Mezzo milione per lo stadio “Fanuzzi” ma servono altri finanziamenti per omologarlo per la Serie C

Lo stadio "Fanuzzi" di Brindisi
Lo stadio "Fanuzzi" di Brindisi
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Martedì 13 Giugno 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 08:09

C’è già mezzo milione di euro a disposizione, presente nel Piano triennale delle opere pubbliche, per i lavori più urgenti sullo stadioFanuzzi”.

Un primo passo verso la soluzione

Prima ancora di pensare, o ancora meglio mentre si pensa, alla devoluzione di ulteriori somme inutilizzate proveniente da mutui già contratti per la realizzazione di altre opere o all’uso del milione e mezzo di euro di compensazione o ad altre soluzioni ancora, quanto più rapide possibile, si potrà dunque già intervenire su almeno una delle criticità più urgenti: il manto erboso. La somma a disposizione, infatti, secondo i tecnici di palazzo di città dovrebbe essere sufficiente almeno per un intervento di questo tipo. Il problema è che la necessità di bandire una gara potrebbe allungare di molto i tempi. Mantenendosi, invece, tra i 139mila (la soglia massima per gli affidamenti diretti sulla base del decreto Governance e Pnrr) e 431mila euro, è possibile comunque avere tempi più ristretti utilizzando la procedura negoziata senza bando previa consultazione di almeno cinque operatori economici.

Le scadenze ed il nodo delle partite in casa

Ma, sulla base del sopralluogo effettuato dalla commissione Impianti sportivi della Lega Italiana Calcio Professionistico (Lega Pro) il 27 maggio scorso presso lo stadio “Fanuzzi” di Brindisi, gli interventi necessari per l’utilizzo dell’impianto nelle gare del campionato di Serie C - stagione 2023/2024 sono molti di più. Il regolamento prevede che per potersi iscrivere devono essere indicati “i documenti relativi alla disponibilità, all’agibilità ed alla licenza d’uso dello stadio”, secondo quanto indicato nella nota dello stesso organismo di LegaPro. Sfumata ormai la scadenza del 15 giugno per l’indicazione preliminare del campo (inizialmente, quindi, la squadra brindisina dovrà trovare un altro impianto per le gare casalinghe), resta comunque la necessità di portare a termine i lavori necessari.

Le tante questioni da risolvere

Tra questi, oltre al già citato manto erboso, l’aumento dei posti nelle panchine riservate ai tecnici ed ai calciatori di riserva (da 16 a 21), la realizzazione della panchina per il quarto ufficiale di gara, interventi di manutenzione sugli spogliatoi, realizzazione di un secondo spogliatoio arbitri da destinare ad eventuale arbitro di sesso femminile, conversione di uno dei locali presenti nella palazzina spogliatoi a sala antidoping, installazione di una ulteriore rete antilancio dalla curva ospiti, realizzazione di seggiolini adeguati in entrambe le tribune, impianto di videosorveglianza con sala per il gruppo operativo sicurezza (Gos), sistemi strutturali per la separazione delle tifoserie, sostituzione dei seggiolini ormai in cattivo stato nella tribuna autorità, dotazione di servizi igienici in numero adeguato ed infine un sistema di illuminazione in grado di sviluppare almeno 800 lux. In teoria, fino all’1 febbraio, si potrebbe andare in deroga arrivando almeno a 500 lux ma essendo la capacità di illuminazione degli impianti attualmente presenti inferiore anche ai 500 lux, si è ritenuto inutile usufruire della deroga e adoperarsi, invece, per raggiungere gli 800 nel più breve tempo possibile. Questo significa che sono necessari dai 20 ai 25 fari per ogni palo di illuminazione. Questi ultimi, tra l’altro, hanno altezze differenti a causa del vincolo di altezza dovuto alla presenza del vicino aeroporto.

I più vicini, infatti, sono alti solo 18 metri mentre gli altri sono alti 25 metri. Si sta valutando, in particolare, se con una altezza di 18 metri il palo sia in grado di sopportare il peso maggiorato necessario ad adempiere alle prescrizioni e, soprattutto, se quell’altezza sia sufficiente a distribuire equamente gli 800 lux.

Il gruppo di lavoro incaricato dei progetti

Intanto, tuttavia, con i 500mila euro già inseriti nel Piano triennale, si legge in una determina a firma del dirigente del settore Lavori pubblici Fabio Lacinio, “era stato redatto un progetto al fine di ripristinare l’efficienza e la sicurezza a salvaguardia della pubblica e privata incolumità, oggetto di proposta deliberativa rimasta non approvata per mancati stanziamenti in bilancio a copertura finanziaria”. Una progettualità che dovrebbe costituire il punto di partenza per i nuovi lavori. Per i quali il Comune ha creato un gruppo di lavoro composto dal responsabile unico del procedimento Antonio Iaia, dai collaboratori tecnici Antonio Cavaniglia, Giovanni Nardelli, Teresa Morelli, Simone Giorgiani, Giulio Lamacchia e da quelli giuridico–amministrativi Teresa Morelli e Valeria Ponzetta.

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