Coronavirus, l'epidemiologo Vespignani: «Fossero morti i giovani al posto degli anziani ci sarebbe più cautela contro il virus»

Coronavirus, l'epidemiologo Vespignani: «Fossero morti i giovani al posto degli anziani ci sarebbe più cautela contro il virus»
Coronavirus, l'epidemiologo Vespignani: «Fossero morti i giovani al posto degli anziani ci sarebbe più cautela contro il virus»
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Domenica 10 Maggio 2020, 22:46 - Ultimo aggiornamento: 11 Maggio, 06:11

«Se i 30mila decessi italiani fossero in tutte le classi d'età, se avessimo migliaia di bambini morti, migliaia di ventenni e di trentenni morti, saremmo in una situazione completamente diversa» e non ci sembrerebbe strano dover continuare a trattare con «cautela e pazienza» il nemico coronavirus. È la riflessione dell'epidemiologo Alessandro Vespignani della Northeastern University di Boston, intervenuto oggi a 'Mezz'ora in più' su Rai3.

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Nella percezione collettiva di quanto siano o meno giustificate le restrizioni imposte e non ancora rimosse, secondo lo scienziato «ha avuto un grande impatto» il fatto che Covid-19 si accanisca soprattutto sui più fragili, «su tutto quello che in qualche modo consideriamo un peso nella società». «Questa malattia normalmente uccide persone che hanno più di 70 anni e in qualche modo la nostra società è molto meno toccata», osserva.

Di più: «Non solo questa malattia attacca le persone anziane di cui ci siamo voluti dimenticare, ma colpisce anche le persone obese, le persone con il diabete e altre malattie». «È come se ci desse fastidio fermare la vita» per loro. Come se ci sembrasse più accettabile sacrificarle «sull'altare della crisi economica», in «una logica di guerra vera» in cui si misura «il valore della vita e della vita delle persone più colpite».

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