Minacce di morte se fosse uscita da casa e ripetuti abusi sessuali: incubo finito per una donna di 47 anni di Brindisi il cui compagno - un 54enne, brindisino anche lui - è stato condannato a 6 anni ed 8 mesi di reclusione. La casa per quella donna era diventata un incubo negli ultimi quattro anni. Oltre alle minacce - persino con la pistola puntata alla tempia - era costretta, se raggiungeva il posto di lavoro, a tenere aggiornato l’uomo su ogni suo spostamento, tramite Whatsapp.
Violenze e minacce per quattro anni
Una vera odissea, alimentata anche dall’invio di video che riguardavano notizie di femminicidi, che è andata avanti fino allo scorso febbraio, quando la donna ha trovato la forza di denunciare, finendo in poche ore lontano da quella “casa dell’orrore”, finalmente protetta in un posto segreto.
La giudice del processo ha inoltre condannato l’uomo, difeso dagli avvocati Simona De Rocco e Simona Cuomo, al risarcimento danni in favore della parte civile e al pagamento di una provvisionale pari a 20mila euro. Disposta inoltre l’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Una pistola puntata alla testa
Stando all’ipotesi accusatoria, in seguito ai vari litigi l’uomo avrebbe colpito la donna con pugni e calci, schiaffoni e tirate di capelli. Anche se uno dei capitoli più dolorosi di questa difficile, incredibile e spaventosa storia è quello riguardante gli abusi sessuali: l’imputato avrebbe costretto la donna a sottoporsi alle sue volontà carnali con cadenza quasi quotidiana. Tra i vari reati, in un’occasione la 47enne sarebbe stata condotta in una contrada di campagna e minacciata con una pistola puntata all’altezza della testa. Per quanto riguarda la rapina, l’uomo si sarebbe impossessato del telefono cellulare della compagna. Il 54enne è recluso in un carcere pugliese dal marzo scorso.
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