Anziano malato viene conteso dai familiari: il tribunale nomina l’amministratore

Anziano malato viene conteso dai familiari: il tribunale nomina l’amministratore
​Anziano malato viene conteso dai familiari: il tribunale nomina l’amministratore
di Cristina PEDE
3 Minuti di Lettura
Venerdì 3 Novembre 2023, 21:09 - Ultimo aggiornamento: 21:10

Anziano malato e conteso: un amministratore di sostegno dopo le liti tra figli, fratelli e anziani genitori. 
La storia arriva da un piccolo comune del Brindisino e ci è voluta una causa civile per stabilire le sorti dell’anziano ricoverato in un centro riabilitativo perché affetto da una grave malattia degenerativa che non gli permette di essere autonomo.

Sono stati i fratelli e i genitori ultranovantenni a pretenderne il rientro in casa, sotto la loro custodia nonostante le reticenze dei figli, i quali non potevano più prendersi cura del loro caro, per le complicanze della malattia e perché dovevano occuparsi della madre, anche lei affetta da una grave malattia. 

La storia

Una storia per la quale si è dovuta ingaggiare una battaglia legale, che ha visto coinvolta persino la struttura dove l’uomo è ricoverato, considerata non idonea, oltre a compromettere i rapporti familiari già incrinati sulla contesa del loro caro. 

In poco meno di due mesi si sono decise le sorti dell’anziano, dopo un ricorso depositato dalla famiglia di origine secondo cui l’uomo doveva rientrare nella propria abitazione o meglio ancora in quella dei genitori per essere accudito dai familiari anziché rimanere ricoverato in una struttura considerata non idonea. 
Tra l’altro le abitazioni di entrambi sono attigue e la sistemazione doveva avvenire tra le mura domestiche di genitori molto anziani, per i quali sarebbe stato impossibile occuparsi quotidianamente del congiunto con gravi deficit di deambulazione e non solo. «Osservato che risulta controversa tra i ricorrenti (genitori e fratelli dell’uomo) e i resistenti (coniuge e figli) esclusivamente l’opportunità che possa essere collocato presso l’abitazione dei genitori, al fine di essere curato e assistito a domicilio, come richiedono i ricorrenti, ovvero che continui a essere collocato in una struttura (come richiesto dai resistenti)». 

Per i giudici invece, data la gravità della situazione sia di salute a livello di deambulazione che cognitive, l’uomo deve rimanere ricoverato in idonea struttura ed essere curato secondo la patologia. 
Un ricorso da parte della famiglia di origine che stando ai rapporti familiari poteva anche sfociare nella tutela del congiunto per estromettere gli eredi dall’eredità. 

Un caso che ha suscitato molto scalpore anche nell’opinione pubblica essendo i protagonisti, componenti di una famiglia abbastanza conosciuta nel piccolo centro dove vivono. 
La sentenza è di qualche settimana fa, emessa dal Tribunale Ordinario di Brindisi, mentre il ricorso era stato presentato lo scorso luglio e già a metà agosto l’uomo era stato affidato alla tutela di un amministratore di sostegno nominato dallo stesso Tribunale, poi confermato anche a seguito della sentenza. 
Secondo i giudici dunque «allo stato, non appare consigliabile, nell’esclusivo e superiore interesse dell’amministrato, la collocazione presso l’abitazione dei genitori, osservato che non potrebbero avere un ruolo attivo nella gestione ed assistenza dell’amministrato, e che nessuno dei fratelli vive presso l’abitazione dei genitori, considerato poi che vi è un’elevatissima conflittualità tra i fratelli ricorrenti e i figli dell’uomo sicché non vi sarebbe il necessario clima di collaborazione e tranquillità per assicurare una adeguata e proficua assistenza a domicilio, già difficile e complessa in condizioni normali, ritenuto pertanto che allo stato appare preferibile la collocazione in una struttura, diversa però da quella ove è attualmente ricoverato».

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