Caserme, ospedali da campo e bunker prefabbricati realizzati nel Salento: l'azienda compie 50 anni

Caserme, ospedali da campo e bunker prefabbricati realizzati nel Salento: l'azienda compie 50 anni
di ​Pierpaolo SPADA
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Sabato 17 Febbraio 2024, 10:52 - Ultimo aggiornamento: 13:40

Una piccola azienda metalmeccanica che, dal Sud della Puglia, si è fatta strada nel mondo al punto di diventare prima scelta nel catalogo che gli Stati sfogliano quando devono organizzare la propria difesa contro gli attacchi armati o le calamità naturali. «Coraggio, volontà, fede, umanità», s'è detto. Ieri, R.I. spa ha compiuto cinquant’anni. E, nel quartier generale di Trepuzzi, ha ricevuto il plauso della comunità internazionale - composta da alte cariche militari e diplomatiche e autorevoli esponenti del mondo accademico, culturale, religioso e imprenditoriale - con cui da mezzo secolo accompagna la sua evoluzione. 
Quando, Salvatore Tafuro, fondatore e presidente di questa realtà produttiva salentina, ha preso il microfono per aprire il convegno programmato ad hoc - sul tema “Mediterraneo oltre i confini: le imprese al centro delle sfide per lo Sviluppo sostenibile” -, tra orgoglio e commozione, è riuscito soltanto a riconoscere il valore di “faro” che le istituzioni hanno rappresentato per la crescita della sua attività e della sua famiglia. 

L'azienda


Base in provincia di Lecce con 200 dipendenti. E siti di produzione in Kosovo, a Gibuti e in Libano. Visitare la R.I. significa balzare mentalmente al centro delle zone più calde del pianeta, devastate da guerre, tsunami e terremoti. E riuscire a intuire almeno per un istante il modo in cui sia possibile mettersi al riparo, farsi soccorrere e salvarsi la vita. 
In joint venture e in sinergia con governi, istituzioni locali e organismi internazionali, R.I. realizza infatti quei sistemi modulari per usi civili e istituzionali e quelli che suppliscono alle ordinarie strutture civili e difesa in contesti d’emergenza: caserme, ospedali, torri di controllo e anche bunker. Alcuni prototipi sono esposti a ridosso della “Sala delle nazioni”, ieri gremita.

Altre unità sono invece negli spazi di produzione. Delle Contower vi abbiamo parlato in esclusiva il 23 ottobre, a due settimane dall’attacco di Hamas contro Israele, perché le torri telescopiche erano visibili al valico di Rafah, prodotte e fornite da R.I. all’Egitto già un anno fa. 

 


Assemblata, nei capannoni giace un’isola addestrativa per vigili del fuoco e reparti speciali, come anche un container capace di ospitare 40 persone per 48 ore consecutive, dotato di sistemi di filtraggio-aria e sorveglianza esterna e wc. E poi ci sono i moduli abitativi realizzati per la Caserma Rossetti. La Medical division è un fiore all’occhiello della gamma R.I: nello Smart operating shelter (Sos) - finanziato da Regione Puglia e realizzato con Politecnico di Bari, Cetma ed Enea - il paziente può essere pure operato. Altrettanto funzionale è l’ospedale da campo gonfiabile realizzato per Nspa (Nato support and procurement agency), al quale R.I. fornisce anche moduli di biocontenimento. 
E non manca nemmeno una cucina mobile per villaggi militari in grado di preparare 200 pasti all’ora. Il membro del direttorio di Nato Defence College Foundation, generale Giuseppe Morabito, ha scandito gli step del convegno con cenni dell’esperienza maturata sotto la protezione dei sistemi modulari R.I., offrendo ai relatori l’opportunità di formulare anche inviti e proposte, come quella dell’ambasciatore della Repubblica Islamica dell’Afghanistan in Italia, Khaled Ahmad Zerkriya: «Una conferenza internazionale per agevolare il processo di pace».
Unanime la condanna per l’aggressione della Russia all’Ucraina, l’auspicio di pace per il Medio Oriente e l'Africa e la preoccupazione per le ripercussioni per l’Italia delle tensioni nel Mar Rosso. Focus anche sulle politiche del governo Meloni: l’ex ambasciatore in Iraq, Marco Carnelos, ha fatto recapitare l’idea che «il Piano Mattei per l’Africa potrà essere incisivo solo se sposato dall’intera Europa». Di pari avviso il segretario generale di Ismaa (Istituto Mediterraneo per l’Asia e l’Africa), Vincenzo Valenti, che ha suggerito di «collegare il Piano Mattei al Global Gateway Africa», continente che intanto «si sta indebitando tanto nei confronti della Cina», il monito del professor Daniele De Luca (Storia delle relazioni internazionali).
«C’è bisogno del giusto dialogo», ha riflettuto Furio Biagini (Storia dell’Ebraismo), prima del messaggio di pace di monsignor Santo Marcianò e dell’inciso conclusivo del presidente della Commissione Affari esteri e comunitari della Camera, Giulio Tremonti: «un’Europa veramente unita» e «una riforma costituzionale dell’Europa», ha auspicato l'ex ministro, perché a suo avviso non si può continuare con 35 Stati con diritto di voto e di veto. Infine, il richiamo a «un’Europa più attenta alla collettività che all’èlite: un’Unione Europea della realtà - ha detto -, e non solo bancaria. Serve una unione estera europea e una difesa europea».
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