Calciatore di colore vittima di insulti razzisti in campo. Maxi squalifica all’avversario

Calciatore di colore vittima di insulti razzisti in campo. Maxi squalifica all’avversario
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Mercoledì 13 Marzo 2024, 20:09

Calciatore africano vittima di insulti razzisti durante un match di calcio del campionato di Prima categoria pugliese. L’episodio è stato denunciato dall’Asd Virtus San Pancrazio, che è scesa in campo a difesa del proprio tesserato originario del Mali, Diadji Kandji, destinatario di frasi razziali da parte di un calciatore avversario nel corso della gara disputata domenica scorsa sul terreno di gioco dell’Avetrana. E dopo la condanna del gesto da parte del presidente del comitato regionale Figc Puglia, Vito Tisci, anche la giustizia sportiva pugliese si è espressa, e sulla scorta del referto dell’arbitro ha squalificato per 10 giornate il calciatore dell’Avetrana per “offese con frasi discriminatorie a un avversario”. Diadji Kandji che invece aveva reagito in campo, ha rimediato un turno di squalifica.

Cosa è successo

La ricostruzione dei fatti, nel post partita, era arrivata in una nota social pubblicata dalla società di calcio brindisina. «Domenica scorsa sul campo di Avetrana abbiamo perso una gara giocata male ed arbitrata peggio. Non ci sono alibi o scuse. Ciò che invece non è giusto e non è tollerabile – si legge nel comunicato pubblicato dalla società brindisina sulla pagina facebook - è che nello stesso pomeriggio e sullo stesso campo di calcio, è stato, purtroppo, sconfitto lo sport. Tutti noi siamo vicini al nostro Diadji ed ai ragazzi che ancora oggi, nonostante le continue campagne di sensibilizzazione, sono vittime di razzismo. Al nostro atleta sono state rivolte frasi che facciamo fatica anche solo a pronunciare. L’altro aspetto che ci lascia perplessi è l’atteggiamento del direttore di gara che, come da sua stessa ammissione, ha ascoltato tutto ma non ha ritenuto opportuno sospendere la gara come accade in serie A. Ancora più sconcertante la risposta dell’osservatore secondo il quale i regolamenti della serie A sarebbero differenti da quelli dei dilettanti. Siamo certi che così non è perché facciamo fatica a credere che esista il razzismo di serie A ed il razzismo di serie B».

Rammarico sui fatti espresso anche dal presidente della società sportiva Antonio Bortone. «Quanto accaduto domenica sul campo di Avetrana – commenta Bortone - dimostra che ancora oggi, nonostante le continue campagne di sensibilizzazione, evidentemente su questo argomento c’è ancora molta strada da fare e chi, come noi, fa sport deve impegnarsi tutti i giorni a trasferire ai ragazzi i valori dello sport, che nulla hanno a che fare con il razzismo. Nessuno di noi, ritengo, intende criminalizzare oltremodo il ragazzo che si è reso protagonista di quanto accaduto e vogliamo pensare che abbia compreso la gravità del gesto. Quanto accaduto può accadere, purtroppo, su qualsiasi campo e non solo di calcio. Non possiamo e non vogliamo addebitare alla società Avetrana Calcio alcuna responsabilità per l’accaduto e non intendiamo dare patenti di civiltà a nessuno. Diadji, oltretutto, è cresciuto nelle giovanili della società avetranese – conclude Bortone - e siamo certi che i dirigenti della società sono dispiaciuti e rammaricati tanto quanto tutti noi».