Omicidio Stasi a Francavilla, tre arresti: il killer all'epoca era minorenne. La madre indagata per spaccio di droga

Blitz questa mattina a Francavilla Fontana, movente un debito di droga di 5.000 euro. Coinvolte anche le fidanzate dei presunti autori

L'omicidio di Paolo Stasi
L'omicidio di Paolo Stasi
di Erasmo MARINAZZO
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Lunedì 22 Maggio 2023, 07:37 - Ultimo aggiornamento: 23 Maggio, 12:11

Due arresti con l'accusa di concorso in omicidio volontario, un arresto per spaccio di droga e due misure di obbligo di dimora: blitz questa mattina a Francavilla Fontana dei carabinieri del Nucleo investigativo e della compagnia nell'inchiesta sull'esecuzione di Paolo Stasi, il ragazzo di 19 anni ammazzato con un due colpi di pistola attorno alle 18 del 9 novembre dell'anno scorso davanti alla sua casa di via Occhibianchi. Fra gli indagati - in totale sono 8 - anche la madre che deve difendersi dall'accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

I nomi

L. B. e Cristian Candita, 18 (ne aveva 17 all'epoca dei fatti, da qui la scelta di non mettere il nome per esteso) e 21 anni, di Francavilla, rispondono di omicidio volontario e di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti: carcere per entrambi. Marirosa Mascia, 25 anni, di Francavilla, risponde di spaccio: domiciliari. Pasquale Moldavio Sara Canovari, entrambi di 21 anni, di Francavilla, rispondono di spaccio: obbligo di dimora nel comune di residenza.Hanno ricevuto l'avviso di garanzia per spaccio Annunziata D'Errico, 52 anni, madre di Paolo Stasi; Cosimo Candita, 39 anni; e Giovanni De Cesaria, 24 anni, tutti di Francavilla e tutti indagati per spaccio.

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Il movente: un debito di droga di 5.000 euro

Le misure sono state emesse dai giudici per le indagini preliminari del Tribunale di Brindisi e per i minorenni di Lecce, nell'inchiesta condotta a quattro mani dai pubblici ministeri Giuseppe De Nozza e Paola Guglielmi con il procuratore Simona Filoni.  i due presunti responsabili dell’omicidio nelle persone di L.B., oggi 18enne, minorenne al momento del delitto, e Cristian  Candita, 21enne, entrambi di Francavilla Fontana. il movente del delitto, consistito in un debito di circa 5.000 euro maturato a causa dell’attività di spaccio delle sostanze stupefacenti. In particolare, verso le ore 17.20 del suddetto giorno, i due, con il 21enne alla guida dell’autovettura ed il 17enne seduto sul sedile posteriore in modo da eludere le telecamere comunali, avrebbero raggiunto una strada attigua a via Occhibianchi, ove il conducente rimaneva all’interno del veicolo, mentre il 17enne, raggiunto a piedi il portone dell’appartamento di Paolo Stasi, lo avrebbe fatto scendere con un pretesto: poi gli avrebbe esploso contro due colpi di pistola al torace.

Successivamente, i due presunti responsabili, si sarebbero allontanati velocemente per assicurarsi la fuga, utilizzando la stessa autovettura.

Coinvolte anche le fidanzate dei presunti autori

Le indagini sostengono che il delitto sarebbe maturato in un contesto di spaccio di sostanze stupefacenti di varia natura, proseguito anche successivamente da parte dei due presunti responsabili dell’omicidio, coadiuvati dalle rispettive fidanzate Marirosa Mascia, 25enne (sottoposta agli arresti domiciliari) e Sara Canovari, 21enne (sottoposta all’obbligo di dimora), entrambe del posto. Nello stesso contesto è stato sottoposto all’obbligo di dimora Paolo Moldavio, 21enne, anch’egli di Francavilla Fontana, che avrebbe preso il posto di Paolo Stasi, quale custode della sostanza stupefacente.

Le indagini

Il silenzio calato negli ultimi mesi su questo delitto è servito a circoscrivere e delineare gli indizi raccolti e le ricostruzioni ipotizzate dagli inquirenti nelle prime settimane, condensate poi dall’unica discovery dell’inchiesta avvenuta con il ricorso presentato al Tribunale del Riesame di Brindisi dall’avvocato Leonardo Andriulo per chiedere il dissequestro (istanza poi rigettata) sia degli 8.960 euro che di una pistola a gas trovati in casa di un ragazzo di 18 anni indagato per omicidio insieme ad un 19enne. Denaro diviso in mazzette da 1.000 euro e ritrovato perché nei messaggi ritrovati fra le chat intercorse fra Paolo Stasi e la madre Annunziata D’Errico si parlava della droga - marijuana- che ogni giorno quel ragazzo avrebbe ceduto loro a cadenza quasi giornaliera.
Circostanza poi confermata dalla donna quando il 24 novembre fu ascoltata in caserma come persona informata sui fatti - e dunque non nelle vesti di indagata, allora, come parte offesa è assistita dall’avvocato Domenico Attanasi - aggiungendo anche un particolare che è stato approfondito nella parte delle indagini dedicate all’individuazione del movente dell’omicidio: nella loro casa madre e figlio avrebbero custodita della droga ceduta poi a terzi dal loro fornitore.

Lo “sgarro”

Quegli 8.960 euro sarebbero i guadagni accumulati con la vendita delle dosi di droga secondo l’ipotesi degli inquirenti avallata dal Tribunale del Riesame. Non è stata ritenuta fondata, invece, la ricostruzione della difesa che quel denaro fosse stato messo da parte dall’indagato lavorando per conto dello zio e con i regali in denaro ricevuti per il 18esimo compleanno: «Si tratta di profitto o di provento di reato di cessione continuata da parte di...di sostanza stupefacente, a soggetti terzi», precisa l’ordinanza dei giudici Federico Sergi (presidente), Adriano Zullo (relatore) e Leonardo Convertini (a latere). «Ad Annunziata D’Errico ed a Paolo Stasi. Le cessioni appena indicate si erano protratte per oltre un anno ed avevano avuto luogo con cadenza pressoché quotidiana, come emerso dal contenuto del verbale di sommarie informazioni rese al pubblico ministero da Annunziata D’Errico. Si trattava di profitto io di provento del reato di cessione continuata da parte di....di sostanza stupefacente a soggetti diversi fa D’Errico e Stasi, tenuto conto che in casa di quest’ultimo era stato custodito e confezionato, per la successiva cessione a terzi, lo stupefacente su indicazione di....». Uno “sgarro”, la ragione che avrebbe determinato la fine della vita di Paolo Stasi. Uno “sgarro” a coloro che oggi sono indagati anche per spaccio e che a Francavilla avrebbero costituito una piccola ma remunerativa rete.

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