Tassa di soggiorno, si cambia. Ora a riscuoterla sarà Airbnb

Casa vacanze
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di Rita DE BERNART
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Domenica 3 Marzo 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 4 Marzo, 13:36

Caos tassa di soggiorno: con la nuova legge di bilancio si aprono nuovi scenari per la riscossione e il versamento dell’imposta. Dopo la ritenuta sulla cedolare secca, Airbnb ha annunciato che riscuoterà, e verserà, direttamente la tassa dovuta per le locazioni turistiche in tutti i comuni italiani che la prevedono. In totale si tratta 1.200 comuni italiani, di cui circa 35 in Puglia.

La lettera agli host


Nei giorni scorsi la piattaforma ha informato gli host (i locatori iscritti al portale di affitti ad uso turistico) con una lettera in cui annuncia la novità. Una comunicazione che ha mandato subito in confusione i gestori delle case vacanza che, a loro volta, non hanno avuto indicazioni dai Comuni di riferimento. Tant’è: di fatto, secondo i sindaci interessati, non è stato avviato un iter, con i Comuni in cui si applica l’imposta, per stipulare delle convenzioni sulle nuove modalità operative. «Airbnb - si legge nella mail - è lieta di annunciare che inizierà a riscuotere e versare l’imposta di soggiorno per le locazioni brevi in Italia in tutti i Comuni o enti che la prevedono.

L’intero processo sarà automatizzato sulla piattaforma, in modo che i viaggiatori possano concentrarsi sul godersi il soggiorno senza doversi preoccupare di questa incombenza, e gli host possano dare priorità a far sentire i loro ospiti come a casa». Poi la precisazione: «L’attività di riscossione e versamento dell’imposta di soggiorno in tutta Italia segue alle modifiche introdotte dalla Legge Finanziaria 2024 al D.L. 50/2017».

Gli accordi con alcune città tra cui Lecce


Nulla di nuovo in un certo senso. Già da qualche anno infatti la piattaforma aveva avviato un programma di riscossione diretta, cooperando, attraverso accordi volontari, con alcune delle più grandi città italiane, tra cui Lecce, per raccogliere e versare l’imposta di soggiorno. La novità, e la stranezza, dell’annuncio, dunque, risiede nel fatto che con i restanti comuni non sia stata attivata nessuna collaborazione né alcun dialogo. «Stiamo approfondendo la questione - spiega Francesco Zaccaria, sindaco di Fasano e delegato Anci al turismo - perché al momento nessuno di noi ha sottoscritto una convenzione. Le somme che loro andrebbero a riscuotere sono somme comunali. Le amministrazioni, prima di qualsiasi variazione, devono prioritariamente firmare una convenzione e un accordo e tutelarsi in modo che non ci siano sorprese. Oltretutto si tratta di una multinazionale con sede all’estero: in caso di qualsiasi problema, rincorrere per il mondo un colosso del genere per un piccolo comune sarebbe impossibile». 

La lotta all'abusivismo


Il provvedimento di natura fiscale introdotto nella legge di bilancio riguardo l’imposta di soggiorno e il versamento della ritenuta sulla cedolare secca va nella direzione della lotta all’abusivismo; in qualche modo questo sistema servirebbe a stanare i furbetti che, pur affittando locazioni private attraverso le piattaforme di vendita, non adempiono agli obblighi fiscali e non si mettono in regola con il versamento delle tasse e con le norme previste. Qualora si dovesse giungere ad un accordo a livello nazionale, il vantaggio per gli enti locali potrebbe essere evidente: tale modello aiuterebbe a riscuotere le imposte più agevolmente, e allo stesso modo potrebbe semplificarne il pagamento. Occorre però necessariamente far fronte comune, attuare garanzie e istituire un sistema nazionale con modalità chiare e univoche e sicure per tutti. Che metta al riparo da truffe e ammanchi. 

«Attualmente - continua Zaccaria- non c’è nulla di certo, come Puglia stiamo lavorando per arrivare ad una posizione comune in modo da proporre poi una convenzione alla piattaforma. Non avendo avuto alcun tipo di contatto, per noi ad oggi questa comunicazione è da ignorare, si procede in modo tradizionale con le procedure che abbiamo sempre attuato. Non va trascurato il fatto che occorre dare delle garanzie agli Enti comunali, considerando che si può trattare di incassi di qualche decina di migliaia di euro a milioni di euro e questo spaventa i responsabili finanziari comunali e i sindaci che devono tutelarsi».

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