Due ore e 36 minuti di assenza dall’ospedale di Campi Salentina sono costate a due infermiere la condanna ad un anno ed un mese di reclusione a testa, nonché il pagamento di una multa di 550 euro. Truffa ai danni della Asl, l’accusa. Assenteismo, in altre parole.
Il processo
Lo ha stabilito il giudice della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce, Valeria Fedele, condannando Addolorata Giannotta e Patrizia Vetrugno, 48 anni entrambe, di Salice la prima e di Novoli la seconda. È stata accolta la tesi dell’inchiesta condotta dal pubblico ministero della Procura di Lecce, Francesca Miglietta, con i carabinieri del Nas: la Vetrugno avrebbe strisciato il badge della Giannotte per consentirle di effettuare una visita a domiciliati durante l’orario di servizio in ospedale. Tesi che gli avvocati difensori Francesco Tobia Caputo e Luigi Covella impugneranno nel processo di appello: i ricorsi saranno presentati nei prossimi giorni poiché le motivazioni sono state depositate contestualmente alla sentenza.
La condanna
Intanto il processo di primo grado ha condannato le due infermiere per un danno alla Asl (parte civile con l’avvocato Alfredo Cacciapaglia, le imputate sono state condannate anche a risarcire l’ente) quantificato in 44 euro e 23 centesimi: cioè la quota di stipendio che la Giannotte avrebbe percepito pur essendosi assentata.
I fatti
La giornata al centro dell’inchiesta è quella del 2 settembre 2013: alle 7.24 la Giannotte risultò in servizio nell’ospedale di Campi Salentina ma solo perché - questa la tesi dell’accusa avallata dal processo - la collega Vetrugno avrebbe strisciato il suo badge nel dispositivo marcatempo in uso negli uffici pubblici.