Comuni ricicloni, bravi, bravissimi, ma non basta: «Costi ancora alti, tasse senza sconti»

Comuni ricicloni, bravi, bravissimi, ma non basta: «Costi ancora alti, tasse senza sconti»
di Paola COLACI
4 Minuti di Lettura
Giovedì 19 Dicembre 2019, 09:45
«Un milione di euro di ristoro per l'Ecotassa? Il contributo della Regione non basterà a coprire tutte le spese a carico dei Comuni per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. Continuiamo a pagare cifre altissime per conferire fuori dalla Puglia. La Regione chiuda il ciclo dei rifiuti, altrimenti non potremo nemmeno abbassare la Tari».

Per i sindaci salentini c'è poco da stare sereni. L'annuncio dei ristori previsti dalla Regione Puglia a favore dei 63 comuni pugliesi che tra il 2018 e il 2019 hanno centrato l'obiettivo del 65% di raccolta differenziata, non sembra aver sortito grandi entusiasmi tra gli amministratori. Anzi. I sindaci ne sono convinti: i soldi che il governo regionale di Michele Emiliano stanzierà da qui a qualche settimana a favore dei centri ricicloni non basteranno a ristorare le casse comunali, ma soprattutto non potranno alleviare le tasche dei cittadini dai costi sostenuti annualmente per lo smaltimento in discarica. Tariffe che dal marzo del 2018 il governo regionale di Michele Emiliano ha fissato a 25,82 euro per tonnellata di immondizia finita negli impianti a carico delle amministrazioni che non superano il 40% di porta a porta. E nella provincia di Lecce sono la maggior parte.

Differenziata, Lecce diventa “Comune riciclone”, menzione speciale a Nardò: la classifica di Legambiente
Differenziata, la Puglia sale al 50,5%. Ecco i comuni più virtuosi nella raccolta dei rifiuti

Secondo il report di Legambiente sui Comuni ricicloni 2019, infatti, su 97 amministrazioni salentine sono solo 15 quelle che nel 2018 sono riuscite ad attestare la soglia del porta a porta su percentuali superiori al 65%. E nonostante tutto, sono comunque tenute a pagare la tariffa di 5,17 ero per ogni tonnellata di rifiuto prodotta. Tutti costi che, assieme a quelli della Tari e delle altre imposte in materia ambientale, finiscono per gravare sulle tasche dei cittadini. E anche il milione di «risorse che verranno ripartite in base al numero degli abitanti e alle percentuali di differenziata raggiunte da ogni singola amministrazione», come aveva fatto sapere Fiorenza Pascazio, delegata Anci Puglia all'Ambiente, secondo gli amministratori della provincia di Lecce non basterà a ripagare i comuni da costi che talvolta sfiorano anche la cifra record di 160 euro. Soprattutto nel caso in cui i comuni si vedano costretti a spedire rifiuti e frazione organica fuori regione.

«È chiaro che in questo contesto di carenza di impianti immaginare di ridurre i costi della Tari è praticamente impossibile ammette il sindaco di Casarano Gianni Stefàno e la legge impone ai comuni di coprire per intero il costo di servizio e smaltimento dei rifiuti attraverso la tassa. Ma il vero problema dell'incremento costante delle imposte sta nel fatto che la Regione non ha ancora chiuso il ciclo dei rifiuti. In Puglia mancano ancora gli impianti adeguati, i rifiuti devono essere trasferiti fuori regione e i costi di questi viaggi della spazzatura, di fatto, azzerano i benefici che potrebbero derivare dalla differenziata», attacca il rappresentante dei sindaci salentini.

Ma c'è di più. «A causa della mancanza di impianti pubblici sono i privati a determinare il costo dello smaltimento aggiunge Stefàno e c'è, infine, la questione legata al mancato riutilizzo del rifiuto riciclato e ciò comporta costi ulteriori di gestione dello stesso prodotto riciclato».
Della necessità che il ciclo regionale dei rifiuti si chiuda al più presto è convinto anche il sindaco di Trepuzzi, Giuseppe Taurino. Seppure il comune è stato inserito tra i 15 ricicloni salentini e premiato da Legambiente, almeno per il momento il riconoscimento non potrà tradursi in ristoro ai cittadini sul fronte della Tari: «Siamo di fronte al cane che si morde la coda: i comuni pagano l'ecotassa perché non completano il percorso del ciclo dei rifiuti spiega Taurino ma senza impianti come può essere immaginabile chiudere il ciclo dei rifiuti? E, dunque, non è possibile pensare di ridurre la Tari. Ecco perché su questo fronte richiamerò alla responsabilità i sindaci della mia Aro: il cerchio si deve chiudere. Così come va combattuta con ogni mezzo l'evasione sulla Tari. Il malcostume di alcuni finisce per generare un danno in termini di aggravi di costi sulla maggior parte dei contribuenti onesti».

Dello stesso avviso Flavio Filoni, sindaco di Galatone e fresco di riconoscimenti per i risultati della differenziata con Legambiente: «La voce di spesa che incide di più, anche sul fronte della Tari, è legata ai costi di smaltimento che sono passati da 115 a 160 euro a tonnellata spiega il sindaco ed è chiaro che in questa maniera non saremo in grado di far pagare meno tasse ai cittadini. Non possiamo ritoccare le tariffe senza prima aver risolto il problema».

Per Marcello Rolli, primo cittadino di Leverano che ha bissato il successo dello scorso anno confermandosi «il contributo da un milione di euro non servirà a ristorare le amministrazioni dai costi proibitivi che sostengono in materia di rifiuti. Finché continueremo a portare la nostra frazione a Bari i costi saranno altissimi. A ciò si aggiunga il fatto che, spesso, l'umido viene considerato impuro e trattato diversamente dagli impianti. Con spese aggiuntive, dunque. E oneri maggiori a carico dei comuni e dei cittadini».
© RIPRODUZIONE RISERVATA