Meno droga dall'Albania: la pandemia ha frenato i traffici di stupefacenti verso il Salento

Il sequestro di quattro tonnellate di marijuana e cocaina avvenuto a Brindisi nel giugno 2020
Il sequestro di quattro tonnellate di marijuana e cocaina avvenuto a Brindisi nel giugno 2020
di Roberta GRASSI
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Sabato 19 Giugno 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 10:35

L’emergenza Covid ha influito anche sui traffici di droga nell’Adriatico, con una diminuzione sostanziale dei sequestri di sostanze nelle acque nazionali e internazionali. Uno dei principali canali di approvvigionamento di sostanza, del tipo cannabis, è quello che collega la Puglia, con particolare riferimento a Brindisi, all’Albania. Se nel 2019 in tutta Italia la cannabis intercettata in mare e nei porti rappresentava il 29,96 per cento della droga sequestrata in Italia, nel 2020 l’incidenza è scesa all’8,52 per cento. La fotografia dei traffici, anche quelli pugliesi e salentini, è contenuta nella relazione della Direzione centrale per i servizi antidroga del dipartimento della Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno. 

Il report

«Gli approfondimenti di analisi - è riportato - e l’andamento dei sequestri dell’anno in corso potranno chiarire se siamo di fronte ad uno scenario contingente, verosimilmente condizionato dalle limitazioni alla circolazione marittima connessi alla pandemia oppure se si profili una possibile rimodulazione delle rotte e delle strategie operative dei trafficanti di questa particolare tipologia di stupefacente, dovuta all’azione di controllo svolta dalla forze di polizia nazionali e da quelle dei Paesi rivieraschi, da cui parte lo stupefacente». La relazione si riferisce al 2020, anno di pandemia. «L’impatto delle misure di contenimento del Covid-19 – è specificato - ha condizionato la coltivazione e la produzione delle droghe e ha reso più difficile procurarsi i precursori e la manodopera necessaria, nonché le movimentazioni e i trasporti delle sostanze, a causa delle restrizioni alla mobilità delle persone e delle merci, sia nelle zone di frontiera e nelle aree di confine, sia all’interno dei Paesi, incidendo, così, anche sulle modalità di distribuzione nei luoghi di consumo; da ciò, è derivato un calo della domanda di stupefacenti, almeno di quelli più ampiamente diffusi».

I numeri

Risulta dai dati che nel 2020 sono state effettuate a livello regionale 1.542 operazioni antidroga, con un decremento del 2,90 per cento rispetto all’anno precedente. La gran parte sono state effettuate a Bari: il 15,82 per cento a Lecce e il 14,46 a Brindisi. Nel 2020, in Puglia, i quantitativi di sostanze sequestrate sono diminuiti del 36,82 per cento, passando da 6.243,68 chili del 2019 a 3.944,60 chili del 2020.

Il maggior quantitativo di sostanza è stato sequestrato a Lecce: il 38,37 per cento. A Brindisi il 17,84 percento. In buona parte i traffici sono gestiti da stranieri: per lo più albanesi, nigeriani, marocchini e senegalesi. In alcuni casi sono stati coinvolti anche minori. Sono aumentati poi i decessi provocati dall’abuso di droghe. In tutta la regione sono aumentati del 42,86 percento passando da 7 del 2019 a 10 del 2020, corrispondenti al 3,25 percento del totale nazionale. Nelle province di Bari e Lecce è stato censito il 60 per cento degli eventi fatali riconducibili all’uso di sostanze stupefacenti e il restante 40 per cento a Foggia e Taranto.

Lo spaccio sul web

Il contesto determinato dalla pandemia, anche nel Salento, ha favorito la nascita di piazze di spaccio digitali: ordini telematici e transazioni via web, che utilizzano per recapitare le dosi il sistema delle spedizioni tipico dell’e-commerce. Da qui le indagini sul dark web e il surface web, e sulla commercializzazione attraverso piattaforme social a domicilio. «Sono state documentate – è specificato nel report - attività di spaccio “porta a porta” svolte da pusher “travestiti” da rider o tramite l’utilizzo del “car sharing” o ancora mimetizzati da runner o da dog sitter per lo spaccio all’interno di parchi o giardini».

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