Cocaina per i vip: 4 anni a Mannarini, sconto di pena per Tarantini

Alessandro mannarini
Alessandro mannarini
di Vincenzo DAMIANI
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Mercoledì 13 Aprile 2016, 18:55
<COBLUNEW><CP8.6><SC97,100><CO> Sconto di pena per Gianpaolo Tarantini, il protagonista delle feste vip a base di cocaina in Sardegna, ma non per i suoi ex amici, il leccese Alessandro Mannarini e Massimiliano Verdoscia. La Corte di appello di Bari ha confermato la sentenza di primo grado per Mannarini e Verdoscia, condannandoli a 4 anni e 4 mesi per trasporto e cessione di droga; è invece andata meglio a Gianpi, l’ex re Mida della sanità pugliese: nonostante fosse considerato l’organizzatore dei festini in Costa Smeralda, è stato premiato per aver collaborato con la Procura barese e si è visto infliggere una pena di 1 anno e 8 mesi. La sentenza è stata emessa al termine del processo di secondo grado celebrato con il rito abbreviato: i 4 anni e 4 mesi rischiano di aprire le porte del carcere per Mannarini e Verdoscia qualora la decisione dei magistrati baresi dovesse essere confermata anche dalla Cassazione. «Accogliamo con grande rammarico ma rispetto la sentenza – commenta l’avvocato Marco Vignola, difensore assieme a Pasquale Corleto di Mannarini – ora attenderemo il deposito delle motivazioni per capire il perché di questa condanna che non condividiamo e ci sorprende. Poi, certamente presenteremo ricorso in Cassazione». L’episodio contestato dalla Procura risale all’estate del 2008, quando Tarantini – secondo l’accusa – avrebbe organizzato dei festini vip nella villa affittata in Sardegna per avvicinare personaggi influenti. Il 2008 è anche l’anno in cui Gianpi riuscì a conoscere l’ex premier italiano Silvio Berlusconi: l’amicizia nacque proprio in Costa Smeralda, durante una cena a Villa Certosa. È stato proprio Gianpi ad “incastrare” con le sue rivelazioni Mannarini, accusandolo di aver acquistato e trasportato in auto da Bari sino in Sardegna la droga. Per Tarantini la condanna è stata ridotta perché la Corte ha accolto i motivi di appello del difensore, l'avvocato Nicola Quaranta, che chiedeva di applicare la stessa pena base degli altri imputati (6 anni e 6 mesi anziché 8 anni). L’inchiesta è nata dalle dichiarazioni dello stesso Gianpaolo Tarantini, il verbale comincia proprio dalla scelta della casa a Porto Cervo: «Nel giugno del 2008 – raccontò Gianpi alla guardia di finanza - insieme a mia moglie e a Massimo Verdoscia e famiglia decidemmo di prendere in affitto una villa in Sardegna per un importo di circa 70mila euro, che pagammo io, per un importo maggiore, e Massimo Verdoscia. Prima di andare in Sardegna, io, Massimo Verdoscia e Alessandro Mannarini decidemmo di acquistare un quantitativo di circa 50-70 grammi di cocaina ed un quantitativo più ridotto di Md. Lo stupefacente fu acquistato alla fine di giugno in circostanze diverse da me, da Verdoscia e da Mannarini, ognuno con proprie disponibilità finanziarie. Lo stupefacente fu trasportato in Sardegna in unica soluzione da Alessandro Mannarini, a bordo dell’autovettura con la quale si mosse da casa mia in quanto dormiva in una dependance della stessa, ma una volta giunta in Sardegna fu suddivisa tra me, Verdoscia e Mannarini. Io tenni per me la parte più rilevante conservandola nella cassaforte della mia camera da letto».
 
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