Salento, distruggono il presepe in Chiesa. E il parroco scrive una lettera al "capo" della baby gang: «Ti voglio bene, nonostante tutto»

Il sacerdote aveva accompagnato la missiva con alcuni dolcetti, ma dalla casa del ragazzo nessuno ha aperto la porta

Salento, distruggono il presepe in Chiesa. E il parroco scrive una lettera al "capo" della baby gang: «Ti voglio bene, nonostante tutto»
Salento, distruggono il presepe in Chiesa. E il parroco scrive una lettera al "capo" della baby gang: «Ti voglio bene, nonostante tutto»
di Pierangelo TEMPESTA
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Domenica 31 Dicembre 2023, 12:01 - Ultimo aggiornamento: 3 Gennaio, 13:49

I vandali entrano in chiesa e nei locali parrocchiali danneggiando gli addobbi del presepe vivente. E il parroco porta loro un dolce e una lettera: «Ti voglio bene, nonostante tutto». La storia arriva da Taurisano, nel Salento.

«Ieri - si legge in un post pubblicato sulla pagina Facebook della parrocchia della Trasfigurazione - il solito gruppo spavaldo si è introdotto forzando la porta di accesso nei locali della chiesa madre, dove stiamo realizzando il Presepe del Gobbo di Notre Dame, strappando tutte le stelle appese». Successivamente, poi, lo stesso gruppo è entrato in chiesa, «profanando la sacralità del luogo, ridendo, scherzando e giocando con i microfoni nonostante il richiamo dei presenti». Così questa mattina il giovane parroco don Gionatan De Marco, da pochi mesi alla guida della comunità parrocchiale, «ha suonato a casa del condottiero dell’armata Brancaleone ma, pur essendoci qualcuno, nessuno gli ha aperto». Il sacerdote aveva portato con sé un dolcetto e una lettera indirizzata al gruppo. Il testo della missiva è stato poi reso pubblico dalla parrocchia.

«Il gesto che hai avuto l'idea di mettere in atto ieri sera - si legge nel messaggio che il parroco ha indirizzato ai ragazzi - racconta ancora una volta il tremendo bisogno che hai di essere riconosciuto prezioso e di essere accompagnato a cercare le risorse più belle che porti dentro per ogni sogno soffocato che ti urla dentro». «Ogni stella che hai sparso sul pavimento - continua la lettera - portava scritti dei nomi...

Nomi di uomini e donne che chi l'ha scritta ha riconosciuto come “miracoli”! Tu hai fatto la scelta di strapparli dal cielo dove erano appesi e di spargerli per terra, fiero del tuo gesto».

La lettera

«Caro fratello mio, ognuna di quelle stelle ti si accenda dentro, ti inizi a brillare nella mente e nel cuore, perché tu ti accorga di quanti anti-miracoli stai producendo con ogni tuo gesto spavaldo e ti venga finalmente fame di miracoli veri, di vita vera, di felicità vera!». E poi la conclusione: «Ti auguro che ti venga meno il sonno fin quando ciò non accada! Solo allora la vita dolce, rappresentata dai dolci che ti porto in dono, finirà di essere per te amara. Ti voglio bene, nonostante tutto!».

All'inizio di novembre, in seguito ad altri atti vandalici che avevano interessato il centro cittadino, lo stesso sacerdote aveva organizzato un flash mob nella piazza principale del paese, accanto alla chiesa madre: i cittadini, in centinaia, avevano risposto all'invito portando con loro una candela, per “una città di luce”.

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