La difesa del sindaco di Trepuzzi: «Non siamo omertosi»

La difesa del sindaco di Trepuzzi: «Non siamo omertosi»
di Antonio SOLETI
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Domenica 10 Gennaio 2016, 11:32
«La cattura di Perrone è un sospiro di sollievo per una comunità intera che in questi due mesi ha vissuto momenti difficili».
Usa queste parole il sindaco di Trepuzzi Oronzo Valzano per definire il suo stato d’animo e quello dei suoi concittadini a poche ore dall’arresto di Fabio Perrone. Ma su questa operazione pesa come un macigno quella considerazione fatta dagli inquirenti, e cioè che la latitanza di Perrone sia stata favorita da una rete di fiancheggiatori.
Il sindaco si difende così: «Mi sento di rifiutare con decisione l'idea che Trepuzzi debba considerarsi una città omertosa o peggio ancora complice, quando invece è fatta di persone oneste ed operose. La nostra è una comunità attenta al valore della legalità».
«Per tutti noi l'educazione al rispetto delle regole è impegno quotidiano. In questi due mesi - continua Valzano - la preoccupazione per quello che poteva succedere è stato un sentimento molto presente tra i cittadini. Come presente è stato il disappunto per la caduta d’immagine di una città onesta e laboriosa che si è vista “sbattuta in prima pagina” non per i suoi meriti quotidiani ma per un grave fatto criminoso. La presenza di qualche elemento che non rispetta la legge, non può pregiudicare l'onesto impegno quotidiano di una comunità intera».

«Siamo sempre stati un fronte contro l’illegalità e nei confronti della criminalità organizzata», aggiunge poi il sindaco. «Per questo è necessaria la massima coesione di tutte le forze sane della società». Impegno e coesione che adesso potrebbero concretizzarsi in una manifestazione: «Ci sto pensando», chiosa il primo cittadino.
Ma questi sono stati anche giorni di silenzio e di riflessione, di attesa e di speranza.

L’attesa di una notizia che potesse mettere il punto a questa latitanza e la speranza che la coesione dei trepuzzini e la collaborazione con le forze dell’ordine fosse una condizione essenziale per stanare l’evaso e riportarlo in cella.
Un appello corale alla collaborazione è venuto anche da don Alessandro Scevola, parroco della parrocchia Santa Famiglia che, pochi giorni dopo il fatto avvenuto nel nosocomio leccese, aveva invitato i fedeli a parlare, se a conoscenza di elementi utili alle indagini. Ed oggi, appresa la notizia dell’arresto, lo stesso don Alessandro ha così commentato: «La co munità della Santa Famiglia e la comunità trepuzzina riconosce e apprezza il grande lavoro svolto dalle forze dell’ordine in questi mesi e riconosce positivamente il risultato ottenuto. È un traguardo frutto di indagini, di ricerche, di intercettazioni che certamente va lodato e che oggi premia le forze dell’ordine dopo due mesi di intensi sacrifici. La comunità esulta per il ritrovato senso di serenità, una serenità che oggi si respira nell’aria e che fa tirare a tutti un sospiro di sollievo per il buon esito dell’operazione».

Chiede un po’ di “riposo”, il parroco: «Al tempo stesso prosegue don Alessandro – si chiede a tutti un profondo rispetto per tutte le persone coinvolte in questa storia, un rispetto che diventa fiducia nella magistratura perché faccia piena luce su una vicenda che certamente ha ancora tanto da raccontarci. Dopo questi due mesi di paura e di sospetti, Trepuzzi merita un po’ di riposo mediatico, un tempo di silenzio per fare esperienza di tutto quello che è accaduto e per far emergere invece le grandi potenzialità di un paese la cui quasi totalità è formata di uomini e donne di buona volontà che credono nel bene comune e lo perseguono. Abbiamo bisogno - conclude - di una “complicità” del bene comune che dia a tutti i cittadini, in particolare ai giovani, nuove garanzie di serenità per il presente e per il futuro».