La decisione è definitiva: il porto è fuori dai corridoi transeuropei della rete Ten-T

La rete transeuropea dei trasporti Ten-T
La rete transeuropea dei trasporti Ten-T
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Lunedì 12 Febbraio 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 07:19

Le residue speranze di Brindisi per essere inserita nella rete “core” della Ten-T sembrano ormai diventate nulle, dopo che il Consiglio (in cui siedono gli stati membri) ha confermato la decisione del negoziato inter-istituzionale sulla riforma del network europeo dei trasporti.

Fuori dalla rete “core”

La città capoluogo, perciò, pur rientrando nella rete più ampia (chiamata comprehensive) resta esclusa proprio da quella centrale o core, così come da quella intermedia (extended core): entrare al suo interno garantisce finanziamenti europei importanti a livello di infrastrutture. Con il voto di venerdì scorso, quindi, il Comitato dei rappresentanti permanenti (Coreper) degli stati membri ha votato a favore dell’accordo che era stato raggiunto a fine dicembre tra lo stesso Consiglio, la Commissione Ue ed il parlamento europeo. Accordo per il quale il capoluogo brindisino non rientra in nessuno dei corridoi (nove quelli totali) che costituiscono la rete core. Il prolungamento del corridoio Baltico – Adriatico, infatti, si ferma a Bari, nonostante fossero arrivati alcuni input per poter prolungare ulteriormente quest’asse. Un emendamento approvato dalla commissione “Tran” (quella che si occupa di infrastrutture e trasporti), ad esempio, aveva chiesto di inserire la tratta Bari – Lecce, via Brindisi, nella rete extended core, mentre due commissioni del parlamento italiano (Infrastrutture e Politiche Europee) avevano inviato un proprio documento al Consiglio per chiedere il prolungamento del Baltico – Adriatico sino a Lecce

Nessun corridoio

Nessuna novità anche sul fronte del Corridoio dei Balcani occidentali, che ha incorporato il vecchio corridoio VIII: sulla rete infrastrutturale, proprio Brindisi aveva ospitato un vertice con i ministri degli Esteri di Italia, Albania, Macedonia del Nord e Bulgaria, da cui era scaturita la richiesta che Brindisi diventasse un cardine del sistema infrastrutturale che va dal mar Nero sino al mar Adriatico. Già in precedenza, inoltre, non era stata presa in considerazione l'ipotesi di un prolungamento del Corridoio Scandinavo - Mediterraneo, che arriva a Bari e Taranto. Non solo questo, comunque: oltre alla questione dei corridoi, il porto del capoluogo mantiene lo status di “comprehensive”, nonostante gli appelli arrivati da più parti per la promozione a porto core. Cambiamento difficile già in partenza, visto che al momento non ci sarebbero i requisiti in termini di traffici: anche per questo, Brindisi poteva riporre la speranza in una modifica proposta da Espoo (l’organizzazione dei porti europei) per cui si riconosceva lo stato di porto core a quegli scali importanti per la transizione ecologica.

Ma la proposta non ha avuto seguito.

L'ultimo passaggio

Il prossimo passaggio sarà questione di giorni: già mercoledì l’accordo arriverà alla commissione Tran, mentre ci vorrà ancora qualche settimana prima di avere l’ok definitivo di tutto il parlamento europeo, visto che ad oggi il passaggio in plenaria (ultimo in ordine di tempo) è stimato per aprile prossimo. Si tratta di tappe che, salvo cambiamenti dell’ultima ora che ad oggi appaiono improbabili, non dovrebbero portare a delle modifiche dell’intesa inter-istituzionale. Anche per questo, i rappresentanti istituzionali e degli attori legati allo sviluppo del territorio si cercarono delle soluzioni “in extremis” dopo il trilogo: Mauro D’Attis, parlamentare brindisino, si era espresso sulla possibilità di far rientrare Brindisi nella rete core proprio con il voto nel Coreper, mentre Antonio Macchia della Cgil aveva lanciato una petizione online in questo senso, legandola anche alle recenti vertenze che il Brindisino sta affrontando.

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