senza sconti»
Comuni “Ricicloni”, ristoro da un milione di euro per i 63 più virtuosi: differenziare conviene
Ecotassa ancora al massimo, i Comuni contro la Regione: di nuovo in tribunale

Questa premialità è sempre stata negata dalla Regione, che dapprima ha invocato la specificità della disciplina regionale, che prevede delle riduzioni solo per il raggiungimento di elevate percentuali di raccolta differenziata, e, successivamente, ha sostenuto una diversa interpretazione della norma statale del 1995. La tesi dei comuni era già stata condivisa dai giudici del Tar di Lecce, che con un’ordinanza del 2015 avevano rimesso alla Corte Costituzionale la valutazione sulla compatibilità della Legge Regionale pugliese con la disciplina statale. E la Corte
Costituzionale, ad aprile del 2017, aveva dato ragione ai Comuni, dichiarando incostituzionale la Legge pugliese.

Nonostante il pronunciamento della Consulta e del giudice di primo grado, la Regione Puglia, che nel frattempo aveva impugnato le decisioni del Tar dinanzi al Consiglio di Stato, non solo non ha disposto i rimborsi delle maggiori somme versate dai comuni ricorrenti per le annualità pregresse, ma ha continuato ad applicare l’ecotassa maggiorata, sostenendo che i ricorrenti non rispettassero neppure i requisiti previsti dalla disciplina
statale per il riconoscimento della premialità, così obbligando i Comuni a proseguire nei giudizi e ad impugnare anche le determinazioni dell’ecotassa per gli anni successivi, fino al 2019.

Con la sentenza di questa mattina i Giudici di Palazzo Spada hanno però dato ragione definitivamente ai comuni, con una sentenza - commenta Quinto - che «mette fine ad una situazione di ingiustizia perpetrata dalla Regione ai danni dei comuni salentini. Dietro la foglia di fico dell’obiettivo della raccolta differenziata, si è voluto imporre ai comuni un balzello non dovuto secondo la disciplina nazionale».

Cosa accadrà adesso? Per il periodo precedente alla sentenza, solo i comuni che hanno fatto ricorso potranno beneficiare degli effetti del verdetto. Quei comuni, insomma, potranno ottenere dalla Regione la differenza tra
quanto versato e la minor somma di 5,16 euro, per un totale che certamente supera i 10 milioni di euro. La Regione, però, potrebbe sempre decidere di estendere gli effetti della sentenza a tutti i comuni, per evitare disparità di trattamento, tanto più che il giudice d'appello ha chiarito come «la premialità deve essere riconosciuta - spiega Quinto - a tutti i Comuni che conferiscono in discarica lo scarto in uscita dagli impianti così detti TMB, indipendentemente dalla efficacia del trattamento. Ciò perché la norma statale del 1995 non pone altre condizioni per l’abbattimento del tributo. Significa che poiché tutti i comuni pugliesi conferiscono in impianti TMB, tutti hanno diritto d’ora in avanti al pagamento dell’ecotassa in misura ridotta».
© RIPRODUZIONE RISERVATA