Foggia, incendiata la porta di casa di un calciatore. La vittima: «Forse lascio»

Foggia, incendiata la porta di casa di un calciatore. La vittima: «Forse lascio»
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Mercoledì 2 Dicembre 2020, 22:30 - Ultimo aggiornamento: 22:34

«Stavo dormendo in casa con i bambini quando, improvvisamente, abbiamo visto entrare dalla porta del fumo nero». È il racconto dell'intimidazione subita da Federico Gentile, centrocampista del Foggia calcio ed ex capitano della squadra rossonera. La scorsa notte persone al momento rimaste sconosciute hanno dato fuoco alla porta di ingresso della sua abitazione. Ad aiutare l'ex capitano sono stati alcuni vicini di casa che hanno spento le fiamme con dei secchi d'acqua. Ma ora la paura del calciatore è tale da meditare di lasciare la squadra. «Sto pensando di andar via. Io sono venuto qui per giocare a calcio, ma mi rendo conto che queste cose non hanno nulla a che vedere con il calcio giocato» ammette Gentile, ancora visibilmente scosso per l'accaduto. «Sono sconvolto, è troppo grave quanto avvenuto stanotte» - spiega il calciatore alla sua seconda stagione nel Foggia. Intanto in mattinata Gentile si è recato in questura per sporgere denuncia. «È l'ennesima intimazione che subisce questa società», rileva il presidente Roberto Felleca che fino alla scorsa settimana era in trattativa per la vendita della società Calcio Foggia con l'imprenditore barese Nicola Canonico, ex proprietario del Bisceglie. Trattativa poi sfumata, pare per motivi economici. Questa mancata cessione avrebbe sollevato contestazioni da parte dei tifosi. «Quanto accaduto a Kikko Gentile è terribile - commenta ancora Felleca. Sono convinto che non sia questa la vera tifoseria del Foggia, ma che sia giunto il momento di dimostrarlo e non tacere». Dura condanna per l'intimidazione subita da Gentile, anche da parte della Lega Pro che definisce il gesto: «vile, increscioso e ingiustificato». «Se non ci fosse la pandemia sarei già a Foggia» - confessa il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli. Fa eco alla condanna della Lega Pro anche il sindaco di Foggia, Franco Landella. «Non possiamo rimanere inermi dinnanzi ad episodi così terribili - dice -. Non è giusto che una sparuta minoranza criminale e violenta debba rovinare l'armonia di una intera comunità», conclude. Definisce l'autore dell'incendio un «vigliacco, verme schifoso» il direttore sportivo del Foggia Calcio, Ninni Corda che aggiunge: «Ora è il momento dei fatti, senza se e senza ma». Quello dell'altra sera non è il primo attentato ai danni dei calciatori del Foggia. Pesanti intimidazioni agli atleti si sono già verificate in passato. In particolar modo quelle avvenute nella notte del 10 marzo 2019 dopo la sconfitta dei rossoneri nel derby di serie B con il Lecce. Tre attentati contro due calciatori: l'attaccante Pietro Iemmello ed il centrocampista Massimo Busellato; ed uno contro i due patron, i fratelli Fedele e Franco Sannella. Nel primo episodio venne dato alle fiamme il Suv Mercedes del centrocampista di Pietro Iemmello. Qualche ora più tardi, invece, un grosso petardo venne lanciato contro la Maserati dei fratelli Sannella parcheggiata nello stabilimento industriale «Tamma» dei due ex patron. Il terzo episodio fu compiuto contro l'abitazione del centrocampista Massimo Busellato: un petardo fu lanciato nel suo giardino.